sabato 14 dicembre 2019

Che cos'è la magia e come funziona?



Che cos'è la magia? In che modo la magia funziona, se funziona?
Personalmente, ho vissuto la mia comprensione di cosa sia la magia come un percorso strutturato su vari livelli da attraversare, via via più accurati.
Questa perlomeno è stata l'impressione che ho avuto durante la mia crescita spirituale e personale: l'ho vissuta come una scalata, come una serie di "tappe evolutive".
Non necessariamente sarà così per tutti, anzi, alcuni sicuramente vedranno il cambiamento delle mie convinzioni sulla magia nel corso del tempo come una regressione, ed è normale che sia così.
E' sano che non tutti concordino con la mia visione in merito a questo argomento, infatti non pretendo di rivelare verità assolute sulla magia, ma solo di esprimere il mio personalissimo punto di vista, assolutamente criticabile e opinabile.

Il primo livello che ho attraversato nel mio percorso è stato quello di ritenere che la magia consistesse nell'interazione con poteri effettivamente presenti in certe piante, in certi colori, in certi giorni della settimana, in certe pietre o in certi atti.
E' il tipo di magia che si basa sul concetto di "simpatia universale", ovvero l'idea che esista una sorta di corrispondenza univoca tra un elemento naturale e una forza extranaturale, o addirittura che determinati elementi naturali abbiano una forza intrinseca.
Via via ho abbandonato questa idea perché mi sono reso conto che, a seconda dei sistemi di riferimento, anche le corrispondenze cambiano moltissimo.
Ad esempio, sebbene Crowley ci abbia provato con il Liber 777, anche le corrispondenze che si hanno nei sistemi dei tarocchi, della kabbala e della magia cerimoniale sono completamente diverse tra loro. A volte coincidono, ma altre volte no, per cui magari sfogliando il Liber 777 ti ritrovi che una Sfera Planetaria corrisponde a una Sephirah, che però magari ha un altro colore rispetto a quello associato al Pianeta.
Figuriamoci quindi prima del tentativo di Crowley di aggiustare le corrispondenze, quanto poco erano concordi.
E se includiamo le corrispondenze delle civiltà più lontane a noi? Quelle indiane? Quelle cinesi? E quelle dei vari popoli indigeni?
E' ovvio quindi che le cose non possano avere una corrispondenza fissa, perché paese che vai, corrispondenze che trovi.

Il secondo livello è stato ritenere che allora la magia fosse dovuta al potere personale.
Se il sistema di corrispondenze non è importante, allora lo sarà la credenza del praticante, il potere personale dello stregone. Fortunatamente, almeno secondo la mia visione, non è così.
Quante volte siamo arrabbiati con qualcuno e vorremmo che morisse, ma il momento dopo non avremmo mai voluto nemmeno pensarlo e ci sentiamo in colpa?
Torniamo con la mente ai nostri momenti difficili, ai momenti in cui odiamo tutti.
Davvero pensiamo che avere "momenti no" possa portare male alle persone che amiamo? 
E una volta acquisita questa "consapevolezza", cosa dovremmo fare?
Reprimerci e restare per sempre allerti per qualunque mezza emozione negativa che ci balena per la testa?
O aver paura dei nostri stessi pensieri?
E' così, cari miei, che nasce il disturbo ossessivo compulsivo: quando si ha paura dei propri pensieri, quelli arrivano comunque sotto forma di pensieri intrusivi, e allora si tende a compiere un atto o a formulare un contro-pensiero per contrastarli, andando però così a rafforzare i pensieri intrusivi stessi in un circolo vizioso di ansia e disperazione.
A me quindi sembra che questo tipo di prospettiva sia invalidante proprio, conduca a una riduzione della qualità di vita al posto di aumentarla. Non posso pertanto credere che questa sia la verità. Come dice un proverbio, "se tutti potessero leggere nel pensiero, non resterebbe nemmeno un amico al mondo". Figuriamoci se tutti potessero realizzare i propri pensieri!
Non resterebbe nemmeno un amico perché sarebbero tutti morti!

Inoltre anche la parapsicologia ha fatto i suoi studi in merito: ad esempio l'interazione mente-materia, detta anche psicocinesi o PK sembra essere l'aspetto che più si afficina al concetto di magia come "effetto della mente sulla materia", pertanto i risultati della parapsicologia possono esserci molto, molto utili per capire quanto effettivamente la mente possa influire sul mondo esterno.
Ad esempio, si è studiato come la PK interferisca con fenomeni casuali come il lancio dei dadi: sebbene alcuni studi abbiano confermato la presenza di un reale effetto della mente sulla materia, hanno scoperto che la potenza di tale effetto era davvero minimale.
Ad esempio, una meta-analisi (uno studio che analizza vari studi) del 1991 di Dean Radin e di Diane Ferrari in cui venivano prese in esame 148 indagini sperimentali con cadute di dati svolte tra il 1935 e il 1987, per un totale di 2.569 partecipanti e ben 2.592.817 lanci, affiancati da 31 esperimenti di controllo comprensivi di 1.353.288 lanci in cui non vi erano tentativi di alterare i dadi, faceva notare come la forza dell’effetto PK non era riuscita ad alterare più dell’1,2% dei lanci. 

Fonte: [Radin, D. I. & Ferrari, D. C. (1991). Effects of consciousness on the fall of dice: A meta-analysis. Journal of Scientific Exploration, 5(3), 61-84.]

Pertanto, nonostante possa essere ragionevole credere all'esistenza di un effetto della mente sulla materia (sebbene alcuni scettici abbiano affermato che quest'effetto sia così minimo che potrebbe semplicemente essere dovuto al caso), anche i parapsicologi che sostengono questa posizione hanno dimostrato scientificamente che, se non è dovuto al caso, l'effetto è comunque così debole che non possiamo davvero pensare che basti da sé a modificare nemmeno il più piccolo dettaglio o evento (come un lancio di dadi), figuriamoci la nostra vita o di quella altrui.

I successivi livelli sono quelli che ho attraversato recentemente, e che includono la mia personale definizione di magia.
La magia infatti per me è un insieme di cose. E' psicomagia, è magia come potere, è magia come senso di meraviglia e di mistero ed è soprattutto magia come indistinguibile dalla religione.
Prendiamo in esame un punto per volta:

- Psicomagia. E' un concetto introdotto da Alejandro Jodorowsky, ed è riassumibile nell'osservazione che l'inconscio parli tramite simboli. Ad esempio nel sogno l'inconscio parla a noi tramite simboli che dobbiamo interpretare; allo stesso modo, tramite il rituale, che è formato da simboli, siamo noi che parliamo all'inconscio impiegando il suo stesso linguaggio.
La psicomagia è quindi l'arte di parlare all'inconscio - mediante i riti - con la lingua che lui usa per parlare a noi tramite i sogni.
La magia quindi, da questa prospettiva, non cambierebbe la materia fuori di noi, bensì modificherebbe il nostro atteggiamento, le nostre aspettative e in definitiva noi stessi, che quindi agiremo diversamente nel mondo esterno tramite profezie auto-avveranti.

- Parliamo adesso della magia intesa come potere.
Tutti, quando pensiamo alla magia, pensiamo a come cambiare qualcosa nella nostra vita, a come ottenere denaro, sesso e amore, salute, lavoro, studio, riconoscimento, carriera, stima, amicizia, armonia familiare e talvolta disgrazia per i nostri nemici.
Si tratta essenzialmente dell'ottenere la soddisfazione dei bisogni fisiologici, di sicurezza, di appartenenza e di stima elencati da Maslow nella sua Piramide dei Bisogni.
Questi bisogni, tuttavia, nella società di oggi sono facilmente raggiungibili, perché non dobbiamo scontrarci con la fame o la carestia.
Per questo, molte persone si approcciano alla magia solo una o due volte nella loro vita e poi la lasciano stare: perché è facile ottenere ciò che vogliono, e non c'è tutta questa necessità di proseguire con un percorso magico.
Chi vuole ottenere poteri "extrasensoriali", poi alla fin fine non sa che cosa farne, perché poter muovere gli oggetti o leggere nel pensiero solitamente ci serve sempre e comunque come sostegno a quelle aree specifiche di bisogni che abbiamo visto prima: denaro, sesso, amore, salute, lavoro, ecc. Quindi, sebbene mediante anni di allenamento sia possibile ottenere poteri extrasensoriali (più di percezione che di azione sulla materia, a mio avviso, per il ragionamento che facevo prima), la maggioranza delle persone quando vede che serve fatica per ottenerli (anni di meditazione, ad esempio), capisce che il gioco non vale la candela, perché anche se puoi muovere gli oggetti, che ci fai? Ci giochi per una settimana, ma dopo? Qual è il punto, lo scopo?
Inoltre questo tipo di magia, al giorno d'oggi, a mio avviso è molto poco utile, perché i soldi svolgono la sua stessa funzione.
Se vediamo ad esempio "La Tempesta" di Shakespeare, dove Prospero rinuncia alla magia per riottenere il controllo del Ducato di Milano, ci rendiamo conto che essenzialmente rinuncia alla magia per i soldi (o lo status, che è quasi la stessa cosa). Tramite i soldi possiamo ottenere tutto: possiamo ottenere il lavoro che desideriamo, costruirci una carriera, ottenere una qualifica di studio, ricevere riconoscimento e stima, avvicinarci a noi gli amici, fare sgarbi agli altri, ottenere sesso e amore, pagarci cure più costose e quindi influire sulla salute, e così via.
Essenzialmente nella nostra società i soldi sono la magia, e la magia è i soldi, quando definiamo la magia come potere. I soldi sono infatti la quintaessenza del potere.
Ma, come ci dice Jim Carrey, rimasto stupito di poter essere caduto in depressione dopo il successo, i soldi non fanno la felicità.
Una volta ottenuto tutto questo successo in tutte queste aree, una volta ottenuto un buon lavoro, l'amore, la salute, essere un minimo benestante (non necessariamente ricco, ma poter sbarcare il lunario) e avere amici, le strade sono due, o abbandoni la magia perché non ti serve più, oppure se senti ancora il richiamo ti chiedi: e dopo?

- Magia come meraviglia vs magia come tecnologia.
Questo punto si ricollega al precedente, perché la magia come potere alla fine diventa una forma di tecnologia per ottenere qualcosa, perde - per quanto paradossale possa sembrare - la sua "magia". Diventa una tecnologia per ottenere qualcosa.
Stavamo dicendo, al punto precedente, che una volta ottenuto il soddisfacimento dei bisogni più basilari, se senti ancora un richiamo da parte della magia, allora solitamente la approfondisci.
Inizi a leggere e conoscere tutti i sistemi magici. Ma dopo un po' che conosci i riti, i sistemi e le tecniche interne ai sistemi occulti, hai essenzialmente svelato la formula dietro l'arcano.
Capisci su quali principi funzioni, che se fai X ottieni Y e che W corrisponde a Z.
Una volta che conosci i principi, i pattern, gli schemi su cui si basa la magia, la magia stessa sembra essere diventata una forma di tecnologia, perde il suo mistero.
Così come non ci stupiremmo per una luce che si accende tramite un pulsante (cosa che invece nel 1300 avrebbero considerato "magia"), così smettiamo di stupirci per il rituale magico.
Inoltre se è vero che il potere, magico o economico, serve a ottenere la soddisfazione dei bisogni, una volta soddisfatti questi bisogni, il rito può essere evocativo e suggestivo per un paio di volte ancora, ma dopo un po' è semplicemente "ciò che mi permette di ottenere X", così come "il pulsante è ciò che mi permette di accendere la luce" e "la medicina è ciò che mi permette di guarire". Non guardiamo all'accendere la luce con un senso di meraviglia, al tempo stesso arriva un momento in cui smettiamo di guardare con meraviglia la magia, o perché diventa solo un mezzo per un fine (tecnologia-potere) o perché diventa qualcosa di "conosciuto" e quindi di non più misterioso (tecnologia-spiegazione).

Ecco quindi che la magia, per essere diversa dalla tecnologia, deve essere qualcos'altro. Deve essere mistero, deve essere meraviglia.
La magia è ciò che ci fa stupire, che ci intriga perché sconosciuto. Quando conosciamo lo sconosciuto, perdiamo questo mistero e con esso la magia stessa.

Pertanto come recuperare la meraviglia, come ritrovare il mistero, come "reincantare il mondo"?
A questo punto ci sono tre vie:
1) Possiamo ottenere la meraviglia cercando di rinunciare alla spiegazione. Possiamo cercare di vivere i riti, gli atti magici, senza spiegarli, senza cercare di capire perché funzionano, qual è il principio di base, qual è lo schema, il pattern.
Questa meraviglia si ottiene quindi ignorando gli schemi, cercando di non vedere i pattern che si ripetono e concentrandoci quindi esclusivamente sull'effetto senza vedere le somiglianze.
Perché se tutto è simile, tutto è riassumibile. Se tutto è riassumibile, tutto è spiegabile. Se tutto è spiegabile, prima o poi lo avrò spiegato tutto. Una volta spiegato tutto non resta traccia del suo mistero.

2) Un altro modo per non perdere la meraviglia è la creatività.
E' possibile infatti creare ogni volta qualcosa di nuovo, rielaborare e riformare i rituali affinché siano sempre diversi. Ad esempio potremo ogni volta creare una nuova invocazione ispirandoci agli inni antichi o ai componimenti dei nostri poeti preferiti; potremo addobbare ogni volta in maniera diversa l'altare; potremo modificare i rituali con dettagli ad ogni occasione differenti.
Questo tipo di strategia rende la magia quasi una forma di decoupage o di arredamento.

3) Infine, quella che forse è la strada maestra, è l'accettazione.
E' possibile accettare che le cose si ripetano, che si abbia una routine, che vi siano dei pattern, se accettiamo che questi pattern possano essere piacevoli e che i pattern piacevoli meritino di esistere e di poter ritornare.
Spesso abbiamo l'idea che la magia e la meraviglia ci debbano sconvolgere necessariamente la vita, mandare all'aria ogni pattern, ogni routine, e creare qualcosa di nuovo ogni giorno.
Invece spesso non è tanto la routine in sé che è sbagliata, è che magari riempiamo la routine di cose che non ci piace fare. Probabilmente prima o poi la routine ci può essere utile, se riempita di aspetti che sono piacevoli.
Ovviamente però piacevolezza e meraviglia non sono proprio la stessa cosa.
In questo caso non potremo aspettarci di avere una sensazione di stupore, meraviglia, sbalordimento, come la prima volta che abbiamo approcciato un rituale.
Dovremo sostituire la magia come meraviglia, come mistero, alla magia come intimità, come hygge (come direbbero i danesi), ovvero come quell'abitudine piacevole che ripetiamo perché ci scalda il cuore.
Così come d'inverno amiamo prendere il té o la cioccolata calda con le luci soffuse davanti al camino, a un libro o semplicemente al bar, magari tutti imbacuccati ma respirando a pieni polmoni quella splendida aria fresca natalizia, così potremo ricreare una forma simile di magia: quella magia routinaria ma intima, che ci ricarica come ci ricaricherebbe un té caldo davanti alla stufa, e che anche se routinaria ci nutre ogni giorno e ci dà l'energia necessaria per poter andare avanti.
E' quindi possibile sostituire la magia come meraviglia alla magia come intimità, alla magia come ricarica quotidiana... per essere moderni, alla magia come Hygge.
Dovremo abbassare le aspettative e al posto di pensare che sentiremo un effetto di mistero e stupore intensissimo, avremo semplicemente un effetto di piacere moderato, ma sarà un piacere costante, quotidiano, che riscalda il cuore.

- Magia come indistinguibile dalla religione, e come forma di preghiera/richiesta/interazione con gli Spiriti.
Questo infine è il concetto principale che mi viene in mente quando penso alla magia. Come detto prima, una volta che abbiamo ottenuto il pieno soddisfacimento di tutti i nostri bisogni primari, che cosa manca ancora? Che cosa cerchiamo in più che non siamo riusciti ancora a trovare nelle nostre vite?
Cerchiamo qualcosa di più, ma cosa? Probabilmente una connessione con un potere superiore.
Oltre i vari livelli inferiori, Maslow pone il bisogno di auto-realizzazione. E' questo che ci chiama, è questo che ci dice "vieni, approcciati alla magia".
In fondo siamo arrivati al punto in cui tutti i riti per ottenere qualcosa smettono di avere senso.
Quale rito rimane allora? Un rito spirituale.
La magia a questo punto diventa indistinguibile dalla religione, perché si esprime come forma di interazione con un potere spirituale. Diventa un approfondimento della religione perché a questo punto vogliamo ottenere un legame, un'interazione reciproca e non solo unidirezionale, di mutuo scambio, di relazione vera, tra noi e gli Dei.
Anche il rito, per essere quotidiano o almeno regolare, deve essere improntato su questo, sulla relazione tra noi e il Divino (che in ambito pagano ovviamente è rappresentato dagli Dei e dagli Spiriti).
Quindi il rituale per eccellenza diventa l'offerta. L'offerta che si mescola con la preghiera.
Noi offriamo non perché agli Dei serva qualcosa, ma come simbolizzazione del fatto che dedichiamo quel tempo specifico a loro. E' come un caffè: quando offri un caffè a una persona non pensi che le serva davvero, è una scusa, un modo per dire "questo caffè è il simbolo del mio affetto verso di te, che simbolicamente ti dono, e sto qui in un bar davanti a te per passare del tempo con te, per dedicare questo tempo soltanto a te".
Il rito è la stessa cosa: l'offerta è, come il caffé, un simbolo dell'affetto che doniamo alla Divinità. Gli Dei non hanno bisogno di nulla, dato che ci precedono.
Facciamo un rituale al posto di pregare sotto le coperte al caldo perché dedichiamo quel tempo agli Dei, alla relazione con Loro. E' una dimostrazione di impegno verso di essi.
Vuol dire che siamo disposti a fare uno sforzo per loro, che non è solo la preghierina tra una cosa e l'altra, è proprio rimarcare il fatto che per noi sono così importanti che dedichiamo al coltivare la relazione con loro un momento della nostra giornata ogni giorno o ogni settimana.
Similmente, anche la trance, il lavoro con i sogni, la divinazione, diventano modi tramite cui interagire con loro.
La trance e il lavoro con i sogni diventano il modo tramite cui vederli, visitare l'Altro Mondo insieme a loro o incontrarli lì dove loro abitano; la divinazione diventa il modo tramite cui ricevere i loro responsi e parlare con loro quando siamo in uno stato non-alterato di coscienza, e infine i segni, le coincidenze e vedere gli Dei nella Natura sono modi tramite cui interagire con essi nella vita di tutti i giorni.

Anche a livello meramente di "magia-come-tecnologia-e-potere", la magia, se partiamo da un presupposto come il mio che esclude i sistemi di corrispondenza e il potere della mente, è una forma di religione.
Se la magia come tecnologia e potere fosse solo psicomagia, agirebbe solamente sul nostro inconscio, ma non cambierebbe il mondo fuori.
Il mondo fuori cambia perché la magia è anche e soprattutto una richiesta a quelle entità che chiamiamo durante i riti.
Quindi mentre il rito agisce come forma per comunicare con il nostro inconscio, la richiesta è una forma di preghiera all'entità chiamata che permette un cambiamento fuori di noi.
L'aspetto simbolico del rituale, poi, oltre a modificare noi internamente, rappresenta anche quanto noi teniamo ad ottenere un certo risultato.
Esattamente come siamo più portati ad aiutare qualcuno che si strappa i capelli, così gli Spiriti e gli Dei probabilmente valutano allo stesso modo l'intensità di una richiesta che ha portato qualcuno addirittura a rappresentare il tutto tramite simboli.

Ovviamente il rito spesso fa uso anche di elementi che sono vivi e hanno un'anima, ad esempio piante e pietre, ma credo che se usiamo le piante e le pietre come ingredienti essi siano solo un simbolo della nostra richiesta, mentre se ci approcciamo ai loro spiriti, esso sia una forma di preghiera/magia-come-religione. Ovviamente una forma di religione animistica, che riconosce la presenza di spiriti anche in forme di esistenza non-umane e non biologiamente vive.

Adesso che abbiamo capito che cosa sia e in base a cosa funzioni, la domanda immediatamente successiva è: "perché la magia a volte funziona e altre volte no?".
Probabilmente per via di numerose varianti:
- Il nostro inconscio (a causa dell'aspetto psicomagico del rito) che interferisce in contrasto con l'intento del rituale o non si lascia influenzare facilmente da esso per via di un substrato precedente ancora da decostruire.
- La Divinità o lo Spirito non vuole, non concorda, non crede che siamo abbastanza in confidenza da chiederle un favore (soprattutto se non l'abbiamo mai pregata prima e subito le facciamo una richiesta) o non ritiene che sia la cosa migliore per noi in quel momento.
- Il Fato: questa concezione parte dall'idea che, per una serie di motivi (azioni passate? Scelte prima dell'incarnazione? Destino deciso da altre entità?), ci sia una parte della nostra vita che "dobbiamo compiere" così come è scritto, e una parte che possiamo cambiare.
Ovviamente la magia può influenzare la parte della nostra vita che possiamo cambiare ma non con la parte che è da compiere così come è scritta.

Ricordando che si tratta unicamente della mia concezione della magia e che ognuno ha la propria visione in merito, che è valida e rispettabilissima tanto quanto la mia, ringrazio tutti coloro che sono arrivati sino in fondo a questo articolo per avermi letto fino a questo punto.

sabato 28 settembre 2019

Comunicare con gli Dei: metodi tradizionali e moderni



Mi hanno appena chiesto come poter instaurare una comunicazione con le Divinità. Riporto qui la risposta che ho dato, premettendo che ho incluso metodi sia antichi che moderni, visto che una tecnica antica che non funziona per noi non è migliore di una moderna che invece con noi procede alla perfezione.

Per quanto riguarda i canali "tradizionali", il più importante è sicuramente il sogno:

- Per contattare un'Entità tramite l'incubazione dei sogni, dobbiamo tenere un diario dei sogni in cui trascriverli al risveglio; scriviamo anche quando non ci ricordiamo i sogni che abbiamo avuto, anche soltanto appuntando 'oggi non mi ricordo alcun sogno', in modo da allenare la mente a ricordarli le volte successive.
Dopo averlo fatto per alcuni giorni o settimane, quando ci sentiamo pronti procediamo con l'incubazione, cioè prima di addormentarci facciamo una preghiera (o un'offerta) alla Divinità chiedendole di apparirci in sogno, quindi mentre ci addormentiamo visualizziamo l'Entità che vogliamo vedere e ripetiamo questo intento - ad esempio "sognerò [nome dell'Entità]" - prima ad alta voce e poi mentalmente, finché non sarà il nostro ultimo pensiero prima di lasciarci andare al sonno.

- Un altro metodo "tradizionale" è lo scrying: solitamente per questo scopo si usa una bacinella d'acqua, uno specchio nero o una sfera di cristallo. Facciamo alcuni respiri profondi e quando siamo completamente calmi fissiamo lo sguardo in maniera rilassata verso il centro dell'acqua, dello specchio o della sfera. Dovremo essere in una stanza completamente buia con soltanto una candela dietro di noi (nel caso della sfera) o accanto allo strumento di scrying (nel caso della bacinella e dello specchio) ad illuminare la camera, facendo attenzione che gli strumenti di scrying non riflettano direttamente la fiamma di tale candela.
Dopo un po' che fisseremo lo sguardo verso il centro della sfera, dello specchio o dell'acqua, si formerà come una sorta di nebbia sulla loro superficie. Dovremo rimanere in questo stato concentrato ma rilassato e focalizzarci al tempo stesso sul nostro intento, sul nostro voler incontrare la Divinità, finché dalla nebbiolina non emergerà una visione relativa a ciò che abbiamo chiesto.

- La trance: in questo caso ci si rilassa, quindi si ripete il nome dell'Entità o l'intento di incontrarla come se fosse un mantra, finché non appare un'immagine improvvisa o più vivida rispetto alle altre immagini mentali.

- È possibile anche fare un rito di offerta in cui, mentre lo eseguiamo, ci concentriamo sulle nostre emozioni e sensazioni nel corpo, e vediamo se percepiamo sensazioni particolari come un cambio di temperatura, formicolii o emozioni insolite.
Al fine di avvertire la presenza divina, possiamo anche chiudere gli occhi e mettere i palmi delle mani in direzione del rito, magari ripetendo a bassa voce il nome dell'Entità fino a che non percepiremo qualcosa.

- Tra i metodi più moderni possiamo annoverare la visualizzazione: immaginiamo l'Entità che ci abbraccia, risplende o emana un fascio di luce che ci colpisce, ci riempie, ci pervade o ci penetra e scorre dentro di noi o direttamente nel nostro cuore.
Questa visualizzazione può essere eseguita mentre si ripete ritmicamente un inno, una rima/filastrocca di chiamata di propria invenzione, o anche soltanto il nome della Divinità.

- Se stiamo fuori nella Natura è ancora meglio: qui possiamo provare a sentire la Divinità nel fenomeno naturale ad essa associato, e magari tentare di percepire quel fenomeno con tutti i nostri sensi: con le sensazioni tattili che abbiamo mentre tocchiamo questo fenomeno o lo percepiamo avvicinandovi i palmi delle mani; con le sensazioni emotive che sentiamo sul nostro corpo; se ha un suono con l'udito; se ha un odore o un profumo (molti fenomeni apparentemente inodori hanno comunque una sensazione olfattiva ad essi associata: ad esempio anche il profumo della Natura di notte è un odore associabile alla notte) con l'olfatto; con la vista e con la sensazione di meraviglia che ci provoca l'osservare quel fenomeno, e così via.

- Possiamo anche visualizzare, mentre svolgiamo l'esercizio appena precedente, che la Divinità sia in quel fenomeno che percepiamo fuori. Proviamo a immaginarla in esso mentre proviamo a percepirlo con tutti i nostri 5 sensi.

- Possiamo anche fare un collegamento con i fenomeni naturali che avvengono dentro di noi: ad esempio il corpo e le sensazioni fisiche, la sensazione di essere seduti o in piedi, o di sentire tutto il nostro corpo sono associabili all'elemento terra; il movimento del nostro petto durante la respirazione e l'azione stessa di inspirare ed espirare sono connessi all'aria; il battito cardiaco e il nostro sangue che scorre, all'acqua; il calore, la determinazione, l'amore e la percezione di caldo nel petto, la nostra sensazione di esserci come spirito, come anima, al fuoco.

- Possiamo visualizzare questi elementi dentro di noi e fuori di noi, e immaginare la Divinità che percepiamo fuori che ci pervade e ci connette a quegli elementi a lei vicini che stanno anche in noi: noi diventiamo il suo tempio, un'estensione di lei. Siamo qualcosa di sacro.

- Possiamo anche rilassarci, fare un radicamento appoggiandoci su un albero e immaginare una Divinità solare che ci dona energia tramite dei rami che si ergono e fanno sbocciare un fiore che ne assorbe la luce, e una Divinità tellurica-lunare che ci dona energia dalle radici, e percepire così le due energie, maschile e femminile, solare e tellurica, mescolarsi in noi.

- Possiamo scaricare a terra i nostri problemi e sentire come la terra li faccia scorrere via lontano da noi, oppure possiamo immaginare che l'energia in eccesso dopo l'esercizio precedente scorra nella terra.

- Possiamo anche mettere una musica di tamburi e rilassarci, o con la respirazione profonda, con un rilassamento progressivo o body scan di tutto il corpo, o anche con un radicamento, e poi immaginare una porta davanti a noi (Mondo di Mezzo) o un'apertura che porta verso una scala a chiocciola, che a sua volta ci conduce verso una porta, un prato o una foresta; o in alternativa la discesa di una grotta che ci conduce verso il suo antro (Mondo di Sotto) e qui visualizzare la Divinità mentre mentalmente recitiamo il suo nome, sapendo che aprendo la porta o scendendo la incontreremo.

- Possiamo anche rilassarci poco prima di addormentarci, fare un body scan o un rilassamento progressivo di tutti i muscoli del nostro corpo finché non lo sentiremo totalmente rilassato, al punto da avere formicolii, ronzii o anche solo rilassatezza, quindi immaginare un corpo sopra di noi o accanto a noi che ci assomigli e spostarvi lì coscienza, cioè vedere dalla sua prospettiva, con i suoi occhi, il mondo che ci circonda.
A questo punto ci sposteremo tramite la visualizzazione attorno alla nostra stanza e poi attorno alla nostra casa, quindi immagineremo una porta, andremo verso una porta vera o gireremo attorno velocemente, immaginando - anzi, meglio, sapendo, avendo la certezza - che questo passaggio ci condurrà verso la Divinità, mentre reciteremo il suo nome.

- Possiamo anche usare la divinazione per contattare una Deità, magari facendole un'offerta e chiedendole subito dopo di rispondere alle nostre domande tramite tarocchi, pendolo, ecc. o anche soltanto mediante segnali nella Natura.


Un ulteriore quesito che mi hanno posto riguarda invece il messaggio percepito dalle Divinità in seguito a questi o ad altri esercizi. Cito:
"Se non si sente la 'voce' della Divinità ma soltanto un'emozione, vi è solo devozione ma non comunicazione nè contatto, oppure anche solo sentire il tocco dell'Entità è già un contatto?"

Anche solo percepire un'emozione, una sensazione, secondo me è già contatto. Poi ciascuno sceglie il metodo che gli piace di più.

- In questo senso è possibile percepire molto intensamente un'Entità tramite la ripetizione del suo nome o di un inno, mentre si canta e si danza con musica di sottofondo (ad esempio durante la celebrazione di un Sabba, ma anche indipendentemente da esso).

In ogni caso, non possiamo scegliere noi quale tipo di messaggio l'Entità ci darà. Se sarà un messaggio vocale, uno emotivo, una visione, un profumo o di un altro tipo ancora, lo deciderà la Divinità. Il nostro compito è essere passivi. Se cerchiamo di volere assolutamente quel tipo di messaggio piuttosto che un altro, rischiamo di direzionare e influenzare noi la visione e così facendo falsarla. Meglio sempre essere passivi e accettare quello che arriva, piuttosto che ricevere il tipo di messaggio o di visione che desideravamo e scoprire poi che è inautentico ed espressione soltanto delle nostre aspettative. Non dobbiamo farci alcuna aspettativa: quello che arriva arriva.

Noi possiamo al massimo fare gli esercizi in modo da porci in una posizione recettiva. Ma quello che ci dà la Divinità lo decide lei.
In ogni caso, ogni percezione extrasensoriale è già un contatto, e va bene così. Dobbiamo accettarlo come un regalo divino.
Non possiamo forzare il messaggio, possiamo appunto soltanto metterci in ricezione. Essendo gli Dei coloro che decidono come parlarci, farci aspettative o esigere che ci arrivi un tot messaggio lo falsa. Un messaggio falsato sarà espressione solo e soltanto della nostra mente, e non più della Divinità.
Al contrario, il messaggio deve essere spontaneo e per esserlo dobbiamo abbandonare ogni aspettativa e accettare come un dono qualunque cosa ci arrivi.

sabato 30 marzo 2019

Offerta a Diana e a Lucifero/Apollo



Occorrenti:

- Un tavolino che funga da altare;
- Due candele rappresentative delle Divinità (una gialla, per Lucifero, e una bianca, per Diana);
- Due portacandele (preferibilmente di colori simili a quelli delle candele);
- Due simboli rappresentativi delle Divinità (un Sole stilizzato per Lucifero e una Luna stilizzata per Diana);
- Due stick di incenso (frankincense) e portaincenso, o carboncino, incenso in grani e incensiere (da riempire con sabbia o sale, per evitare che con il calore del carboncino acceso lo crepi);
- Accendino o fiammiferi;
- Tarocchi o altri strumenti divinatori;
- Rosarietto devozionale (partendo da un rosario cristiano a cui si avrà rimosso la croce, lo si avrà purificato e riconsacrato a Diana e Lucifero con acqua, sale, incenso e fiamma di una candela atta allo scopo; oppure partendo da un japamala buddhista/induista, anch'esso da purificare e consacrare);
- CD, telefono o strumenti per la musica.

Durante i Sabba, aggiungere:- Un bicchiere e vino o altre bevande da bere;
- Uno o più piatti riempiti di pietanze;
- Tovaglioli e posate.


Schema dell'Offerta:

L'offerta in sintesi è composta dai seguenti step:
1) Accensione delle candele rappresentative delle Divinità;
2) Offerta di incenso;
3) Recitazione di uno o più inni;
4) Ripetizione dei nomi (aiutandosi, se lo si desidera, con un rosarietto devozionale);
5) Richiesta di protezione da ogni male;
6) Preghiera libera, ringraziamenti e richieste;
6b) Eventualmente (obbligatorio nei Sabba) banchetto in onore alle Divinità;
6c) Eventualmente (obbligatorio nei Sabba) danza o canto in onore alle Divinità;
7) Divinazione o trance;
8) Porgere le proprie scuse alle Divinità in caso di errori;
9) Espressione di amore nei confronti degli Dei;
10) Ringraziamento e saluti;
11) Spegnimento delle candele e lasciar bruciare l’incenso.


Svolgimento:

1) Chiamata della Dea Diana:
Accendi una candela bianca, che avrai posizionato vicino a un simbolo di Diana (come ad esempio una Luna stilizzata), dicendo:
"Chiamo la potente Dea della Luna,
il cui vero nome è sconosciuto alle labbra umane,
ma che s'aggrada di venir appellata
con il suono Diana.
Possa la luce che accendo
essere come un faro per te,
possa questa fiamma mutarsi
in un sentiero dorato
che tu attraverserai
per presenziare a questo rituale
che io eseguo in tuo onore.
Segui il sentiero, Diana!
Ti chiamo, Diana!
Diana, io ti invoco!
Sii presente, eterna Dea, in questo rito.
Così sia."


2) Offerta d'incenso a Diana:
Brucia un incenso (incenso puro su carboncino o uno stick al frankincense) in suo onore, dicendo:
"Ti offro questo incenso, Diana. Possa la sua fragranza arrivare a te ed allietarti. Possa quest'offerta esserti gradita e rafforzare il legame che intercorre tra noi. Ti prego, Diana, in cambio siimi propizia e veglia sempre su di me. Così sia."

3) Inni in onore a Diana:
Recita i seguenti inni:
"Ascolta, dea regina, portatrice di luce, Luna divina,
Diana che corri di notte, ti aggiri nell'aria,
notturna, portatrice di fiaccole, fanciulla, Diana dai begli astri,
crescente e calante,
splendente, ami i cani e gli altri animali,
madre del tempo, portatrice di frutti,
luminosa, che rischiari, ti accendi di notte,
che tutto vedi, ami la veglia, ti circondi di begli astri,
godi della tranquillità e della notte felice, dispensatrice di grazia, porti a compimento,
ornamento della notte,
guida degli astri, dall'ampio manto,
dal moto circolare, fanciulla sapientissima,
vieni, beata, benevola, dai begli astri, del tuo splendore
rifulgente, salvando i tuoi nuovi supplici, fanciulla."


A seguire:
"Ascoltami, o regina, figlia dai molti nomi di Giove,
Titana, Bromia, di gran nome, arciera, augusta,
a tutti visibile, Dea che porti la fiaccola, Dictinna, protettrice del parto,
soccorritrice nelle doglie e non iniziata alle doglie,
sciogli le cinture, ami infondere delirio, Dea della Luna, sciogli gli affanni,
dalla corsa veloce, saettatrice, vaghi di notte,
celebrata, affabile, scioglitrice, acceleri i parti, Spirito eccelso che nutri i figli dei mortali,
selvaggia, ctonia, dal destino felice,
che occupi i boschi dei monti, augusta,
signora, di tutto sovrana, bel germoglio, sei sempre,
silvestre, protettrice dei cani, cidonia, dalle forme cangianti:
vieni, dea salvatrice, cara, con tutti gli iniziati
affabile, portando dalla terra bei frutti
e l'amabile Pace e Salute dalle belle chiome;
manda invece alle sommità dei monti malattie e dolori."
E infine:
"Siamo sotto la protezione di Diana,
Diana con devozione cantiamo.
O figlia di Latona, illustre progenie dell’altissimo Giove,
tu che la madre accanto all’ulivo di Delo ha deposto,
perché signora dei monti tu fossi
e dei boschi lussureggianti
e delle balze nascoste
e dei fiumi sonori:
tu che Lucina dalle partorienti
in preda alle doglie sei chiamata,
tu che Trivia potente
e Luna sei chiamata per la luce
che eternamente rifletti
tu, o Dea, dividendo col tuo corso
mensile il cammino dell’anno,
la povera dimora del contadino
riempi di ricchi raccolti.
Che tu sia venerata con qualunque
nome desideri e alla stirpe
di noi mortali, come hai fatto sin da tempi lontani,
accorda benevola protezione."


4) Chiamata del Dio Lucifero/Apollo:Accendi una candela gialla, che avrai posizionato vicino a un simbolo di Lucifero/Apollo (come ad esempio un Sole stilizzato), dicendo:
"Chiamo il potente Dio del Sole,
il cui vero nome è sconosciuto alle labbra umane,
ma che s'aggrada di venir appellato
con il suono Lucifero.
Possa la luce che accendo
essere come un faro per te,
possa questa fiamma mutarsi
in un sentiero dorato
che tu attraverserai
per presenziare a questo rituale
che io eseguo in tuo onore.
Segui il sentiero, Lucifero!
Ti chiamo, Lucifero!
Lucifero, io ti invoco!
Sii presente, eterno Dio, in questo rito.
Così sia."

5) Offerta d'incenso a Lucifero:Brucia un incenso (incenso puro su carboncino o uno stick al frankincense) in suo onore, dicendo:
"Ti offro questo incenso, Lucifero. Possa la sua fragranza arrivare a te ed allietarti. Possa quest'offerta esserti gradita e rafforzare il legame che intercorre tra noi. Ti prego, Lucifero, in cambio siimi propizio e veglia sempre su di me. Così sia."

6) Inni in onore a Lucifero:Recita i seguenti inni:
"Ascolta, beato, tu che hai l'eterno occhio che tutto vede,
Titano di luce d'oro, luce del cielo,
da te stesso generato, instancabile, dolce vista dei viventi,
a destra genitore dell'aurora, a sinistra della notte,
che temperi le stagioni, danzando con piedi di quadrupede,
buon corridore, sibilante, fiammeggiante, splendente, auriga,
che dirigi il cammino con i giri del rombo infinito,
per i pii guida di cose belle, violento con gli empi,
dalla lira d'oro, che trascini la corsa armoniosa del cosmo,
che indichi le azioni buone, fanciullo che nutri le stagioni,
signore del cosmo, suonatore di siringa, dalla corsa di fuoco, ti volgi in cerchio,
Lucifero, portatore di luce, dalle forme cangianti, portatore di vita, fecondo Paian,
sempre giovane, incontaminato, padre del tempo, immortale,
sereno, luminoso per tutti, del cosmo l'occhio che tutto circonda,
che ti spegni e ti accendi di bei raggi splendenti,
indicatore di rettitudine, che ami i rivi, padrone del cosmo,
custode della lealtà, sempre supremo, per tutti d'aiuto,
occhio di rettitudine, luce di vita; o tu che spingi i cavalli,
che con la sferza sonora guidi la quadriga:
ascolta le parole, e agli iniziati mostra la via soave."

A seguire:
"Vieni, beato, Paian, uccisore di Tizio, Febo, Licoreo,
Menfita, splendidamente onorato, invocato col grido, datore di felicità,
Dalla lira d'oro, che proteggi la semina e l'aratro, Pizio, Titano,
Grinio, Sminteo, uccisore del Pitone, Delfico, indovino,
selvaggio, daimon Lucifero, portatore di luce, amabile, giovane glorioso,
guida delle Muse, istruttore del coro, che colpisci di lontano, saettatore,
Branchio e Didimeo, operante di lontano, Lossia, santo,
signore Delio, che hai l'occhio che tutto vede e dà luce ai mortali,
dalla chioma d'oro, che sveli sincere profezie e oracoli;
ascolta con animo benevolo me che prego per gli uomini:
perché tu vedi tutto questo etere infinito
e la terra felice di lassù, e attraverso la penombra
nella quiete della notte sotto la tenebra dagli occhi di stelle
hai scorto sotto terra le radici, e possiedi i confini del cosmo
tutto; a te stanno a cuore il principio e la fine,
fai fiorire ogni cosa, tutta la sfera celeste tu accordi
con la cetra sonora, talora andando al limite della corda più corta,
talora invece della più lunga, talora secondo il modo Dorico
accordando tutta la sfera celeste distingui le specie viventi,
con l'armonia contemperando per gli uomini il destino universale,
mischiando ugual misura d'inverno e d'estate per gli uni e per gli altri,
distinguendo nelle corde più lunghe l'inverno, nelle più corte l'estate,
nel Dorico il fiore fresco della primavera molto amabile.
Da qui i mortali ti celebrano col nome di signore che invii i sibili dei venti;
perché hai il sigillo che dà forma a tutto il cosmo.
Ascolta, beato, salvando gli iniziati dalla voce supplice."

E infine:
"Ascolta, o re del fuoco intellettuale, Titano dalle briglie d'oro,
ascolta Lucifero, dispensatore di luce, signore che possiedi la chiave
della fonte della vita, e che sui mondi materiali
dall'alto versi un copioso fiume d'armonia.
Ascolta, giacché tu, che hai sede nel mezzo al di sopra dell'etere,
e tieni il cuore dell'universo, circolo luminosissimo,
tutto riempisti della tua provvidenza, eccitatrice della mente.
I pianeti, cinti dalle tue fiamme perennemente vivide,
sempre, con incessanti e infaticabili movimenti circolari,
mandano a favore di quanti vivono sulla terra stille vitali,
e ogni generazione, sotto i vostri ricorrenti corsi,
rigermina secondo la legge delle Ore.
Il fragore degli elementi fra loro cozzanti cessa,
quando tu, ineffabile, appari.
A te cede il coro inconcusso delle Moire;
che torcono all'indietro il filo del destino ineluttabile,
quando lo vuoi; giacché sommamente sei potente e vastamente signoreggi.
Sei anche chiamato Febo, signore della sacra melodia;
giacchè divinamente cantando, al suono della cetra,
plachi l'enorme flutto della generazione dal cupo muggito,
e dal diffondersi della tua luce, che allontana i mali,
come dono soave, la salute diffondi,
dopo aver riempito il vasto universo di balsamica armonia.
Te cantiamo, oh glorioso padre,
che soccorri e liberi noi tutti, mortali
rimasti prigionieri degli ultimi recessi della materia,
a te, delicato Nume della Luce, dedichiamo i nostri canti.
E paventano la minaccia della tua agile sferza
i demoni malefici, agli uomini funesti, di cuor feroce,
che alle nostre infelici anime ordiscono danni,
affinché sempre nell'abisso della vita dal cupo fragore
soffrano sotto il peso del corpo, bramosi del giogo,
e dimentichino la dimora eccelsa e splendente dell'Uno.
Ma tu, ottimo fra gli Dei, coronato di fuoco, Nume beato,
immagine di tutte le cose, tu, che le anime elevi,
ascolta, e purificami da ogni peccato per sempre;
e la preghiera di molte lacrime accogli, e liberami
dal peccato che dà dolore, e tienmi lontano dalle espiazioni,
placando l'occhio vigile di Dike che tutto vede.
Ad opera del tuo aiuto sempre salutare
concedi all'anima mia la luce purissima e beatissima,
una volta dispersa la caligine, funesta ai mortali, prodotta da veleno
e al corpo il magnifico dono d'una perfetta salute.
Fa' ch'io diventi famoso e che, secondo il costume dei miei predecessori
possa aver cura delle Muse dalle amabili trecce.
Non turbato benessere, che nasce da amorosa pietà,
se tu vuoi, concedimi, o signore Lucifero, giacché facilmente puoi compiere.
Tu, infatti, possiedi saldo ed infinito vigore.
Ma se, per i fusi delle Moire, rotanti
sotto i fili tratti dai movimenti degli astri qualcosa di funesto
ci colpisce, distòrnalo con la forza dell'impeto tuo."
7) Recita dei sacri nomi degli Dei:Prendi in mano il rosarietto devozionale, dì:
"Diana, Dea della Luna, e Lucifero, Dio del Sole, recito i vostri sacri e antichi nomi in vostro onore. Possa questa mia offerta verbale esservi gradita e rafforzare il legame tra noi. Così sia."
A questo punto recita 108 volte il nome di Diana e poi 108 volte il nome di Lucifero (o viceversa).

Se ritieni che possa esserti utile e lo preferisci, puoi mettere una musica di sottofondo che ti ispiri devozione mentre ripeti i nomi delle Divinità.

8) Ringraziamento dello spirito del rosarietto:Termina dicendo:
"Antichi Dei, Diana e Lucifero, spero che questa mia offerta verbale vi sia stata gradita. Grazie".
Quindi bacia il rosarietto e, prima di riporlo, dì:
"Grazie spirito/i di questo rosarietto devozionale, per essere stato/i strumento/i attraverso cui ho potuto omaggiare gli Dei".

9) Inno ad entrambi gli Dei:Dopo aver ripetuto i loro nomi, recita il seguente inno:
"Ascoltate, o Dei, che avete il timone della sapienza sacra,
voi che, dopo aver destato il fuoco che in alto solleva,
agli immortali riconducete le anime dei mortali,
che hanno lasciato il tenebroso recesso,
purificatesi con le iniziazioni ineffabili degli inni.
Ascoltate, o salvatori possenti,
e mostratemi la luce pura, dopo aver dispersa la caligine,
acciocché io possa riconoscere bene il Dio immortale e l'uomo;
e sotto i gorghi letei il demone malefico
non ritenga per sempre me lontano dai beati;
e nei flutti dell'orrida generazione caduta,
l'anima mia, che pur non vuole a lungo errare,
un'espiazione terribile non costringa nei ceppi della vita.
Ma, o Dei, guide di sapienza, fulgidissima,
ascoltatemi, e a chi si affretta verso un cammino che porta in alto,
rivelate i santi deliri e le iniziazioni delle parole sacre."

10) Richiesta di protezione da ogni male:Chiedi agli Dei protezione da ogni pericoli, malattia e maledizione. Domanda loro anche che ti concedano una buona salute fisica, psicologica e spirituale.

11) Prega liberamente:
Parla di quello che vuoi, condividi con loro i momenti che più ti hanno colpito o qualunque altro argomento che tu desideri. Ringraziali per ciò che ti è successo di bello nella tua vita.
In questa fase puoi chiedere favori e ringraziare gli Dei per le richieste che ti hanno esaudito.

Ricorda:
se hanno esaudito una tua richiesta, è sempre bene ringraziarli, o in questa fase o, ancora meglio, con un ulteriore rito devozionale da aggiungersi a quello che normalmente fai settimanalmente (o quotidianamente, a seconda dei casi).

Inoltre, se prometti qualcosa in cambio di un favore, rammenta che devi assolutamente offrirlo appena hai modo subito dopo aver ricevuto il favore. Non te ne dimenticare assolutamente!

12) Danza e/o canto:
In onore agli Dei, se vuoi, recita altri inni, metti della musica, canta, balla per loro, dedica loro delle canzoni o delle poesie.

Questo step, che è facoltativo, diventa obbligatorio durante il Sabba (ovvero durante le Lune Piene, i Giovedì delle Quattro Tempora, la notte di san Giovanni, la notte dei morti tra il 1° e il 2 novembre e le Dodici Notti tra Natale e l’Epifania [o direttamente la notte dell’Epifania]; se non vuoi seguire un calendario dei Sabba puoi decidere anche solo una volta al mese. L'importante non è il giorno ma la regolarità).

13) Banchetto in onore alle Divinità:Obbligatoriamente durante il Sabba, e facoltativamente durante l'offerta, prima o dopo la danza/musica/recita di inni o poesie, prenderai il piatto del cibo e il bicchiere con vino o latte o birra o succo di frutta o altre bevande che avrai posto in precedenza sull'altare assieme a dei tovaglioli e delle posate, e dirai:
"Diana e Lucifero, questo è il mio banchetto per voi. Possa esso recare piacere a voi quanto ne reca a me. Possa io mangiare con le vostre bocche, assaporare con le vostre lingue e gustare con i vostri palati! Oh Diana, oh Lucifero, mangio e bevo adesso in vostro onore!"
A questo punto mangia, restando concentrato sull'atto.

14a) Divinazione:


Prendi il mazzo di tarocchi o altri mezzi di divinazione che usi e dì:
"Diana e Lucifero, Antichi e splendidi Dei, vi prego, usate queste carte come strumento per parlare con me. Vi prego rivelatemi, mediante questo mazzo, [domanda]"
Quindi leggi e fai una o varie letture, chiedendo ogni volta cose diverse (non chiedere due volte la stessa cosa. Se non hai capito dì qualcosa come:
"Scusate, non ho capito, potreste dirmi, mediante queste carte, cosa intendevate?").

Quando hai finito, ringrazia gli Spiriti delle Carte o degli altri strumenti divinatori, dicendo:
"Grazie, Spiriti di queste carte, per essere stati strumento attraverso cui ho potuto parlare con Diana e Lucifero".
Quindi ringrazia le Divinità, dicendo:
"Grazie mille Diana, grazie mille Lucifero, grazie mille Antichi Dei, per avermi parlato mediante queste carte".

14b) Trance: Al posto della divinazione, è possibile eseguire la trance.
In questo caso dì:
"Diana, Antica Dea della Luna, Lucifero, Antico Dio del Sole, Antichi e Splendidi Dei, vi prego, rivelatevi a me in visione, ora che mi appresto ad andare in stato alterato di coscienza. Grazie antichi Dei."
Quindi chiudi gli occhi e dì:
"Voglio incontrarti, Diana. Voglio incontrarti, Lucifero. Voglio incontrarvi Antichi Dei."
Quindi ripeti, prima ad alta voce e poi a bassa voce e poi ancora mormorando solo con le labbra, i nomi delle Divinità. Per questo esercizio puoi riprendere il rosarietto, avendo cura di ringraziarne lo spirito alla fine della sessione.
Concentrati sui nomi delle Divinità e sul nero dietro le palpebre.
Se ti senti di esserti distratto, ritorna ai nomi.
Puoi anche associare i nomi al respiro.
Ad esempio:
"Luciferoo" inspirando
"Dianaa" espirando

o, alternando i due nomi:
"Luuciii" inspirando
"feeroo" espirando
e poi:
"Diaaa" inspirando
"Naaa" espirando.
Oppure, infine, sussurrandoli, ad esempio:
"Luuu ciii fee rooo" e "Diiii aaaaa naaa"
Decidi tu.
Metti la sveglia impostandola su 30 minuti. Non ti dovrai distrarre.
Quando avrai finito, ringrazia sia Diana che Lucifero per l'esperienza (indipendentemente da quanto avrai visto) e scrivi subito sul tuo grimorio (che avrai messo sull'altare in precedenza) la tua esperienza. Quindi procedi allo step successivo.
Quando sarai diventato più bravo, potrai chiedere alle Divinità di rivelarti qualcosa. Ad esempio prima chiederai:
"Voglio incontrarti, Diana. Voglio incontrarti, Lucifero. Voglio incontrarvi Antichi Dei".
Quando avrai avuto delle visioni delle Divinità, chiederai ad alta voce:
"Vi prego Antichi Dei, rivelatemi se [domanda]".
15) Porgere le proprie scuse alle Divinità in caso di errori:
Dì, rivolgendoti a entrambi:
"Antica Dea della Luna, Diana, e Antico Dio del Sole, Lucifero, Antichi e Splendidi Dei, perdonatemi vi prego per qualunque cosa io abbia detto, fatto o pensato che vi abbia potuto offendere, vi abbia offeso o abbiate reputato offensivo. Vi prego di perdonarmi.
Fate sì, ve ne prego, che i miei errori non mi rechino danni, ma anzi, che il mio chiedervi scusa mi porti solo benefici"
.


16) Espressione di amore nei confronti degli Dei:
Deve venire dal proprio cuore, ma una base può essere qualcosa come (rivolto a Diana):
"Antica Dea della Luna, Diana, ti voglio un mondo di bene, ti amo e ti adoro. Ti amo, Diana, come un figlio ama sua madre, e molto, molto di più. Madre mia, Diana, grazie di esistere e di aver riempito la mia vita con la tua Divina Presenza. Grazie."
Similmente, a seguire, rivolto a Lucifero:"Antico Dio del Sole, Lucifero, ti voglio un mondo di bene, ti amo e ti adoro. Ti amo, Lucifero, come un figlio ama suo padre, e molto, molto di più. Padre mio, Lucifero, grazie di esistere e di aver riempito la mia vita con la tua Divina Presenza. Grazie."
17) Ringraziamento e saluti a Diana:Dirigiti verso la candela di Diana e ringraziala, dicendo:
"Grazie Diana, Antica Dea della Luna, per essere stata presente in questo rituale. Ti ringrazio, Potente Nume, ti ringrazio, Diana". Inchinati, quindi spegni la candela e lascia consumare l'incenso in suo onore.
18) Ringraziamento e saluti a Lucifero:Dirigiti verso la candela di Lucifero e ringrazialo, dicendo:
"Grazie Lucifero, Antica Dio del Sole, per essere stato presente in questo rituale. Ti ringrazio, Potente Nume, ti ringrazio, Lucifero". Inchinati, quindi spegni la candela e lascia consumare l'incenso in suo onore.

Offerta-Evocazione e Offerta-Trance



Esistono due modi di fare l'offerta. L'offerta-evocazione (in cui si chiama la Divinità con un pathos via via sempre più crescente e la si percepisce tramite sensazioni, emozioni, cambiamenti nella temperatura della stanza e/o movimenti della fiamma della candela) e l'offerta-trance (in cui si chiama la Divinità in uno stato di trance meditativo e la si percepisce tramite visioni o messaggi di altro tipo che arrivano alla mente).

:: Offerta evocazione ::

- Accendi una candela rappresentativa, dicendo:
"Sono qui per te, X. Questa è la mia offerta per te".

- Brucia l’incenso o le erbe (sul carboncino o come stick), dicendo:
"Possano il profumo di queste erbe (o di questo incenso) e il suono della mia voce giungere sino a dove tu dimori. Io sarò tuo solo se tu sarai mio/a".

- Recita un inno alla Divinità. Va bene anche una poesia scritta di proprio pugno.

- Ripeti il nome della Divinità facendo (almeno) un intero giro di rosario (usando un rosario cristiano togliendo la croce, purificandolo e riconsacrandolo alla Divinità pagana a cui sei devoto, o impiegando direttamente un japamala buddhista/induista, sebbene anche in questo caso sia preferibile purificarlo e consacrarlo durante un rito di offerta). Se preferisci, mentre ripeti il nome della Divinità metti di sottofondo una musica che ti ispiri devozione.

- Fermati un attimo e cerca di concentrarti sulle tue sensazioni, sulla temperatura, sulle tue emozioni e/o sulla fiamma della candela. Senti qualcosa?

- Se non senti ancora niente, torna a recitare i nomi, ma con un crescendo e soprattutto con molto, molto pathos.
Quando non ce la fai più grida il nome della Divinità dicendo:
"X, io ti chiamo, ti prego, fammi percepire la tua presenza!"

- Ti fermi nuovamente e cerchi di concentrarti sulle tue sensazioni, sulla temperatura, sulle tue emozioni e/o sulla fiamma della candela. Senti qualcosa?

- Se non senti ancora niente ripeti questi step ancora una volta.

- Quando percepisci, elogia la Divinità, falle complimenti, ringraziala per ciò che di buono ti è accaduto nella vita.

- Chiedile di proteggerti da ogni maledizione, da ogni male e da ogni malattia. Chiedile di darti la buona salute.

- In suo onore, se vuoi, recita altri inni, metti della musica, canta, balla in suo onore, dedicale delle canzoni o delle poesie.
Questo step, che è facoltativo, diventa obbligatorio durante il Sabba (ovvero durante le Lune Piene, i Giovedì delle Quattro Tempora, la notte di san Giovanni, la notte dei morti tra il 1° e il 2 novembre e le Dodici Notti tra Natale e l’Epifania [o direttamente la notte dell’Epifania]; se non vuoi seguire un calendario dei Sabba puoi decidere anche solo una volta al mese. L'importante non è il giorno ma la regolarità)

- Durante il Sabba, prima o dopo la danza/musica/recita di inni o poesie, prenderai il piatto del cibo e il bicchiere con vino o latte o birra o succo di frutta o altre bevande (magari non red bull e coca cola, qualcosa di più sofisticato) che avrai posto in precedenza sull'altare assieme a dei tovaglioli e delle posate, e dirai:
"X, questo è il mio banchetto per te. Possa esso recare piacere a te quanto ne reca a me. Possa io mangiare con la tua bocca, assaporare con la tua lingua e gustare con il tuo palato! Oh, X, mangio e bevo adesso in tuo onore!"
E mangi, restando concentrato sull'atto.

- Prega liberamente.

- Prendi il mazzo di tarocchi e/o il pendolo o altri mezzi di divinazione che usi e dì:
"X, ti prego, usa queste carte come strumento per parlare con me. Ti prego rivelami, mediante questo mazzo, [domanda]"
Quindi leggi e fai una o varie letture, chiedendo ogni volta cose diverse (non chiedere due volte la stessa cosa. Se non hai capito dì qualcosa come:
"Scusa, non ho capito, potresti dirmi, mediante queste carte, cosa intendevi?").

- Quando hai finito, ringrazia gli Spiriti delle Carte o degli altri strumenti divinatori (dicendo:
"Grazie, Spiriti di queste carte, per essere stati strumento attraverso cui ho potuto parlare con X") e la Divinità (dicendo:
"Grazie, X, per avermi parlato mediante queste carte").

- Ringrazia la Divinità dicendo:
"Grazie X per essere stato/a presente in questo rituale. Ti voglio bene e ti amo, come un figlio ama sua madre/suo padre, e molto, molto di più. Ti ringrazio per aver presenziato a questo rito. Ti ringrazio, Potente Nume, ti ringrazio, X".

- Quindi spegni la candela rappresentativa e lascia consumare l'incenso/erbe


:: Offerta trance ::

Se invece, al posto di voler ricevere segnali come sensazioni, emozioni, temperatura e/o fiamma della candela, vorresti direttamente avere visioni della Divinità, ecco una variante.
L'offerta-trance è più lunga dell'offerta-evocazione, perché oltre al tempo di eseguire tutto il rito, c'è bisogno anche del tempo dell'eseguire la trance (che sono all’incirca 30 minuti).
Di norma, comunque, non è necessario fare un'offerta-trance.
È meglio, per non affaticarsi, fare un’offerta-evocazione almeno 1 volta a settimana e fare sessioni di trance slegate dalle offerte 2-3 volte a settimana.

Procedimento:

- Accendi una candela rappresentativa, dicendo:
"Sono qui per te, X. Questa è la mia offerta per te".

- Brucia l’incenso o le erbe (sul carboncino o come stick), dicendo:
"Possano il profumo di queste erbe (o di questo incenso) e il suono della mia voce giungere sino a dove tu dimori. Io sarò tuo solo se tu sarai mio/a".

- Recita un inno alla Divinità. Va bene anche una poesia scritta di proprio pugno.

- Fai un giro di rosario con il nome della Divinità.

- In questo momento non è necessario che ti concentri su cosa percepisci. Il rosario, in questa prima fase, è solo un atto di omaggio.

- Adesso elogia la Divinità, falle complimenti, ringraziala per ciò che di buono ti è accaduto nella vita.

- Chiedile di proteggerti da ogni maledizione, da ogni male e da ogni malattia. Chiedile di darti la buona salute.

- In suo onore, se vuoi, recita altri inni, metti della musica, canta, balla in suo onore, dedicale delle canzoni o delle poesie.
Questo step, che è facoltativo, diventa obbligatorio durante il Sabba (ovvero durante le Lune Piene, i Giovedì delle Quattro Tempora, la notte di san Giovanni, la notte dei morti tra il 1° e il 2 novembre le Dodici Notti tra Natale e l’Epifania [o direttamente la notte dell’Epifania]; se non vuoi seguire un calendario dei Sabba puoi decidere anche solo una volta al mese. L'importante non è il giorno ma la regolarità)

- Durante il Sabba, prima o dopo la danza/musica/recita di inni o poesie, prenderai il piatto del cibo e il bicchiere con vino o latte o birra o succo di frutta o altre bevande (magari non red bull e coca cola, qualcosa di più sofisticato) che avrai posto in precedenza sull'altare assieme a dei tovaglioli e delle posate, e dirai:
"X, questo è il mio banchetto per te. Possa esso recare piacere a te quanto ne reca a me. Possa io mangiare con la tua bocca, assaporare con la tua lingua e gustare con il tuo palato! Oh, X, mangio e bevo adesso in tuo onore!"
E mangi, restando concentrato sull'atto.

- Prega liberamente.

- Al posto della divinazione, eseguirai la trance.
Chiudi gli occhi e dì:
"Voglio incontrarti, X"
Quindi riprendi il tuo rosarietto e ripeti, prima ad alta voce e poi a bassa voce e poi mormorando solo con le labbra, il nome della Divinità.
Concentrati sul nome della Divinità e sul nero dietro le palpebre.
Se ti senti di esserti distratto, ritorna al nome.
Puoi anche associare il nome al respiro.
Ad esempio (prendendo ad esempio Diana come Divinità omaggiata nel rituale):

"Diaaa" inspirando
"Naaa" espirando

Oppure sussurrandolo, tipo:

"Diiii aaaaa naaa"

Decidi tu.

Metti la sveglia impostandola su 30 minuti. Non ti dovrai distrarre.

Quando avrai finito, ringrazia la Divinità per l'esperienza (indipendentemente da quanto avrai visto) e scrivi subito sul tuo grimorio (che avrai messo sull'altare in precedenza) la tua esperienza. Quindi procedi agli step successivi.

Quando sarai diventato più bravo, potrai chiedere alla Divinità di rivelarti qualcosa. Ad esempio prima chiederai:
"Voglio incontrarti, X".
 
Quando avrai avuto delle visioni della Divinità, chiederai ad alta voce:
"Ti prego X, rivelami se [domanda]".

- Ringrazia la Divinità dicendo:
"Grazie X per essere stata presente in questo rituale. Ti voglio bene e ti amo, come una figlia ama sua madre, e molto, molto di più. Ti ringrazio per aver presenziato a questo rito. Ti ringrazio, Potente Nume, ti ringrazio, X".

- Quindi spegni la candela rappresentativa e lascia consumare l'incenso/le erbe.


Riassunto 

Ricapitolando, la pratica base consiste in:

- offerta (offerta-evocazione od offerta-trance indifferentemente) 1-2 volte a settimana.
L'offerta in sintesi è composta dai seguenti step:
1) Accensione della candela rappresentativa della Divinità;
2) Offerta di incenso;
3) Recitazione di uno o più inni;
4) Ripetizione dei nomi (aiutandosi, se lo si desidera, con un rosarietto devozionale);
5) Richiesta di protezione da ogni male;
6) Preghiera libera, ringraziamenti e richieste;
6b) Eventualmente (obbligatorio nei Sabba) banchetto in onore alla Divinità;
6c) Eventualmente (obbligatorio nei Sabba) danza o canto in onore alla Divinità;
7) Divinazione o trance;
8) Porgere le proprie scuse alla Divinità in caso di errori;
9) Ringraziamento e saluti;
10) Spegnimento delle candele e lasciare bruciare l’incenso.

- trance (sessioni separate od offerta-trance) 3 volte a settimana, e alla fine dell'esperienza scrivi subito sul grimorio;

- Sabba o 1 volta al mese o seguendo il calendario delle Lune Piene, Giovedì delle 4 Tempora, notte di san Giovanni, notte dei morti e Dodici Notti (o soltanto la notte dell’Epifania).
Il Sabba, come già detto, è semplicemente l'offerta a cui si aggiunge danza e banchetto.