sabato 30 luglio 2016

La ripetizione cantata del nome degli Dei come meditazione-bhakti


Mi sono appena reso conto che la ripetizione del nome della Divinità patrono può essere usata, oltre che per mettersi in contatto con l'Entità in questione, anche come esercizio per aumentare l'amore nei suoi confronti, ovvero come Bhakti.
Semplicemente cantandolo, mettendoci, nel canto, tutto l'amore, la dolcezza, la passione che possiamo. Pensare al nome della Divinità che si canta, e concepirla come bellissima, come amabile, come dolcissima, come splendida, ecc. non è forse una forma di esercizio di venerazione spirituale? Non è forse quella che gli induisti chiamano Bhakti, devozione?

Secondo me sì, e non è superfluo sottolineare come ciò porti a rafforzare il legame con la Deità da noi così omaggiata e ci aiuta sicuramente a riuscire a vedere la bellezza anche in tutto ciò che vi è attorno a noi, perchè l'amore è una qualità che si "accumula", è come un muscolo: più lo alleni, più diventa grande.

L'induismo chiama il canto devozionale "Bhajan", e, per essere efficace, un buon bhajan deve contenere:
- Sentimento (Bhava);    
- Melodia (Raga);    
- Ritmo (Tala).

Questo sentimento (bhava) è la disposizione d'amore. Tale disposizione può essere di diversi tipi:
- śāntabhāva, in cui si adora il Dio come governatore supremo
- dāsyabhāva, in cui si adora il Dio come se si fosse un suo servo
- sakhyabhāva, in cui si adora il Dio come se fosse un nostro amico
- vātsalyabhāva, in cui si adora il Dio con l'amore che una madre (o un padre) ha nei confronti del proprio figlio
- madhurabhāva, in cui si adora il Dio con l'amore che ha una persona nei confronti del partner
- tanmayabhava, in cui si adora il Dio come se fosse in tutto ciò che ci circonda, quindi amiamo tutto ciò che ci circonda ricordandoci che il Dio è presente anche in esso.

Inoltre può essere ripetuto anche un mantra o un'invocazione alla Divinità al posto del nome.

In aggiunta questa meditazione non necessita per forza di stare seduti o distesi, possiamo muoverci, possono essere usati strumenti e danze (quello che gli induisti chiamano "Kirtan") nella ripetizione, perchè lo scopo primario è quello di creare amore, di farsi riempire da una sensazione d'amore pieno, più che di ricevere visioni (ma si potrebbero unire le due cose, visioni e amore, anche se in questo caso dubito che si riesca muovendosi, perciò sarebbe possibile solo da seduti o da distesi).

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