domenica 31 luglio 2016

Bhakti: prima il Bhava e poi il Bhajan!

(Disegno di Andy Kehoe)

Ho notato, compiendo la ripetizione cantata del nome della Divinità che volevo omaggiare a mò di Bhajan (come ho descritto nell'articolo "La ripetizione cantata del nome degli Dei come meditazione-bhakti"), che durante la ripetizione del nome è difficile creare una disposizione d'animo di amore (Bhava) verso la Deità, pertanto è meglio concentrarsi qualche minuto prima di iniziare il Bhajan proprio su tale disposizione e solo dopo averla ottenuta iniziare a cantare.

Una volta entrati in quella disposizione il canto ripetuto diventa una maniera efficace di aumentarla, renderla una sensazione più forte, ma non credo sia molto efficace il canto senza che si parta già da una disposizione d'animo opportuna.

Tale disposizione d'animo può essere quella di vedere la bellezza attorno a noi come manifestazione del Dio che stiamo omaggiando.

In questo caso sarebbe bello utilizzare il canto in un luogo naturale dopo aver apprezzato tutto il paesaggio attorno a noi vedendolo come aspetto del Nume scelto, in modo da rafforzare questa sensazione di amore per tutto ciò che ci circonda e allo stesso tempo per gli Dei.

Oppure può essere anche semplicemente una disposizione di ringraziamento verso la Divinità per ciò che ci ha concesso e di cui ci sentiamo grati.

Talvolta le due cose si uniscono, perché l'apprezzamento della bellezza e l'apprezzamento delle cose buone che ci donano gli Dei portano uno all'altro e viceversa: l'amore porta alla gratitudine e la gratitudine all'amore, ed entrambi sono aspetti della felicità.

Altre disposizioni che possono essere utili sono quelle di:
- reverenza, come d'uno schiavo al suo Signore;
- fedeltà, come d'un vassallo al suo Sovrano;
- riconoscenza verso la Divinità per averci supportato nei momenti più critici e per averci aiutato a crescere, come d'un figlio al suo Genitore, e ammettere di essere dipendenti dalla Divinità per sopravvivere/star bene/ecc.;
- classica di adorazione, come quella di un sacerdote al suo Dio;
- intimità, come di un fratello con suo Fratello;
- fiducia, come di un amico al suo Amico;
- amore passionale, come quello espresso nei madrigali, come di un innamorato alla sua Amata;
- ammirazione, come se il Dio fosse nella bellezza di tutto ciò che ci circonda.
(Quest'ultimo, come detto prima, può essere fatto al meglio stando in un parco, in un giardino, vicino a un corso d'acqua... insomma in un luogo naturale, che è pieno di bellezza e meraviglie da osservare).

Ulteriori spunti per il Bhava sono quelli che ci dà Crowley nel "Liber Astarte vel Berylli", dedicato proprio alla Bhakti:

"Il Philosophus mediti poi su tutto l'amore che mai lo abbia commosso. Vi è l'amore di Davide e Gionata, e l'amore di Abramo e Isacco, e l'amore di Lear e Cordelia, e l'amore di Damone e Pizia, e l'amore di Saffo e Atti, e l'amore di Romeo e Giulietta, e l'amore di Dante e Beatrice, e l'amore di Paolo e Francesca, e l'amore di Cesare e Lucrezia Borgia, e l'amore di Alcassino e Nicoletta, e l'amore di Dafni e Cloe, e l'amore di Cornelia e Caio Gracco, e l'amore di Bacco e Arianna, e l'amore di Cupido e Psiche, e l'amore di Endimione e Artemide, e l'amore di Demetra e Persefone, e l'amore di Venere e Adone, e l'amore di Lakshmi e Vishnu, e l'amore di Shiva e Bhavani, e l'amore di Buddha e Ananda, e l'amore di Gesù e Giovanni, e molti altri.
Vi è inoltre l'amore di molti santi per la loro particolare Divinità: di san Francesco d'Assisi per Cristo, di Sri Sabhapaty Swami per Maheswara, di Abdullah Haji Shirazi per Allah, di Sant'Ignazio di Loyola per Maria, e molti altri.
Ora scegli ogni sera una di queste vicende, e rappresentala nella tua mente, afferrando ogni identità con infinita attenzione e slancio, e raffigura te stesso come uno degli amanti, e la tua Divinità come l'altro. Passa così attraverso tutte le avventure d'amore, senza ometterne alcuna; e per ciascuna concludi: "Questo è solo un pallido riflesso del mio amore per questa Divinità!".
Eppure da ognuna tu trarrai qualche conoscenza dell'amore, qualche intimità con l'amore, che ti aiuterà a rendere il tuo amore perfetto. Impara da uno l'umiltà dell'amore, dall'altro l'obbedienza, da un terzo l'intensità, da un quarto la purezza, da un quinto la pace.
Così, quando il tuo amore sarà reso perfetto, sarà degno del perfetto amore della Divinità."

Penso che questo esercizio possa essere rinforzato leggendo la mitologia (sia classica che di altre culture) alla ricerca proprio di episodi di amore che ci ispirino e che possano fungere da esempi per la disposizione che andremo a creare, la nostra personale disposizione d'amore verso la nostra Divinità.

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