martedì 26 dicembre 2017

Politeismo Profondo: il Libero Arbitrio degli Dei



Buona sera.
Oggi vorrei parlare con voi del libero arbitrio e dell'indipendenza degli Dei.
Iniziamo parlando della comprensione della natura degli Dei, e di come Essi differiscano da altre forme come gli archetipi.
In ambito politeista, soprattutto nel mondo anglofono, si parla spesso di questo punto, ma qui in Italia sembra ancora misconosciuto. Eppure è una questione cruciale.
Il Politeismo è la relazione con gli Dei, e non possiamo intessere relazioni vere con esseri che non hanno libero arbitrio.
La chiave per comprendere la natura degli Dei e ciò che li distingue dagli archetipi, infatti, è il libero arbitrio.

Uno dei motivi per cui la gente confonde gli archetipi per gli Dei è che, nella nostra esperienza, si presentano assieme. Gli archetipi, lo sappiamo, sono immagini provenienti dalla consapevolezza (o dall'inconscio) collettiva degli esseri umani, che sono riflessi dell'esperienza umana come specie.
Ovviamente la presenza degli Dei ha accompagnato la quasi totalità dell'esistenza umana, anche nell'epoca monoteista, dove sono sopravvissuti almeno come miti.
Quando noi quindi facciamo esperienza degli Dei (ad esempio in stato alterato di coscienza o nei sogni), non potendo percepirli totalmente perchè la loro essenza ci sovrasterebbe, gli archetipi fungono da "maschera" o manifestazione degli Dei stessi, che in questo modo vengono "tradotti" dalla nostra limitata coscienza.
Per questo motivo le persone spesso trovano difficile separare l'esperienza psicologica degli archetipi dall'esperienza spirituale di un Dio, visto che saper riconoscere la differenza richiede non solo consapevolezza ma anche una consapevolezza *allenata*.

D'altra parte, come politeisti, riconosciamo che gli Dei esistono al di là della maschera che mettono, riconosciamo che si tratta di forze reali, che esistono indipendentemente dalla nostra esperienza, e che possono agire su di noi (inclusi effetti fisici) indipendentemente dal fatto che crediamo o meno che siano reali.

Immaginate un secondo una chiesa con una vetrata colorata. La vetrata si illumina grazie alla luce solare.
Il Sole esiste indipendentemente dalla vetrata, così come gli Dei esistono indipendentemente dall'archetipo, ovvero dall'immagine, dal simbolo o dalla rappresentazione di Essi come noi li esperiamo o che abbiamo interiorizzato come specie nell'inconscio collettivo.
La vetrata al contrario, proprio come gli archetipi, è una creazione umana, e non esisterebbe senza di noi.

Un'altra metafora può essere il vestito. Gli archetipi sono i vestiti degli Dei. Poniamo ad esempio il Fabbro. E' un archetipo che troviamo in diverse culture, indica trasformazione, il potere di forgiare la propria realtà, abilità e capacità di creare cultura materiale o espressione di sè mediante l'arte.
Ma facciamo attenzione. L'archetipo ci dice solo la funzione psicologica e culturale del Fabbro. L'archetipo, lo vediamo, non ci dice la storia dell'essere che lo occupa.
Per conoscere la storia del Dio che indossa il vestito di Fabbro, dobbiamo guardare al di là dell'immagine, dobbiamo osservare più a fondo rispetto al mero vestito.
Dobbiamo chiedere all'Essere qual è la sua identità, il suo nome, la sua storia.

Perchè sì, gli Dei hanno storie e identità come tutti gli altri esseri viventi. Ad esempio Goibniu, uno degli Dei fabbri nella cultura irlandese, ha una sua identità e storia diverse da Efesto, da Weland, e da tutti gli altri Dei fabbri che possiamo nominare.
L'archetipo che ognuno di questi Dei può incarnare ci dice soltanto il Loro lavoro. Non ci dice Chi sono quegli Dei.

Questo non significa che non si possa avere una relazione con un archetipo, si può! Ma è una relazione inerentemente funzionale, non personale. Non può esserci devozione, perchè è un lavoro. E' una maschera.
La relazione che si intrattiene con gli Dei considerandoli archetipi è la stessa che si ha andando dal fabbro umano come cliente. Non saprai mai chi è al di là del suo lavoro. Non saprai che magari si chiama Fabio, ha due bambini, ha una moglie, come si sono conosciuti e così via. Non è personale.
La relazione non va al di là del reame della funzione, non va al di là del definire quanto bene Fabio svolge la sua funzione di fabbro per i suoi clienti.
Non saprai mai qual è il suo nome, come mai ha scelto quel lavoro, cosa fa dopo il lavoro, la sua famiglia, la sua storia personale, cosa ha studiato, quali sono i suoi interessi, cosa gli piace, se vuole uscire per una birra con te, se gli piace la birra, e così via. Non lo stai trattando come un essere reale, ma come una funzione.

Non avrai mai un'amicizia, una relazione vera con un Dio, finchè non arriverai ai dettagli personali che ti fanno dire che, ad esempio, lui non è "il Dio Fabbro". Lui per te, in primis, è Goibniu. Perchè è diventato una persona per te piuttosto che una funzione.

Facciamo un altro esempio. Immaginiamo l'archetipo della Vecchia Saggia, della "Crone": una fattucchiera con capelli lunghi e grigi, vestita di nero, arriva all'uscio della tua porta di notte, e chiede di entrare.
Beh peccato che non sia proprio l'archetipo della tua dolce vecchina saggia, si tratta di Badb. E non è venuta per offrirti lezioni sulla conoscenza karmica delle ere, è lì per maledirti riducendoti a frammenti tremolanti finchè ciò che rimarrà di te dopo che gli uccelli ti avranno strappato con i loro artigli pezzo dopo pezzo avrà lasciato la casa.
Oops. E adesso?

Adesso ci rendiamo conto che aver ridotto gli Dei ad archetipi, ovvero aver preso in considerazione solo gli aspetti essenziali, quelli che corrispondono ai pattern archetipici, ignorando altri dettagli, non ci ha fatto comprendere Chi fosse in realtà quella figura.
Avremmo dovuto badare ai nomi e agli attributi che facevano riferimento alla sua persona, e non solo al suo archetipo.

Ah, e rendiamoci conto che fare questo con le persone, cioè quando presumiamo di conoscere il carattere essenziale di qualcuno basandoci su certi parametri identificati, si chiama fare profiling.
Trattare gli Dei come archetipi, l'archetipo della Crona, del Fabbro... è molto simile al profilare. E' trattare il vestiario della persona come se fosse determinante della sua identità, delle sue motivazioni e del suo impatto.
Con le persone ci siamo resi conto che profilare cancella l'umanità dell'individuo, il suo carattere individuale, e il suo libero arbitrio. Per rendere giustizia alla loro persona, dobbiamo voler andare a vedere più a fondo.
Le persone con disabilità probabilmente sapranno di cosa sto parlando. Se hai speso parte della tua vita sulla sedia a rotelle, probabilmente le persone si saranno approcciate a te non come Luca, Claudia o con il tuo nome, ma come "Disabilità". Sei stato archetipato.
Stessa cosa con le persone di altre etnie, di orientamenti sessuali diversi da quello etero, e così via: sei stato sicuramente stereotipato. Ovvero sei stato archetipato. Stereotipizzare è subordinare l'identità di una persona a ciò che gli altri pensano quella persona *rappresenti*. E' la riduzione della persona allo status di simbolo.
Archetipizzare è stereotipizzare gli Dei.

Sappiamo che è deumanizzante, è la negazione della persona. Incrina inevitabilmente la relazione. Non puoi formare una relazione autentica con qualcuno se non sei disposto a vedere chi egli è.
Eppure lo applichiamo con gli Dei tutto il tempo. Cosa "rappresenta" questo Dio o questa Dea? La Morrigan rappresenta la violenza. Badb rappresenta la morte. Goibniu rappresenta l'abilità. Non riusciamo a renderci conto che riduciamo l'identità e la personalità dell'individuo a un simbolo di una categoria funzionale? Se riconosciamo che questo pensiero è deumanizzante verso le persone, perchè pensiamo sia appropriato verso gli Dei?

Quando trattiamo gli Dei come archetipi o trattiamo gli archetipi come aspetto primario degli Dei, abbiamo rimosso il libero arbitrio degli Dei dalla narrazione della loro storia.
Diventano riflessi di un'immagine, abbiamo cancellato il loro libero arbitrio. E questo mi riporta a un messaggio centrale, qualcosa che penso sia fondamentale per il Politeismo: il libero arbitrio e pertanto l'indipendenza degli Spiriti e degli Dei.

Adesso che ci rendiamo conto che gli Dei sono esseri con libero arbitrio, rendiamoci conto anche che gli Dei non sono distributori automatici in cui inserisci le monete-devozione e bum! fuoriescono benedizioni e favori.

Consideriamo l'idea che gli Dei siano persone. Divine, più grandi degli esseri umani, ma sempre persone; che hanno identità che importano e che non si possono ridurre a status simbolici. Le persone non esistono come estensione di noi, non esistono per il nostro beneficio, ma hanno una sovranità su loro stessi, sono indipendenti da noi.
Sono loro il centro del loro esistere, non noi.
Sono agenti attivi delle loro storie.
Sono persone il cui consenso, interesse e voglia a partecipare nella relazione con noi non solo importano, ma sono anche primari a questa stessa relazione.

E' quando riconosciamo queste verità che possiamo iniziare a coltivare relazioni vere. Quando ci importa di qualcuno come persona e non come funzione o simbolo, quando cerchiamo relazioni non per i benefici che possiamo ottenere, ma perchè troviamo che quella persona è importante per noi.
Lo stesso vale con gli Dei: l'intimità devozionale inizia quando andiamo oltre all'archetipare, oltre al trattarLi come simboli, oltre al chiedere "cosa rappresentano". Inizia quando smettiamo di vederli come rivenditori automatici di favori e iniziamo a offrire la moneta della devozione per la Loro importanza inerente nel loro stesso esistere.
Inizia quando smettiamo di comandarli o di chiedere chiedere chiedere e iniziamo a celebrare la loro indipendente magnificenza, indipendentemente da qualunque cosa ciò porti a noi.

Il libero arbitrio è la chiave. Entrare in relazioni genuine dove uno parla all'altro è riconoscere che l'Essere con cui parliamo ha la sua storia, il suo contesto, i suoi obiettivi, indipendenti dai nostri. Il Politeismo, come pratica religiosa delle relazioni, può avere inizio solo quando riconosciamo e onoriamo il libero arbitrio e l'indipendenza degli Esseri Spirituali. Le loro vite e forze vitali non sono in mano nostra, non abbiamo nè il diritto nè la possibilità di comandarli. Le loro azioni non sono qui per il nostro piacere o anche solo per insegnarci qualcosa. Non siamo il centro del mondo.
Gli Spiriti e gli Dei vivono nel mondo come facciamo noi, esistono per i Loro propri motivi e non per i nostri, inseguono il Loro destino e i loro obiettivi, non i nostri. Hanno i loro progetti.

Tutta questa confusione tra Dei e archetipi probabilmente deriva da una visione del 20simo secolo, più precisamente dall'apporto Jungiano alla psicoanalisi.
Nella scuola Jungiana gli archetipi sono presentati come immagini animate interne all'inconscio collettivo dell'umanità, che riflettono le esperienze umane fondamentali, come una sorta di immagini perenni o forme pure platoniche, che si esprimono attraverso diversi personaggi in diverse culture.
Quindi, secondo questa idea, il Fabbro archetipale esiste prima come archetipo nell'anima umana, e poi è espresso nella forma di diversi Dei-fabbri. Poichè parliamo di un modello psicologico, esso pone la psiche umana all'origine degli Dei, dipingendoli come immagini rifratte da questi archetipi perenni in diverse forme culturali.

Un'alternativa a questa visione è quella per cui invece gli archetipi sarebbero ombre degli Dei lasciate nel paesaggio della nostra immaginazione collettiva. Qualcosa di simile all'impronta lasciata da un piede sulla sabbia, solo che gli Dei non hanno lasciato le loro impronte sulla sabbia ma sul nostro paesaggio interiore.
Si tratta dunque di ombre, ombre che registrano semplicemente le funzioni.
Gli archeologi allo stesso modo quando scoprono le rimanenze di un accampamento trovano impronte come urne, ossa, fortificazioni, resti che mostrano dove si lavorava e dove si dormiva e così via.
Queste impronte sono impersonali, comunicano esclusivamente funzioni: protezione, coesione sociale, condivisione del cibo e così via.
Ma i nomi, le identità, le storie e le vite delle persone non vengono registrate. Gli elementi personali della storia sono persi.

La visione del 20simo secolo ha dipinto gli Dei come simboli statici della Natura o della psiche umana, ignorando la natura dinamica degli Dei. La chiave per questa natura dinamica è la storia.
Gli esseri viventi non esistono e basta, hanno anche storie.
Non sto parlando dei miti, alcuni Dei non hanno miti, ma tutti hanno una storia storica. Ovvero la storia in cui sono stati riconosciuti dall'umanità come Dei.
Questo non perchè senza il nostro riconoscimento non sarebbero esistiti, anzi! Ma perchè senza non avremmo avuto alcuna consapevolezza di Essi come Dei. Probabilmente ci saranno tantissimi altri (forse costituiscono addirittura la maggioranza) Dei che non hanno alcuna voglia di mettersi in contatto con noi, ma questo sebbene rispettabile ci impedisce di conoscerli.

Gli Dei sicuramente avranno visto il mondo, anche i più recenti Numi hanno una conoscenza infinitamente maggiore di noi delle persone che hanno attraversato un dato posto, degli animali che vi hanno stazionato, del sapere che ha viaggiato, sia umano che naturale che sovrannaturale.
Queste storie possono essere raccontate. Queste storie sono molto più del semplice "simbolizzare" o "rappresentare" una funzione.
Non dobbiamo limitarci a questo, nè scambiare la storia della Loro vita con la mitologia.
La loro storia include la nascita (tranne per Dei esistenti da sempre), quando sono stati conosciuti per primi, dove hanno viaggiato, chi hanno portato, dove sono arrivati e dove hanno posto radici. Come sono stati venerati, cosa si è offerto loro nelle diverse località. Quali linguaggi hanno ascoltato e appreso, come sono stati chiamati durante questi movimenti.
In che relazione sono con altri Dei, come tali relazioni sono cambiate, e così via.

Ho fatto solo accenni, perchè le domande sono infinite, così come sembrano infinite le domande da fare a persone che vorresti conoscere e con cui ti trovi bene: in quei casi, come in questo, vorresti sapere ogni cosa dell'altro, e a quel punto una domanda segue l'altra, potresti stare a parlare e ascoltare l'altro per mesi e mesi senza interruzione. Questo stesso principio vale anche per gli Dei.
Succede quando ci innamoriamo, quando scopriamo nuovi amici o parenti, e quando abbiamo l'opportunità di parlare con qualcuno che ammiriamo. E' quello che succede quando scopriamo l'umanità di qualcuno: vogliamo conoscere tutto di lui, ogni singolo dettaglio della sua vita e della sua storia.
Perchè non dovrebbe essere così anche per i Numi?

Quando riconosciamo gli Dei come Esseri con identità proprie piuttosto che come simboli, l'espansione avviene. Maggiori opportunità di apprendere, maggiore connessione e relazioni. Nuove e più profonde domande si infiltrano nella testa e richiedono risposte. Risposte che arrivano.
Quest'espansione, questo penetrare più a fondo, è un indicatore che si è sulla strada di qualcosa di importante.
Spesso si dice che se si esegue bene la religione, ci si sente come un pozzo senza fondo: più si va a fondo, più si scopre quanto a fondo ancora si può andare.
Questo è ciò che succede quando iniziamo a riconoscere il libero arbitrio e l'indipendenza degli Dei.

Gli Dei possono non essere limitati dal tempo e quindi mostrare le varie facce che hanno assunto durante l'arco dell'intera loro esistenza, che può essere anche superiore all'esistenza della specie umana.
Ci rendiamo conto della portata di ciò? E' come poter contattare e parlare con qualcuno che ami in ogni età della sua vita, scoprendo ogni identità che ha assunto.
Una volta che riconosciamo la possibilità di un'evoluzione e di un cambiamento nelle storie degli Dei, è possibile contattare ogni parte di Essi che sono stati nell'arco della loro storia.

Il fatto che gli Dei abbiano una loro storia non significa che tale storia corrisponda alla storia dei loro archetipi.
Infatti ci possiamo rendere conto che l'archetipo di una Divinità, ad esempio romana, storicamente deriva da altre Divinità proto-indoeuropee, e così via, ma questo non significa per forza che queste due Divinità siano la stessa visto che rappresentano lo stesso archetipo, perchè anche questa Divinità proto-indoeuropea ha anch'essa un libero arbitrio e non è necessariamente "diventata" la successiva.
Per fare un altro esempio più esplicativo, un Dio "sincretizzato" come Serapide può essere una Persona differente rispetto agli altri Dei da cui il suo archetipo deriva. Quindi al posto di "unire" più Dei, si è creato un nuovo abito che un Dio (pre-esistente alla creazione del nuovo archetipo) ha assunto.

Allo stesso modo, possiamo scoprire invece che più epiteti di uno stesso Dio possono in realtà essere numerosi Dei diversi, ad esempio, secondo diversi praticanti, Diana Lucifera non è la stessa Dea di Diana intesa come Dea della Luna, e quest'ultima non è assimilabile a Diana Cacciatrice.

E infine, per rendere le cose ancora più complicate, l'epiteto di un Dio può non corrispondere con gli altri epiteti dello stesso Dio ma corrispondere invece con tutti gli epiteti di un altro Dio con cui magari non ha relazioni a livello archetipico o della storia formale del sincretismo pensato dai vari popoli.

Partendo da queste considerazioni sulla storia degli Dei possiamo capire anche che noi stessi facciamo parte della Loro storia, possiamo parteciparvi per scoprirla e per esserne partecipanti attivi. Gli Dei possono assegnarci compiti e obiettivi per svolgere delle "missioni", qualcosa che poi farà parte del loro (e del nostro) vissuto, perciò anche della loro storia.
Possiamo anche scoprire le storie degli Dei, storie mai raccontate, mediante un lavoro oracolare e di rivelazione. Queste storie non necessariamente corrisponderanno ai miti o alle rivelazioni degli antichi, ma forse per colpa dei miti e degli antichi, non necessariamente per colpa nostra (ebbene sì, gli antichi non erano infallibili!).

Questo e molto altro è ciò che si può ottenere dall'intraprendere una relazione con gli Dei a questo livello. Questa è una vera relazione.
Il Politeismo più profondo abbandona la domanda "Cos'hai da darmi?" e inizia a chiedere "Come posso servirti?".
Poco a poco si passa da "Quali lezioni hai da insegnarmi (a me, punto di riferimento del mondo intero e unica cosa che conta *sarcasmo*)?" a "Cosa possiamo fare insieme?".

Ci serve questa espansione, questa profondità. Il Politeismo sta esperendo un nuovo risorgimento dopo secoli di tentativi di cancellazione. Gli Dei sono vivi e ci invitano a fare un passo in avanti verso una relazione, a creare insieme una storia condivisa.
Gli Dei ci chiedono di entrare in relazione profonda con Essi, di servirli, di scoprirli come individui, di scoprire le loro storie e accettare missioni, commissioni e compiti per Loro.

Ma questo risorgimento sta prendendo posto circondato da una cultura che costantemente cerca di negare che gli Dei possano anche solo esistere, lasciamo stare avere libero arbitrio e impatto sul mondo.
Per creare culti devozionali che servano gli Dei e che costruiscano in collaborazione con gli Dei, dobbiamo avere il coraggio di incontrarli faccia a faccia e di dire "Sì. Sono con te. Cosa possiamo fare insieme?".
Costruire insieme, creare insieme. Questo lavoro è impegnativo e dipende dal nostro coraggio e dalla nostra volontà ad andare più a fondo.
Dobbiamo avere la volontà non solo di esplorare le nostre visioni, ma anche di chiedere agli Dei quali sono i Loro progetti, cosa vogliono costruire e creare.
Dobbiamo chiedere come poterli aiutare a rendere i Loro progetti realtà.
Per farlo dobbiamo superare la visione degli Dei come simboli ed entrare in contatto con la loro personalità, riconoscerli come Esseri indipendenti e iniziare a collaborare con Loro.

Cosa possiamo fare per gli Dei? Quali sono le missioni che ci assegneranno? Questo lo potremo sapere solo contattandoli.
Questo è il Politeismo, questa è la Devozione, questa è la Religione. Una storia viva.

[Ispirato a "Deep Polytheism: On the Agency and Sovereignty of the Gods" di Morpheus Ravenna, su Polytheist.com]

mercoledì 24 maggio 2017

Trance Autoipnotica

Mentre in questo articolo si dice che nel momento delle suggestioni si possano usare affermazioni per ottenere obiettivi materiali (ad esempio il dimagrimento), è possibile impiegare questo stesso metodo utilizzando affermazioni come "voglio incontrarti, [nome dello Spirito/della Divinità]" o "voglio scendere nel Mondo di Sotto" per mettersi in contatto con un'Entità e/o per visitare l'Altro Mondo.


Cito da: http://www.vitasuprema.net/autoipnosi-come-entrare-in-trance-tecnica-base/

"Attraverso l'Autoipnosi, si raggiunge un particolare stato di coscienza (la Trance) attraverso il quale, auto-impartendosi suggestioni ad hoc, si agisce sul proprio Inconscio in maniera più diretta ed efficace
.
In quest'articolo ti proporrò la prima, semplice tecnica per raggiungere lo stato di trance autoipnotica in modo semplice, piacevole e naturale.
Quando ci si avvicina all'Autoipnosi lo si fa, nella maggior parte dei casi, per un motivo ben preciso. Alcuni vogliono sviluppare una maggiore autostima, altri vogliono smettere di fumare, altri ancora vogliono dimagrire.. C'è, insomma, almeno un obiettivo ben definito che ci spinge ad approfondire l'argomento.
Ne consegue che il primo requisito utile sia quello di avere un obiettivo da raggiungere. Se non dovesse essere il tuo caso, ovvero se il tuo obiettivo non fosse tra quelli sopraelencati o non corrispondesse ad un problema da voler risolvere, non preoccuparti. Ti resta sempre l'obiettivo di riserva: familiarizzare con lo stato di trance
Qualunque sia lo scopo della tua seduta, è opportuno che tu la definisca preventivamente. Fissa, dunque, il tuo obiettivo.. Ora! 
Una volta definito l'obiettivo, si passerà a mettere in pratica la tecnica scelta per indurre la trance. Quella che segue è la tecnica che utilizzo abitualmente per le mie sedute di Autoipnosi. Spero sia utile a te quanto lo è stata (e lo è tuttora) per me. Buona lettura!

Autoipnosi – Come Entrare In Trance – Tecnica Base

  1. Siediti su una poltrona comoda, poggia le mani sui braccioli e tieni la schiena poggiata allo schienale (possibilmente non reclinato), in modo da ridurre il rischio di addormentarsi durante la seduta;
  2. Osserva un punto qualunque di fronte a te. Va bene qualunque cosa anche se sarebbe preferibile un soggetto neutro (ad esempio una macchia sul muro) che non ti ispiri alcun pensiero in particolare;
  3. Concentrati totalmente sull'oggetto che osservi ed effettua almeno 3 lunghe e profonde inspirazioni. Inspira col naso, espira come preferisci.
  4. Continua l'osservazione ancora per qualche secondo, dopodiché chiudi gli occhi e lasciati andare completamente, calmando la mente e rilassando il corpo.
  5. Concentrati su quest'ultimo, partendo dai piedi, e comincia a salire, portando progressivamente la tua attenzione ad ogni sua parte e lasciando andare le eventuali tensioni che ti si dovessero presentare.
  6. Una volta eliminate tutte le tensioni ripeti, per almeno 3 volte, autosuggestioni del tipo "..sono sempre più rilassato.." e "..vado sempre più profondo..". Fallo durante le fasi espiratorie.
  7. A questo punto comincia a contare alla rovescia partendo da 50.. in questo modo: 50 (inspirazione, espirazione), 49 (inspirazione, espirazione), 48 (inspirazione, espirazione).. e via dicendo. Crea in te la sensazione di "scendere" sempre più in profondità ed accentuala sempre di più, soprattutto quando arrivi al conteggio che va da 10 a 0.
  8. Dopo aver pronunciato lo zero, suggestionati ancora attraverso frasi del tipo "..ora sono completamente rilassato..".
  9. Ora sei pronto per impiegare le Affermazioni e le Visualizzazioni che hai preparato preventivamente, concernenti l'obiettivo che ti sei prefissato prima della seduta. Se ti sei posto (come ti dicevo all'inizio) lo scopo di familiarizzare con lo stato di trance, goditi semplicemente le sensazioni che emergono dal tuo profondo e cerca di restare consapevole più tempo possibile. Quando sei "lì sotto", ai confini tra lo Stato Alfa e lo Stato Theta, è facile addormentarsi.. 
  10. Quando ti senti sufficientemente appagato (o hai finito il tuo lavoro basato su affermazioni e visualizzazioni) devi solo decidere cosa fare. Hai due possibilità: 1) Ti "arrendi" allo Stato Theta che incombe e ti lasci andare in un sonnellino rigenerante; 2) Ti risvegli attraverso la procedura che segue (un po' come il sub che effettua la decompressione per ritornare in superficie).

Autoipnosi – Come Risvegliarsi Dallo Stato Di Trance

  • Comincia a contare lentamente da 1 a 10. Crea in te l'intenzione di tornare completamente cosciente.
  • Ogni volta che pronunci un numero, suggestionati in modo da percepire di riemergere dalla profondità del tuo Essere. Usa frasi del tipo “..stò tornando in superficie..”, “..sono sempre più sveglio..”, “..tra qualche secondo aprirò gli occhi..”, “..stò per svegliarmi completamente..”.
  • Adotta anche suggestioni del tipo “..tra qualche secondo aprirò gli occhi e mi sentirò calmo, sereno e rigenerato nel corpo, nella mente e nello spirito..”.
  • Continua a contare e, dopo aver pronunciato il numero 10, apri gli occhi, stiracchiati e ripetiti per l'ultima volta che sei completamente sveglio
Bentornato nello Stato Beta!"

lunedì 22 maggio 2017

Varie Tecniche di Possessione Rituale




.:: I canali di trance per la Possessione Rituale ::.


- Rituale o Cerimonia
- Vestito del colore dell'Entità
- Purificazione/creazione dello Spazio Sacro
- Invocazione
- Pathworking
- Alcol o enteogeni
- Digiuno e insonnia
- Ipnosi (invocazione ripetitiva, atti ripetitivi, tecnica confusiva: il medium ripete tra sè A mentre il sacerdote ripete B)
- Tamburo
- Sonagli/White Noise
- Sesso
- Maschera della Divinità o Velo
- Canto
- Danza (un esempio moderno: la "5Rhythms" di Gabrielle Roth)
- Essere legati e/o frustati *piano!! e in maniera ritmica*
- Respirazione 8-4-8-4 (inspiro 8, trattengo 4, espiro 8, trattengo 4)


*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*


*~*~*~*~*~*
TECNICHE "APOLLINEE"
*~*~*~*~*~*

.:: Underworld Descent Technique ::.

OCCORRENTE:

- Sedia -> con sopra un velo o delle lenzuola per farla assomigliare a un trono
- Altare con -> raffigurazione dell'Entità, incenso e candele
- Musica legata alla Divinità o tamburi
- Vestirsi del colore legato alla Divinità o di bianco
- Velo (anch'esso del colore legato alla Divinità)


PREPARAZIONE:


* Fai una settimana di offerte giornaliere prima di compiere il rituale di possessione

SVOLGIMENTO:

* Aprire il cerchio/spazio sacro e/o purificazione dello spazio
(* Settuplice bacio per aprire i chakra, oppure toccali uno a uno con indice e medio uniti, risalendo via via: i piedi; il pube; l’addome; il petto; le labbra; il centro della fronte; la cima della testa)
* Invocazione e offerta di candele e incenso
* Canti e/o tamburo
* Pathworking nel Mondo di Sotto
* Chiama la divinità tre volte ai cancelli del Mondo di Sotto
* Chiedi il nome e perché si è manifestata alla figura che si presenta ai cancelli
* Chiedi se desidera entrare nel tuo corpo
* Visualizza che la Divinità entri da dietro e abbracciandoti
* Chiedi alla Divinità se vuole rispondere a delle domande -> se no perché?
* Ringrazia, saluta e pathworking di ritorno
(* Grounding o mangia per chiudere i chakra)
* Ringrazia da sveglio la Divinità
* Chiusura del cerchio/spazio sacro


*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*

.:: Séance per contattare i morti ::.

1) Stanza illuminata solo da candele
2) Cerchio formato da mani che si toccano mignolo con mignolo // Altrimenti cerchio tradizionale -> focalizzandosi tutti sul medium
3) Invoca gli Dei per chiedere di assistere il rituale di contatto e di aiutare il disincarnato a passare dall'altro lato (se questo è l'intento del rituale)
4) Metti il velo e fai l'Underworld Descent Technique (senza chiedere di essere posseduto!!) cercando l'antenato oltre i cancelli
5) Ringrazia lo spirito e torna
6) Ringrazia gli Dei
7) Spezza il circolo di mani o chiudi il cerchio classico

.:: Tavola Ouija ::.

- Cerchio
- Invocazione agli Dei
- Tavola Ouija normale
- Ringrazia gli Dei
- Chiudi il cerchio


*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*

.:: Drawing Down the Moon "Antico" ::.

TEMPO: Luna Piena
DIVINITÀ: solo lunari
LUOGO: fuori casa, sotto i raggi della Luna
VESTITI: bianchi (o del colore della Divinità)


OCCORRENTI:

- Due torce o fiaccole da giardino ai due lati del medium (che starà seduto), almeno a tre piedi di distanza
- Un fuoco contenuto in un braciere (tradizionalmente a tre gambe) o un incensiere davanti al medium, a tre piedi di distanza
- Incenso (per Divinità lunari: storace, frankincense e mirra)
- Frutta (da mettere in un cesto vicino al braciere/incensiere al momento appropriato del rito)
- Ciotola/catino concava di acciaio risplendente o di argento per riflettere la luce della Luna nel medium


SVOLGIMENTO:

1) Purificazione o creazione dello spazio sacro (cerchio e guardiani nel caso wiccan, in quello greco bagno o lavaggio di mani e viso, piccola processione, purificazione con acqua e sale o acqua a cui si è spenta una torcia con rametto di ulivo, deambulazione circolare tre volte gettando orzo a terra o acqua con il rametto d'ulivo)
2) Il medium alza le mani a V e recita una composizione in onore alla Divinità, dicendole che è pronto a riceverla nel proprio corpo
3) Il sacerdote si inginocchia e stando davanti al medium ma dietro al braciere indirizza la luce della Luna sul medium o lei stessa lo fa. La luce va spostata gentilmente avanti e indietro in modo da flashare negli occhi del medium.
4) Quando si appresta la trance, si reciti (o il sacerdote reciti) l'invocazione
5) Quindi si posi la ciotola, si facciano le offerte di incenso e si avvicinino quelle di frutta accanto al braciere
6) Gli altri cantino e tambureggino mentre danzano in circolo attorno al medium. O il medium canti con sottofondo di tamburo
7) Il sacerdote si inginocchi e reciti l'invocazione di richiesta di scendere nel medium. In alternativa il medium continui a cantare con sottofondo di tamburo e termini con l'invocazione quando sente che la Divinità è quasi del tutto entrata.
8) Ringraziamento e saluto alla Divinità che lascia il medium
9) Grounding (ad esempio mangiando)
10) Chiudere lo spazio sacro se lo si era aperto


ALTERNATIVA:

1) Purificazione o creazione dello spazio sacro (cerchio e guardiani nel caso wiccan, in quello greco bagno o lavaggio mani e viso, piccola processione, purificazione con acqua e sale o acqua a cui si è spenta torcia con rametto di ulivo, deambulazione circolare tre volte gettando orzo a terra o acqua con il rametto d'ulivo)
2) Invocazione preliminare alla Divinità + si facciano le offerte di incenso e si avvicinino quelle di frutta accanto al braciere
3) Il medium alza le mani a V e recita una composizione in onore alla Divinità, dicendole che è pronto a riceverla nel proprio corpo
4) Il medium indirizza la luce della Luna su di sé con la ciotola. La luce va spostata gentilmente avanti e indietro in modo da flashare negli occhi.
5) Quando si appresta la trance, si reciti l'invocazione
6) Il medium canti con sottofondo di tamburo e termini con l'invocazione quando sente che la Divinità è quasi del tutto entrata.
7) Ringraziamento e saluto della Divinità che lascia il medium
8) Grounding (ad esempio mangiando)
9) Chiudere lo spazio sacro se si era aperto


*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*

*~*~*~*~*~*
TECNICHE "DIONISIACHE"
*~*~*~*~*~*

.:: Rituale estatico di possessione ::.


LUOGO: fuori casa
TEMPO: inizio mezz'ora prima del tramonto


OCCORRENTI:

* Torce o fiaccole attorno all'area rituale
* Altare con rappresentazioni della Divinità
* Grande calice con vino rosso
* Vino e cibo (pane, frutta es. uva, cibi freddi, ecc.) poggiati a terra e facilmente accessibili durante il rito
* Vestirsi con maschere o veli (ben fissati) o mimando il Dio

- Qualcuno che resti sobrio e osservi e controlli che nessuno si faccia male, vada addosso a qualcosa o svenga


SVOLGIMENTO:

1) Processione, con tamburi, canto e danza moderati (per ottenere euforia, non ancora trance)
2) Purificazione e/o chiamata delle quattro direzioni con braccia a V per invocarle (senza cerchio, perché non puoi in una simile frenesia lasciarti ostacolare dal cerchio)
2b) Offerta agli Spiriti del Luogo (di latte, miele e pane)
3) Tambureggiamento moderato +
canto ripetitivo +
danza a cerchio moderata
4) Invocazione al Dio con braccia a V
5) Offerta al Nume
6)
- Bere in onore alla Divinità
- Danza a circolo sempre più veloce
- Canto sempre più veloce
- Tambureggiamento sempre più frenetico
7) Ripetere di continuo gli step del punto 6 (tranne l'alcol quando non ce la fai più, per evitare di rimettere)
8) Lasciarsi andare, fino a diventare quasi "selvaggi"
9) La danza inizialmente è senza forma, poi falla diventare sempre più a forma "di serpente"
10) Se non si riesce ancora a canalizzare, usare anche l'Underworld Descent Technique assieme a danza, bevuta, canto e tamburo.
11) Offerte da parte degli astanti quando il Nume si manifesta (di solito, quando si manifesta, il medium ruggisce o similia)
12) Ringrazia e saluta il Dio
13) Termina la musica
14) Grounding/Mangia e bevi
15) Congeda i guardiani delle quattro direzioni


*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*

.:: Rituale induista di Possessione Rituale ::.
(Ispirato alla Durga Puja Harasiddhi di Kathmandu in Nepal)

1) Astinenza e digiuno per un prolungato periodo di tempo prima del rito
2) Ci si sieda a cerchio attorno a un grande vaso pieno di acqua, adornato con un copricapo di metallo rappresentante la Divinità (o attorno a qualsiasi altra rappresentazione della Divinità)
2) Si indossi la maschera
3) Si cominci a pregare e a cantare ritmicamente
4) Di sera si trasporti nel punto di inizio della processione il simbolo dell'Entità (in questo caso il vaso)
5) Si inizino a suonare tamburi e flauti (di pan? Pipes)
6) Ancora mascherato, danza mimando l'Entità
7) La musica aumenti di velocità e raggiunga un ritmo che induca la trance nei partecipanti mascherati
8) Si beva (alcol) in onore alla Divinità che si rappresenta
9) Si facciano offerte (solitamente riso e sindhura, cosparsi/spruzzati sul sacerdote posseduto)
10) Quando la Divinità decide di andarsene, la si ringrazia e la si saluta


*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*

.:: Rituale di possessione afroamericano ::.

PREPARAZIONE:
1) diversi giorni prima, per molti giorni, erigi un altare con statue, icone, vevè/sigilli/simboli, oggetti rituali, e fai offerte quotidiane
2) fai bagni rituali ogni giorno
3) ungiti con acque rituali e oli o erbe rituali


TAMBUREGGIAMENTO CON I DJEMBÉ (TIPI DI TAMBURO AFRICANI):
4) Inizia quasi immediatamente e continua durante tutta la cerimonia. Si può pausare a volte per l'invocazione dell'Entità


INVOCAZIONE DELL'ENTITÀ:
5) Si disegnano i vevè (nel sistema occidentale, i simboli o i sigilli o gli elementi rappresentativi dell'Entità, a volte anche candele con inciso il nome del Nume) sul pavimento con farina normale o di mais
6) Si fanno offerte sui vevè
7) Si recitano le invocazioni


CONTINUAZIONE DEL TAMBUREGGIAMENTO, E INIZIO DELLA DANZA SUI VEVÈ:
8) Il tamburo aumenta il ritmo
9) Si inizia a danzare sul vevè
10) Se la danza porta alla possessione, il sacerdote veste il medium come l'Entità
11) Quando l'Entità lascia il corpo, la si ringrazia e la si saluta

Tecniche Sciamaniche da tutto il mondo

TECNICHE SCIAMANICHE (DA "LO SCIAMANESIMO E LE TECNICHE DELL'ESTASI" DI ELIADE)


- imitare animali (imitare congruamente i modi degli animali e i loro passi, il loro respiro, le loro grida, ecc.) o travestirsi da animali:
Non è il fatto del loro indossare pelli di belve che importa. L'importante è ciò che essi provano, ciò che essi realizzano travestendosi da animali. Vi son ragioni per credere che questa trasformazione magica conduceva ad una «uscita da se stessi» traducentesi assai spesso in una esperienza estatica.
Imitando le mosse di un animale o rivestendone la pelle si faceva proprio un modo superumano di essere.

- suono della campana:
Fo-T'u-Tèng, monaco buddhista di Kutcha, che aveva visitato il Kashmir ed altre regioni dell'India, arriva in Cina nel 310 e fa mostra di prodezze magiche: profetizzava in base ad un suono di campana.

- Per incarnare uno shen (un Dio), la strega si purificava con acqua profumata, indossava il costume rituale, faceva delle offerte: «ella mimava il viaggio, con un fiore in mano, mediante una danza accompagnata da musica e da canti, al suono di tamburi e di flauti, finché cadeva a terra spossata. In quel momento si manifestava la presenza del dio, che rispondeva per bocca sua».

- concentrazione e rilassamento:
"La fenomenologia dell'incorporazione del dio o dello spirito rassomiglia, qui, a quella che si osserva dappertutto: dopo una fase preliminare di calma concentrazione sopravviene uno stato frenetico durante il quale il medium parla con una voce di testa, sincopata da spasimi; le sue parole sono oracolari e comunicano ciò che si deve fare: giacché si ricorre alle consultazioni medianiche non solo per conoscere che sacrifici desideri una data divinità ma anche prima di iniziare una guerra o di partire per un lungo viaggio, ecc. Per ugual via si scopre la causa di una malattia e il modo di curarla, o l'autore di un furto. [...] le sedute medianiche aventi uno scopo privato han luogo di notte e sono meno frenetiche delle grandi sedute pubbliche fatte in pieno giorno per conoscere la volontà degli dèi."

- dukun: mantra e incenso

- Danza
- Tamburo
- Fiamma + incenso

"Il bruciamento di profumi, la danza, la musica e il rullo del tamburo sono elementi preparatori indispensabili in ogni seduta malese. L'arrivo dello spirito si manifesta col tremare della fiamma di una candela. Si crede che lo spirito anzitutto penetri nella candela, per cui lo sciamano tiene a lungo gli occhi fissi sulla fiamma, cercando di scoprire già per tal mezzo la causa della malattia."

Applausi
Sogni (es. Saora)
Ripetizione canti
Tamburo
Vaglio (nord e centro India)
Danze fino allo sfinimento
Liquido Tabacco
Divinazione (teschio e altre cose da tenere): Pesante sì, leggero no
- fumo di canapa (usato dagli Sciti)
- pranayama: respirare trattenendo il respiro e poi respirando (calore --> india)

Salti o scala e imitazioni animali

Usare lo spazio sacro (nel caso dell'occidente il cerchio) come centro dell'axis mundi da cui poter salire o scendere:
"In questo spazio sacro (maga) si rendeva possibile la comunicazione fra Cielo e Terra - conformemente ad una dialettica universalmente diffusa, lo spazio sacro diveniva cioè un «Centro»."
Sciamanesimo malese: "Le sedute propriamente dette si svolgono all'interno di una capanna circolare o di un cerchio magico"