domenica 31 luglio 2016

Bhakti: prima il Bhava e poi il Bhajan!

(Disegno di Andy Kehoe)

Ho notato, compiendo la ripetizione cantata del nome della Divinità che volevo omaggiare a mò di Bhajan (come ho descritto nell'articolo "La ripetizione cantata del nome degli Dei come meditazione-bhakti"), che durante la ripetizione del nome è difficile creare una disposizione d'animo di amore (Bhava) verso la Deità, pertanto è meglio concentrarsi qualche minuto prima di iniziare il Bhajan proprio su tale disposizione e solo dopo averla ottenuta iniziare a cantare.

Una volta entrati in quella disposizione il canto ripetuto diventa una maniera efficace di aumentarla, renderla una sensazione più forte, ma non credo sia molto efficace il canto senza che si parta già da una disposizione d'animo opportuna.

Tale disposizione d'animo può essere quella di vedere la bellezza attorno a noi come manifestazione del Dio che stiamo omaggiando.

In questo caso sarebbe bello utilizzare il canto in un luogo naturale dopo aver apprezzato tutto il paesaggio attorno a noi vedendolo come aspetto del Nume scelto, in modo da rafforzare questa sensazione di amore per tutto ciò che ci circonda e allo stesso tempo per gli Dei.

Oppure può essere anche semplicemente una disposizione di ringraziamento verso la Divinità per ciò che ci ha concesso e di cui ci sentiamo grati.

Talvolta le due cose si uniscono, perché l'apprezzamento della bellezza e l'apprezzamento delle cose buone che ci donano gli Dei portano uno all'altro e viceversa: l'amore porta alla gratitudine e la gratitudine all'amore, ed entrambi sono aspetti della felicità.

Altre disposizioni che possono essere utili sono quelle di:
- reverenza, come d'uno schiavo al suo Signore;
- fedeltà, come d'un vassallo al suo Sovrano;
- riconoscenza verso la Divinità per averci supportato nei momenti più critici e per averci aiutato a crescere, come d'un figlio al suo Genitore, e ammettere di essere dipendenti dalla Divinità per sopravvivere/star bene/ecc.;
- classica di adorazione, come quella di un sacerdote al suo Dio;
- intimità, come di un fratello con suo Fratello;
- fiducia, come di un amico al suo Amico;
- amore passionale, come quello espresso nei madrigali, come di un innamorato alla sua Amata;
- ammirazione, come se il Dio fosse nella bellezza di tutto ciò che ci circonda.
(Quest'ultimo, come detto prima, può essere fatto al meglio stando in un parco, in un giardino, vicino a un corso d'acqua... insomma in un luogo naturale, che è pieno di bellezza e meraviglie da osservare).

Ulteriori spunti per il Bhava sono quelli che ci dà Crowley nel "Liber Astarte vel Berylli", dedicato proprio alla Bhakti:

"Il Philosophus mediti poi su tutto l'amore che mai lo abbia commosso. Vi è l'amore di Davide e Gionata, e l'amore di Abramo e Isacco, e l'amore di Lear e Cordelia, e l'amore di Damone e Pizia, e l'amore di Saffo e Atti, e l'amore di Romeo e Giulietta, e l'amore di Dante e Beatrice, e l'amore di Paolo e Francesca, e l'amore di Cesare e Lucrezia Borgia, e l'amore di Alcassino e Nicoletta, e l'amore di Dafni e Cloe, e l'amore di Cornelia e Caio Gracco, e l'amore di Bacco e Arianna, e l'amore di Cupido e Psiche, e l'amore di Endimione e Artemide, e l'amore di Demetra e Persefone, e l'amore di Venere e Adone, e l'amore di Lakshmi e Vishnu, e l'amore di Shiva e Bhavani, e l'amore di Buddha e Ananda, e l'amore di Gesù e Giovanni, e molti altri.
Vi è inoltre l'amore di molti santi per la loro particolare Divinità: di san Francesco d'Assisi per Cristo, di Sri Sabhapaty Swami per Maheswara, di Abdullah Haji Shirazi per Allah, di Sant'Ignazio di Loyola per Maria, e molti altri.
Ora scegli ogni sera una di queste vicende, e rappresentala nella tua mente, afferrando ogni identità con infinita attenzione e slancio, e raffigura te stesso come uno degli amanti, e la tua Divinità come l'altro. Passa così attraverso tutte le avventure d'amore, senza ometterne alcuna; e per ciascuna concludi: "Questo è solo un pallido riflesso del mio amore per questa Divinità!".
Eppure da ognuna tu trarrai qualche conoscenza dell'amore, qualche intimità con l'amore, che ti aiuterà a rendere il tuo amore perfetto. Impara da uno l'umiltà dell'amore, dall'altro l'obbedienza, da un terzo l'intensità, da un quarto la purezza, da un quinto la pace.
Così, quando il tuo amore sarà reso perfetto, sarà degno del perfetto amore della Divinità."

Penso che questo esercizio possa essere rinforzato leggendo la mitologia (sia classica che di altre culture) alla ricerca proprio di episodi di amore che ci ispirino e che possano fungere da esempi per la disposizione che andremo a creare, la nostra personale disposizione d'amore verso la nostra Divinità.

sabato 30 luglio 2016

Quando non si possono fare offerte: l'Hairei


Quando non è possibile fare offerte, ad esempio a seguito di imprevisti, o negli altri giorni in cui normalmente non si ritualizza, si può comunque dimostrare la propria devozione agli Dei in un modo carino, molto conosciuto in Giappone, ovvero quello che la religione Shintoista chiama "Hairei".

Riporto da Giapponizzati.com:
"Le usanze dello Shinto, la religione principale del Giappone, sono poco conosciute in tutto il mondo, e poiché una visita in Giappone non può essere completa senza una visita a importanti santuari scintoisti, è bene conoscere alcune regole di etichetta che si applicano alle visite nei santuari. Quando si entra all’interno di un sacrario scintoista, il visitatore deve eseguire una pulizia simbolica chiamata temizu (da te “mano” e mizu “acqua” – l’acqua per purificare le mani). Tale purificazione è considerata indispensabile prima di visitare l’area sacra e simboleggia la rimozione del male e delle impurità in generale. Per il rito, ogni santuario offre un padiglione per le abluzioni – chōzuya o temizuya – di solito costituito da una vasca in pietra riempita con acqua pulita e mestoli di legno.




Come eseguire correttamente un temizu:

Prendere il mestolo con la mano destra, riempirlo con acqua e versare un pò d’acqua per sciacquare la mano sinistra. Quindi, spostare il mestolo alla mano sinistra e versate un pò d’acqua sulla mano destra. Ora si prende di nuovo il mestolo nella mano destra, mettete la mano sinistra a coppa e versateci dell’acqua e utilizzatela per sciacquarvi la bocca. Infine alzate in verticale il mestolo e lasciate cadere l’acqua rimasta sul manico, prima di rimetterlo sopra il temizuya.


Terminata la procedura del temizu, il passo successivo è quello di andare all’Haiden (sala del santuario) per eseguire la preghiera tipica dello Shinto, l’hairei.

Come eseguire correttamente un hairei:

Di fronte alla sala dell’Haiden, c’è sempre una cassetta delle offerte e una o più campane con una corda attaccata. Agitate la corda per far suonare le campane ad essa appese (questo serve per richiamare l’attenzione dello spirito presente nel sacrario) e gettate qualche moneta nella cassetta delle offerte (questo non è obbligatorio, ma è una consuetudine). Inchinatevi due volte, battete le mani due volte e rimanete per un attimo con le mani unite davanti al cuore in raccoglimento mentre dite la vostra preghiera e/o il vostro desiderio. Infine il rituale finisce con un’altro inchino."

Quindi, adesso che abbiamo capito cosa è l'Hairei nella tradizione dei templi scintoisti, come applicarla a noi che ritualizziamo in casa?
Molto semplice:
1) Laviamoci le mani e la bocca (meglio lavarsi direttamente i denti, a questo punto).
2) Avviciniamoci dunque all'altare.
3) Suoniamo una campanella se vogliamo, ma non è necessario.
4) Facciamo due inchini, quindi due battiti di mano.
5) Rimanendo con le mani unite, preghiamo, elogiamo, ringraziamo, come avremmo fatto durante il discorso di una normale offerta.
6) Quando abbiamo finito, ringraziamo e facciamo un inchino.

La ripetizione cantata del nome degli Dei come meditazione-bhakti


Mi sono appena reso conto che la ripetizione del nome della Divinità patrono può essere usata, oltre che per mettersi in contatto con l'Entità in questione, anche come esercizio per aumentare l'amore nei suoi confronti, ovvero come Bhakti.
Semplicemente cantandolo, mettendoci, nel canto, tutto l'amore, la dolcezza, la passione che possiamo. Pensare al nome della Divinità che si canta, e concepirla come bellissima, come amabile, come dolcissima, come splendida, ecc. non è forse una forma di esercizio di venerazione spirituale? Non è forse quella che gli induisti chiamano Bhakti, devozione?

Secondo me sì, e non è superfluo sottolineare come ciò porti a rafforzare il legame con la Deità da noi così omaggiata e ci aiuta sicuramente a riuscire a vedere la bellezza anche in tutto ciò che vi è attorno a noi, perchè l'amore è una qualità che si "accumula", è come un muscolo: più lo alleni, più diventa grande.

L'induismo chiama il canto devozionale "Bhajan", e, per essere efficace, un buon bhajan deve contenere:
- Sentimento (Bhava);    
- Melodia (Raga);    
- Ritmo (Tala).

Questo sentimento (bhava) è la disposizione d'amore. Tale disposizione può essere di diversi tipi:
- śāntabhāva, in cui si adora il Dio come governatore supremo
- dāsyabhāva, in cui si adora il Dio come se si fosse un suo servo
- sakhyabhāva, in cui si adora il Dio come se fosse un nostro amico
- vātsalyabhāva, in cui si adora il Dio con l'amore che una madre (o un padre) ha nei confronti del proprio figlio
- madhurabhāva, in cui si adora il Dio con l'amore che ha una persona nei confronti del partner
- tanmayabhava, in cui si adora il Dio come se fosse in tutto ciò che ci circonda, quindi amiamo tutto ciò che ci circonda ricordandoci che il Dio è presente anche in esso.

Inoltre può essere ripetuto anche un mantra o un'invocazione alla Divinità al posto del nome.

In aggiunta questa meditazione non necessita per forza di stare seduti o distesi, possiamo muoverci, possono essere usati strumenti e danze (quello che gli induisti chiamano "Kirtan") nella ripetizione, perchè lo scopo primario è quello di creare amore, di farsi riempire da una sensazione d'amore pieno, più che di ricevere visioni (ma si potrebbero unire le due cose, visioni e amore, anche se in questo caso dubito che si riesca muovendosi, perciò sarebbe possibile solo da seduti o da distesi).

Due Metodi di Convocazione degli Spiriti

Riporto due metodi di convocazione degli spiriti, ispirati uno da un estratto del "Liber Sigillum" di Frater E.S. e l'altro da "Khaos Magick & Urban Shamanism" di Fr. Sheosyrath e Fr. Alysyrose.

1° METODO:
- L'altare è disposto con oggetti simbolici dell'entità da chiamare
- Il sigillo dell'entità (se non c'è lo si crei partendo dal nome) è disposto sull'altare
- Una candela del colore corrispondente è piazzata al centro dell'altare e accesa
- Un incenso/mix di erbe corrispondente è acceso
- Si ripete:
"Ascoltami e viaggia innanzi, arriva fino a me, [nome]."
*Una campana viene suonata*
"Sappi che sei il/la benvenuto/a in questo spazio. Il cancello è aperto, il cammino è segnato."
*La campana viene suonata nuovamente*
"Il cancello è aperto, il cammino è segnato!"
*La campana viene suonata per la terza volta*
- Si fissa il sigillo
- Si beve da un calice o si inala da una pipa, dicendo:
"Il tuo potere discenda in questa coppa/pipa, possa io, bevendo/ispirando da questa coppa/pipa, bere/ispirare il potere di mettermi in contatto con te!"
- Si dice:
"Il cancello è aperto! [Mantra dello spirito]"
- Si fissa nuovamente il sigillo dell'entità fino al contatto
- Si ringrazia e si spegne la candela

2° METODO:
- Medita 15 minuti sul nome o sul mantra dell'entità, se si vuole accendendo anche un incenso corrispondente e/o una candela del colore corrispondente
- Prendi in mano il sigillo dell'entità e disegnagli un cerchio attorno
- Canta o vibra ripetutamente l'invocazione, il nome o il mantra dell'entità finchè non si percepisce la sua presenza
- Comunica con l'entità
- Ringraziala e termina il rituale

I sigilli e i mantra si possono ottenere con il metodo descritto in Talismani e Sigilli. Se si vuole, oltre al mantra si può aggiungere il mudra, basta che non diminuisca la concentrazione al posto di aumentarla.

In sintesi però oltre a questi due metodi, per convocare un'entità basta fissare il sigillo o meditare sul nome/mantra/invocazione ripetendola fino ad entrare in uno stato di trance.
Oltre a sigillo e mantra, di solito gli spiriti si manifestano ritualmente grazie a specchi neri, sfere di cristallo o bacini d'acqua illuminati al buio e nel fumo dell'incenso.

giovedì 28 luglio 2016

Talismani e Sigilli

Riporto qui un video di un maestro taoista che compone un talismano di esorcismo scrivendo su carta appropriati simboli e pronunciando nel mentre le dovute parole. Il video spiega che, grazie a dei documenti pervenutici, possiamo capire cosa significhino i segni che traccia. In sintesi, la prima parte del talismano, quella di sopra, riporta i sigilli degli Dei invocati per lo scopo, che vengono scritti mentre assieme si recitano dei mantra di chiamata tenendo in mente l'idea della Divinità a cui ci si sta rivolgendo, mentre la seconda parte, quella di sotto, descrive lo scopo del rito, ovvero l'esorcismo di un particolare tipo di spiriti.


In questo caso, notiamo che tale procedura può benissimo essere attuata in ambito occidentale con il nostro pantheon. Basta semplicemente prendere un foglietto di carta, scriverci il sigillo o un simbolo della Divinità, chiamare "infiammandosi pregando" il nome della Divinità, quindi chiedere alla Divinità di concedere al talismano il potere di esaudire il desiderio che chiediamo (protezione, esorcismo, guarigione, ecc.), dunque trascrivere il sigillo della nostra richiesta e pronunciare il mantra ad esso legato.
Le procedure magiche taoiste entrarono in Giappone con l'onmyodo, l'esoterismo giapponese, che le modificò solo leggermente. Il più grande maestro di onmyodo (i praticanti di onmyodo si chiamano onmyoji) giapponese, Abe no Seimei, si diceva riuscisse a controllare diversi spiriti familiari, che in Giappone si chiamano Shikigami, per vedere esaudite le proprie richieste. Un racconto riporta che fosse riuscito a controllare uno Shikigami con un talismano di carta, dei movimenti delle mani e dei mantra. Non sappiamo quali fossero questi mantra, ma sappiamo che esistono vari tipi di posizioni delle mani che si assumevano durante i rituali dell'onmyodo. Alcune pratiche erano il Kuji-In e il Kuji-kiri, che si eseguivano proprio utilizzando varie posizioni delle mani assieme a mantra, e addirittura alcune pratiche impiegavano il pentagramma, in maniera mooolto simile al bando del pentagramma occidentale, perché il pentagramma rappresenta i cinque elementi taoisti (che sono diversi da quelli occidentali).
Ora, a me serve saperlo non perché abbia intenzione di riprendere pratiche in lingue che non conosco con simbolismi che non conosco che fanno riferimento a Divinità che non venero, ma per capire come incrementare la capacità di riuscire a mettermi in contatto con gli Dei nell'esecuzione del talismano e quindi potenziare indirettamente il suo effetto.
Perciò abbiamo visto che un talismano può essere costruito in questo modo:
- Scrivere su carta il sigillo, il nome o il simbolo della Divinità
- Attuare la conosciuta ripetizione del nome
- Scrivere il sigillo della richiesta sotto al simbolo/nome/sigillo della Divinità
- Chiedere alla Divinità di infondere nel talismano il potere di eseguire il compito scelto
- Formalizzare la richiesta pronunciando il mantra corrispondente al sigillo ed eseguendo al contempo i mudra (movimenti delle mani) adeguati. Tutto ciò creerà un cono di potere che canalizzerà l'energia della Divinità per questo specifico scopo
- Quando si è giunti al limite, imporre le mani sul talismano in modo da caricarlo totalmente, dicendo qualcosa come:
"[Nome-della-Divinità], ti prego, infondi il tuo potere in questo talismano affinchè sia in grado di [desiderio-scelto]. Così sia."
- Ringraziare la Divinità chiamata per l'intervento.

E' meglio chiedere aiuto a una Divinità con cui si ha un legame piuttosto che a una Divinità "corripondente" allo scopo scelto. Gli Dei, lo ricordo, non sono cagnolini che accorrono se hai bisogno. Questo che chiediamo è un FAVORE che ci concedono, pertanto bisogna essere RICONOSCENTI e non chiedere ad Entità che non ci conoscono minimamente e che quindi non avrebbero alcun motivo per concederci questo favore.

In questo caso il cono di potere non è per raccogliere la nostra energia ma per canalizzare quella della Divinità, per questo motivo è sempre bene tenerlo a mente mentre lo si fa.
Inoltre se si vuole, il cono di potere può essere rafforzato mediante l'aggiunta di:
- accensione di candele con colore corrispondente
- accensione di incensi o erbe corrispondenti
- ungere gli angoli del talismano con un infuso di erbe corrispondenti o un olio formato da 2 parti d'olio d'oliva e 1 parte di erbe corrispondenti (facendo attenzione a non creare disastri che possano irritare la pelle et similia nel maneggiare queste cose)
- disporre delle pietre (purificate in precedenza) corrispondenti attorno al talismano

Le corrispondenze possono essere sia legate al talismano che alla Divinità patrono a cui si chiede. Nel primo caso sono rappresentative dell'intento, nel secondo caso sono offerte alla Divinità.
Sinceramente ritengo sia meglio fare entrambe le cose, ad esempio avere sia una candela rappresentante la Divinità che una rappresentante lo scopo, sia l'incenso di offerta che quello per rappresentare la richiesta, mentre olio e pietre le userei solo per rappresentare la richiesta.
Ovviamente la candela e l'incenso della Divinità vanno offerte prima di fare il talismano, mentre la candela e l'incenso rappresentanti la richiesta vanno accesi al momento di creare il cono di potere, e in questo stesso momento va unto il talismano e vanno disposte le pietre.

Ovviamente si può fare senza tutto ciò, mantenendo solo gli elementi base, ovvero: talismano di carta, mantra e mudra.

In Giappone i talismani sono differenziati in ofuda e omamori. L'omamori è la versione "portabile" del talismano. Si tratta di prendere il talismano di carta, metterlo in un sacchettino o copertura di stoffa, richiuderlo e NON APRIRLO MAI.

Esempio di omamori

Nel voodoo invece i talismani, detti mojo bags, hanno al loro interno sia un fogliettino con il simbolo dello Spirito chiamato (il vevè) e la richiesta, sia erbe, polveri, oli, pietre, sale e a volte anche altro.

Perciò, adattando a noi, possiamo anche mettere il talismano assieme a questi elementi (erbe, polveri, oli, pietre e sale) oppure lasciarlo semplicemente in una copertura di stoffa in maniera simile a un omamori o infine lasciarlo normale così com'è.




- Come creare sigilli, mantra e mudra -

Dato che ho parlato dei sigilli, mi sembra doveroso spiegare come crearli.
I sigilli possono essere creati in due modi, principalmente, il primo è attraverso alcuni quadrati magici planetari (agendo in corrispondenza pianeta-Divinità o pianeta-richiesta, ad esempio se voglio creare il sigillo di Selene, prenderò il quadrato magico della Luna, se voglio chiedere ricchezza materiale prenderò il quadrato magico di Giove). In quel caso, semplicemente riduco il nome o la richiesta in cifre numeriche e creo il sigillo partendo dal quadrato. Usando i quadrati in ebraico, si otterrà anche un mantra. Dato che è complicato, posto alcuni link che spiegano meglio di me come farli:
http://voces-magicae.com/2014/09/16/sigil-creation-with-planetary-magic-squares/
http://skayler-ulver.blogspot.it/2016/04/come-creare-un-sigillo-p2.html
http://www.wiccantogether.com/profiles/blogs/brief-introduction-to-sigils

Il secondo modo è invece la sigillazione di Spare. Si prende la frase di richiesta o il nome, si rimuovono tutte le lettere che si ripetono (quindi se ho come parola "adesso" tolgo TUTTE le "s" perchè si ripetono) e tutte le vocali, dunque vedo le lettere che mi rimangono.

Le lettere rimanenti spesso non si riescono a pronunciare, quindi è possibile metterci in mezzo delle vocali in modo che diventino pronunciabili. E così ecco creato il mantra.
Ad esempio, se ho come lettere rimanenti
GVTRPS,
posso farlo diventare:
GoVoTRiPiSi

Inoltre, le lettere rimanenti possono essere usate per creare i mudra.
I mudra saranno semplicemente le stesse lettere formulate nella lingua dei segni.
L'alfabeto dei segni che conosciamo tutti è in realtà quello vecchio, e io lo eviterei per evitare di sentirsi un po' stupidi.
Per questo è meglio impiegare il nuovo alfabeto della lingua dei segni italiana nel comporre i mudra:


Queste lettere rimanenti, infine, possono essere scritte in linguaggi magici come il tebano:


E, in questa forma, unite tra loro, o scomposte e poi riunite, per formare una figura. Quella figura è il sigillo.

mercoledì 27 luglio 2016

Morte e Rinascita Rituale



Questo rituale utilizza la visualizzazione, ma dato che si tratta di un cambiamento INTERIORE e non di una ricerca di visione, ritengo che tale tecnica sia utile (al contrario dell'uso della visualizzazione per il contatto con l'Altro Mondo, che invece è - a mio avviso e parlando solo per me - distraente).
Ho preso spunto per questo rituale dal Liber HHH di Crowley, di cui un esercizio è il seguente:

""Questi sciolgono le bende del cadavere; questi liberano i piedi di Osiride, così che il Dio fiammeggiante possa infuriare nel firmamento con la sua lancia fantastica". LIBER LAPIDIS LAZULI, VII, III.
0. Siedi nell'Asana, o adagiati nel Shavasana, o nella posizione del Buddha morente.
1. Pensa alla tua morte; immagina le varie malattie che possono colpirti, o gli incidenti che possono accaderti. Immagina il processo della morte, riferendolo sempre a te stesso.
(Come esercizio preliminare, è utile leggere testi di Patologia e visitare musei e sale d'anatomia).
2. Continua questa pratica finché la morte è completa; segui il cadavere mentre viene imbalsamato, avvolto nelle bende e sepolto.
3. Ora, immagina un soffio divino che penetra nelle tue narici.
4. Ora, immagina una luce divina che illumina i tuoi occhi.
5. Ora immagina la voce divina che ridesta i tuoi orecchi.
6. Ora, immagina un bacio divino impresso sulle tue labbra.
7. Poi, immagina l'energia divina che informa i nervi e i muscoli del corpo, e concentrati sul fenomeno che si sarà già osservato in 3, la ripresa della circolazione.
8. Infine, immagina il ritorno del potere riproduttivo, e usalo per impregnare l'Uovo di luce in cui l'uomo è immerso.
9. Ora, annuncia a te stesso che quest'Uovo è il Disco del Sole, calante a Occidente.
10. Lascia che affondi nell'oscurità, trasportato nella barca del cielo, sul dorso della sacra giovenca Hator. E forse ne udirai il gemito.
11. Fai che divenga più nero di tutte le tenebre. E in questa meditazione tu sarai assolutamente senza paura, perché l'oscurità che ti apparirà è una cosa spaventosa, al di là di ogni tua comprensione.
E se tu avrai compiuto bene e ppropriatamente questa meditazione, avverrà che tu oda all'improvviso il ronzio e il rombo di uno Scarabeo.
12. Allora tutta la Tenebra svanirà e tra rosa e oro tu ti leverai a Oriente, con il grigio di un Falco che risuonerà nel tuo orecchio. Acuto sarà, e aspro.
13. Alla fine tu ti leverai e starai a mezzo del cielo, in un globo di splendore. E allora si alzerà il Suono possente che i santi uomini hanno paragonato al ruggito di un Leone.
14. Allora tu ti ritrarrai dalla Visione, raccogliendoti nella forma divina di Osiride sul suo trono.
15. Allora tu ripeterai udibilmente il grido di trionfo del dio risorto, come ti sarà stato insegnato dal tuo Superiore.
16. E dopo aver compiuto tutto questo, tu potrai entrare di nuovo nella Visione, che sarà così perfetta in Te.
17. Dopo questo tu ritornerai nel Corpo, e renderai grazie all'altissimo Dio IAIDA, sì, all'altissimo Dio IAIDA.
18. Ricorda bene che questa operazione deve venire compiuta, se è possibile, in un luogo appartato e consacrato alle Opere della Magia della Luce. Ricorda inoltre che il Tempio deve essere aperto cerimonialmente come tu sai e puoi, e che alla fine dovrà essere compiut con ogni cura la chiusura. Ma nella pratica preliminare è sufficiente che tu ti purifichi con l'abluzione, abbigliandoti, e con i rituali del Pentagramma e dell'Esagramma.
0-2 devono essere ripetuti all'inizio, fino a quando si ottiene qualche realizzazione; e la pratica deve sempre essere seguita da un'invocazione divina di Apollo o di Iside o di Giove o di Serapide.
Poi, dopo un rapido riassunto di 0-2, esercitati in 3-7.
Quando ti sarai impratichito, aggiungi 8.
Poi aggiungi 9-13.
Quindi, preparato e fortificato, ben idoneo all'opera, compi l'intera meditazione in un'unica volta. E continuala fino a quando conseguirai un perfetto successo. Perché questa è una meditazione possente e sacra, che ha potere persino sulla Morte; sì, ha potere persino sulla Morte.
(Nota di Frater O.M. In qualunque momento, durante questa meditazione, la concentrazione può determinare il Samadhi. Ciò è da temere ed evitare più di qualunque altra cosa, perché è la più tremenda delle forze che minacciano di ossessionarti. Vi è inoltre qualche pericolo di malinconia acuta e delirante al punto 1)."


Per costruire una visualizzazione guidata molto più semplice, che può essere usata a seguito di un cambio radicale nella propria vita, per aiutare a staccare i legami, la nostalgia, con il passato, ad esempio con una relazione ormai finita.
Stenditi supino sul letto, immagina che il tuo corpo sprofondi, sempre di più, sempre di più. Attorno a te non vi è più il letto, ma oscurità densa, gelatinosa, che ti avvolge. La senti avvinghiarti il corpo, le caviglie, i polsi, il collo. La senti entrare nel tuo naso, la respiri, senti come se il tuo naso fosse riempito di acqua, respiri acqua buia, i tuoi polmoni a poco a poco ne sono pieni. Renditi conto: stai per morire.
Attorno a te, dal buio, emergono tutte le persone che ti sono state amiche in passato, con cui hai avuto una relazione, tutte le persone che ti hanno abbandonato nel corso della vita, tutte le persone che pensavi ci sarebbero state per sempre... e invece sono fuggite via. E una ad una, ti urlano "ti odio!" e ti accoltellano. La prima figura ti colpisce le costole, e ti senti respirare a fatica, ti senti di dover tossire, di dover espellere quel sangue dai tuoi polmoni. La seconda figura ti prende la schiena, il dolore è come quello di mille aghi, in profondità nella pelle. Agonizzi, agonizzi e tossisci. Una terza figura ti taglia la gola. Ti senti soffocare, il sangue non colma solo i tuoi polmoni ma non riesci a portare giù verso di essi il respiro. Tutte le figure attorno a te ti circondano, immobilizzato, e continuano a darti ulteriori pugnalate e senti queste tre sensazioni, soffocamento, tossire e agonia, aumentare di intensità, sempre di più, sempre di più, sempre di più, finchè non ti senti di dover urlare, piangere, perchè stai morendo.
Non c'è nessuno che ti possa salvare, stai morendo. Non c'è nessuna alternativa a tutto ciò, stai morendo. Non c'è una strada B, niente aldilà grazioso, solo e completo buio eterno, disintegrazione totale. Tutto ciò che conosci, tutto ciò a cui tieni, ogni tuo progetto, faccia amica, persona, animale, interesse, sarà spazzato via per sempre. Tu lo sai, e hai paura, e più provi paura più l'oscurità ti sovrasta. Non ti blocca più soltanto, ti sta seppellendo vivo. Non riesci a muoverti, non riesci a spostarti, il peso ti opprime ed è come un eterno macigno che ti porta sempre più giù nell'abisso.
L'oscurità ti sta soverchiando completamente. Ecco, ora rimane solo un ultimo spazio per la bocca, ora più neanche quello, non respiri più, ti senti come se ti avessero messo un sacco in testa e per quanto tu provi a respirare, non respiri più altro che il nulla. Non ti soddisfa più quel respiro, non è più un respiro, è tu che provi inutilmente a respirare. Morirai. Ecco, le tue ultime forze ti abbandonano, il tuo cuore rallenta, ti arrendi, trovi un senso di pace nell'arresa, ecco, finalmente sei morto, finalmente sei nel vuoto eterno.
Ma d'un tratto la luce penetra tra le tenebre e le taglia, come foglietti di carta da una forbice.
Penetra nelle tue narici, il cuore riprende a battere, respiri nuovamente come prima, l'attenzione si riavviva, senti scorrere nelle tue vene la vita, le puoi muovere senza problemi, niente ti blocca il movimento, la felicità diventa il tuo stato naturale. Sei stato graziato.
Una luce solare ti avvolge e ti porta in alto, ti appoggia delicatamente sulle foglie di un prato fiorito.
Finalmente senti il profumo dei fiori e dell'erba bagnata e non il soffocamento del sangue, finalmente senti il calore del sole sulla pelle, finalmente vedi la bellezza dei colori dei fiori, delle piante, del giallo-arancione delle foglie autunnali, del riflesso della luce sull'acqua di un laghetto non molto distante da te, senti i suoni degli uccellini, il quack quack delle anatre, il canto delle cicale, il fruscio del vento sulle fronde, senti l'aria tra i capelli che ti accarezza, piccole gocce di rugiada che ti cadono sul volto, la sensazione dei fili d'erba bagnati sotto i piedi, il calore del giorno sulla tua pelle. Senti, senti tutto questo... e ami. L'amore per la bellezza di ciò che ti circonda ti riempiono totalmente.
Non provi altro che amore, non senti altro che quest'euforica sensazione di essere vivo in mezzo alla meraviglia del mondo. Ecco, adesso, solo adesso, con amore, sei rinato.

sabato 23 luglio 2016

Tradizioni, correnti o... istruzioni per fare cose?


Ogni volta che sento parlare di tradizioni, correnti, "che corrente segui?", mi immagino un idraulico che mi aggiusta il lavandino e mi dice "io seguo la corrente della chiave inglese".
In fondo, penso, non ha senso dividersi in correnti, tradizioni, religioni se si vuole ottenere qualcosa di dinamico, come il contatto con gli Spiriti.
Segui quella tradizione X? E se gli Spiriti ti dicessero "guarda che quel dogma della tradizione X è sbagliato", cosa faresti? Cambieresti tradizioni fino a snaturarle solo per mantenere un senso di appartenenza a qualcosa di fisso anche se i messaggi degli Spiriti sono imprevedibili (e magari ricambi idea dopo anni perchè poi scopri di averli pure interpretati male)?

Ma poi che senso ha privarsi di determinate metodologie solo perchè appartengono a "un'altra tradizione"? Le tecniche non sono divise per "tradizioni".
Se il mio scopo è aprire una porta, uso una chiave, non è che dico "eh beh ma è un'altra tradizione e allora ne faccio a meno". Non avrebbe senso.
Il mio scopo non è seguire la "tradizione della chiave" o "dell'assenza di chiave", ma di aprire la porta.

Ergo io uso tutto ciò che finora sento che mi ha aiutato, che mi ha risuonato più rispetto ad altre tecniche per mettermi in contatto con gli Spiriti e onorarli, ma se scoprissi qualcosa di più valido, che mi consente un contatto più intenso, perchè mai dovrei evitare di usarlo?
Se mangio qualcosa da un ristorante etnico, se mi piace me lo cucino a casa, non è che allora dato che sono italiano non mi posso cucinare, chessò, il tofu bambù e funghi!

Quando si inizia a parlare di tradizioni, religioni, correnti, secondo me si perde di vista il punto.
Il punto qual è? Il punto è contattare gli Spiriti. E' un po' come aprire una porta, provi tutti i metodi che puoi, tutte le chiavi che ti hanno dato finchè non trovi quella che apre. Non dici "queste chiavi no perchè non sono della mia cultura" perchè te le ha fatte il ferramenta inglese e non quello italiano.
E' un'AZIONE, non è un dogma. Tutto ciò che funziona, ben venga.

Piuttosto, sarei per la critica di due cose:
1) La tecnica usata, perchè alcune (come la visualizzazione guidata) sembrano inefficaci o talvolta addirittura dannose.
2) L'atteggiamento nel contatto (ad esempio essere poco rispettosi, chiamare mille Dei alla rinfusa sperando che anche se non li hai mai contattati prima o se non hai mai fatto loro mezza offerta ti vengano ad aiutare subito come cagnolini che con un fischio sono ai tuoi piedi, ecc.).

Alcuni sostengono che le tecniche sono parti di un sistema, quindi da sole non funzionano.
A me sembra una scusa bell'e buona, difatti spesso i sistemi si modificano, quindi aggiungono o tolgono elementi, pertanto significa che tali elementi sono in primis sostituibili, in secondo luogo non sempre nascono in gruppo, assieme al resto del sistema.
Infatti molte tecniche sono state scoperte da alcune persone che poi hanno inserito tali metodologie in un sistema devozionale di festività e ritualistiche prefissate e precedenti.
Pensare che i sistemi religiosi nascano "in blocco" mi pare un pochino ingenuo.

Detto ciò, qual è dunque la mia tradizione? Non ho tradizione, ho mezzi che mi permettono di contattare gli Spiriti, così come l'idraulico ha mezzi per aggiustarmi il lavandino.

venerdì 22 luglio 2016

Tang-Ki, Tongji o Ji-Tong, i medium cinesi



Posto questo video che parla del Tang Ki, un tipo di medium cinese che viene scelto da uno Shen, ovvero un Dio cinese, e in possessione parla in sua vece. In Cina il culto con più aderenti è la Religione Popolare Cinese, chiamata anche Shenismo, che è una religione politeista. Viene spesso confusa con il Taoismo anche se quest'ultimo è solo una branca di essa, più filosofica e interessata all'Illuminazione, mentre lo Shenismo popolare ha più a che vedere con la vita concreta e con il contatto con gli Dei.
Si nota come l'offerta agli Shen in questo procedimento siano principalmente 3 stick di incenso, rappresentanti il Cielo, la Terra e l'Uomo. In alternativa, si offrono 5 stick d'incenso, rappresentanti Nord, Sud, Est, Ovest e Centro o Metallo, Legno, Acqua, Fuoco e Terra (i 5 elementi cinesi) o ancora gli stick possono essere 7 o 9 o 12 per ulteriori simbolismi.
La preparazione richiede un tavolo e carta (di solito gialla o verde), inchiostro, spazzola e pietra da inchiostro. Questo serve al Tang Ki per fare un talismano durante la possessione. Assieme a ciò, vi è spesso presente del Joss Paper, cioè della "Moneta Spirituale", anch'essa usata come offerta in Oriente.
Il Tang-Ki quindi chiama gli Shen, mentre un assistente batte una speciale frusta in tutte le direzioni (Nord, Sud, Est, Ovest e Centro).
Il Tang-Ki a questo punto si siede su di un "trono" fatto di legno, mentre tutto attorno a sè vi sono persone che invocano il Dio esortandolo a entrare nel corpo del medium mediante canti. Ogni Shen ha un diverso canto.
Il Tang-Ki, a questo punto, spesso con i 3 stick di incenso accesi in mano, inizia a sentire l'arrivo del Dio nel suo corpo, agitandosi.
Dopo che è entrato in possessione, viene coperto con un appropriato vestito rituale.
A questo punto, ancora in stato di trance, il Tang-Ki posseduto dal Dio traccia i talismani con gli strumenti preparati in precedenza.
Dopo aver completato i talismani, al Tang-Ki viene tolto il costume rituale e - se ho capito bene - grazie anche a un particolare battito di tamburi, il Dio lascia il corpo del medium.

Cosa ho capito da questo fenomeno?
Sinceramente, ho capito l'importanza de:
- l'offerta d'incenso - che già implemento nella mia pratica;
- i canti e il tamburo come metodi per andare in uno stato alterato di coscienza e invitare il Dio a entrare dentro al praticante (nel caso del mio sistema il canto può essere sostituito dal nome del/la Dio/Dea ripetuto più e più volte cantilenandolo, o da un canto/inno dedicato al Dio/Dea in questione composto da me, ripetendo tale nome o tale canto autoprodotto in un crescendo continuo - aiutandomi o meno con il tamburo per produrre tale crescendo);
- qualcosa che rappresenti la Divinità (una candela o un'immagine del Dio/Dea nel mio sistema; i vestiti rituali nel caso del Tang-Ki);
- il talismano o l'atto magico che ha potere quando attuato grazie al potere della Divinità (nel caso del Tang-Ki è il talismano effettuato durante la possessione).

L'Arte della Magia di Phyllis Curott e il mio percorso non-wiccan

(Disegno di Andy Kehoe)
Secondo me questo libro è diverso dagli altri libri wiccan.
Non è il classico libro wiccan che fa: "apri il cerchio, chiama i guardiani, così si fa il Sabbat, così si fa l'Esbat, ciao ciao". Questo libro invece ti aiuta a connetterti con la Natura. Anche a livello di invocazioni, infatti, ne parla molto con un approccio devozionale. 
Lei stessa, in un certo punto del testo, afferma che quando ha iniziato il cammino non è partita pensando che la magia esistesse: per lei non esisteva, e difatti pone ancora oggi il Sacro - non la magia meccanicistica - alla base di tutto il suo lavoro.
Per questo vedo molta assonanza con ciò che è la mia esperienza, con l'aspetto devozionale che caratterizza il mio percorso.

E' un libro che ti dà idee, ti dà idee su come sentire gli Spiriti e gli Dei.
Mi sono reso conto, infatti, che durante le offerte spesso i rituali - i precedenti e quello che si sta compiendo - possono sembrare troppo simili tra loro e magari dopo un po' vedo che gli stessi aggettivi, gli stessi complimenti, gli stessi epiteti risuonano di nuovo, si ripetono più o meno sempre uguali, e a quel punto non so come rendere il rito un rituale in cui senti di più la presenza degli Spiriti e degli Dei, in cui la senti come le prime volte. In questo senso il libro ti aiuta molto, ti dà molte idee su come rafforzare il contatto e su come percepirlo maggiormente.
In qualche modo penso che ti dia anche alcuni strumenti per "sentire". Questo proprio perchè la maggioranza dei rituali che lei fa sono cose del tipo "prepara tutto e poi fai questo per sentire maggiormente questo aspetto della Divinità e fai quest'altro per sentire quest'altro aspetto della Divinità".
Ora lei è wiccan, crede nelle sue Divinità, un Dio e una Dea, io no. Eppure il principio è lo stesso.
Se il principio è lo stesso lo posso applicare anche a me, lo posso applicare anche alla mia pratica pur non essendo una pratica wiccan.
Inoltre il suo atteggiamento, il suo modo di fare, mi colpisce davvero tanto.

Mi ha fatto rendere conto che nel tempo è cambiata proprio la mia concezione di Divinità, è cambiato il modo in cui vedo tutto: sono passato dall' "oh santo cielo basta con questa roba fluffy bunny" alla pignoleria nel seguire col paraocchi la mia tradizione e non vedere alcuna novità, alcuna modernità, alcuna cosa non attenente alla corrente che seguivo come qualcosa di buono anche se mi sarebbe risultata utile; ad infine, la fase in cui mi sono detto: "adesso torniamo a leggere la roba che leggevo in passato e vediamo che è cambiato nel mio modo di fare, nel mio modo di vedere il mondo e nel mio rapporto con gli Dei e gli Spiriti".
Eppure ho notato che le cose che prima mi sembravano profonde, che mi colpivano nei libri che leggevo in passato, non le trovo più nei nuovi libri.
I libri che sono usciti recentemente su Wicca e Stregoneria sono diversi da quelli che lessi anni fa, ai miei inizi: hanno tradotto altri libri dall'inglese ma non hanno lo stesso pathos, sono un "così si fa il cerchio, così si chiamano i guardiani, così si invoca, così si fa X e così si fa Y, ciao ciao".
Varianti di questo schema sono libri storici che, sinceramente, diventano dopo un po' puro nozionismo, o infine i vari tipi di stregoneria non-wiccan ma identica alla Wicca, che non solo non ti parla del sentire Spiriti e Dei nella Natura, ma sembra una copia dei nuovi brutti libri wiccan con in più un'enfasi a tratti ridicola in cui sembrano voler far sentire "il lato oscuro della stregoneria" (buuuuuh, che paura -.-'').

I libri di una volta (e L'Arte della Magia è un libro di una volta) mi hanno aiutato a costruire quella forma mentis che in parte ho perso e che voglio riacquisire. Io una volta ero affascinato dal mondo che mi circondava, è questo che ho perso: mi sono reso conto che mentre prima mi mancava l'aspetto pratico, l'aspetto ritualistico (perchè avendo sviluppato il mio percorso all'inizio in un ambiente molto wiccan-centrico ritualizzavo in maniera devozionale solo nei Sabbat e negli Esbat), passando poi ad altri percorsi in cui il cardine del cammino era l'offerta, la devozione, adesso mi sono perso invece l'aspetto che c'era alla base, l'aspetto d'amore verso la Natura vista come Sacra, principalmente perchè poi ho affiancato questa nuova pratica con una lettura di libri diversi, sulle credenze dei popoli antichi, sulle loro tradizioni, su tutto il resto, sulla pratica magica "meccanicistica" (come la chiama la Curott), sui libri di storia e quindi sono passato dal "leggiamo questi libri che mi spiegano come sentire maggiormente gli Dei, come sentire maggiormente la Natura" al "leggiamo questi libri che mi spiegano questo procedimento, questo procedimento, quest'altro procedimento, questo passaggio che mi dice che c'era quel culto di Y nella città di X, e così via". Sono passato, nella lettura, da un approccio sostanziale (in cui il libro era mano d'aiuto per il contatto con gli Spiriti e per armonizzarsi con la Natura) a uno da "letterato" (in cui il libro fornisce nozioni che mai applicherò in futuro).

Poi è cambiato anche il concetto di Divinità: ad esempio, la mia concezione di Divinità prevede che gli Dei siano tutt'uno con tutto ciò che ci circonda, tutt'uno con il mondo, onnipresenti che magari sì, sono maggiormente concentrati in determinati simboli, in determinate energie, in determinate forze, però sono comunque non limitati ad essi, e quindi in parte si intersecano con tutto ciò che ci circonda, permeano tutto ciò che ci circonda. Nonostante questo, però, dato che non è più il "Dio" "Dea" ma "Divinità specifica associata da tutto il mondo all'elemento X", io per quanto possa capire che c'è una maggiore rappresentatività in quell'elemento per quella Divinità che però è onnipresente, universale, ecc., non riesco comunque molto spesso a sentirla ovunque.
Quando dici "il Dio e la Dea", come fanno i wiccan, pensi "ah vabbè sono in tutto ciò che ci circonda", quando dici "Divinità X, Divinità Y", se ad esempio c'è il vento e magari percepisco una presenza rappresentata dallo scuotere delle foglie al susseguirsi di una folata, mentre prima ringraziavo "il Dio", adesso faccio fatica a ringraziare una Divinità che è legata a un altro elemento, anche se so che quella Divinità essendo onnipresente è anche nel vento, e anche se so che quell'elemento è solo ciò che la rappresenta meglio di tutto, ma non è SOLO in quell'elemento, perchè è OVUNQUE.

Per un certo periodo proprio per questo, proprio per evitare di non riuscire a sentirli più in ciò che mi circonda, sono passato al ringraziare una Divinità legata al mare quando c'era il mare, una Divinità legata a quest'altro quando c'era quest'altro, eppure, questo atteggiamento mi sono reso conto che è controproducente, perchè ad esempio io con Poseidone non ho alcun legame, e quindi restava la domanda: "chi ringrazio? Come faccio a sentire le Divinità che venero attorno a me, nella Natura? E' una forzatura? O no? Faccio bene, faccio male? Se è una forzatura, non sarebbe meglio ringraziare gli Spiriti del luogo?".
Io, proprio perchè è cambiata la concezione della Divinità, in qualche modo proprio perchè non essendo più vista come qualcosa di immanente in tutto indifferentemente, allora è come se avessi cercato, nel rapportarmi con la Natura, di trovare per ogni singolo aspetto che percepivo un'Entità diversa, e questo mi ha portato a fare anche molti errori.
Quindi mi sono reso conto che non era giusto approcciarmi a tutti gli Dei che potevo, dovevo invece riuscire a sentire anche le Divinità con cui attualmente ho un legame nello stesso modo in cui sentivo il Dio e la Dea del mio periodo wiccan, in quello che mi circonda, e riuscire di nuovo a ottenere quello stesso tipo di esperienza che provavo in passato.

Quando avevo 14 anni, infatti, nel mio periodo wiccan, la mia esperienza era quella di vedere gli Dei tutto attorno a me: io mi giravo, vedevo degli alberelli, nei quadratini di terra che sono presenti sui marciapiedi, e ne accarezzavo le foglie. Era come se fosse una sorta di "scalinata" perchè ogni alberello che passavo ero sempre più felice, era come se fosse ogni volta un'invocazione, era come se fosse ogni volta un "grazie", un "vi sento qua", e a poco a poco mi riempivo di gioia: quando tornavo a casa ero felicissimo, perchè alla fine ero passato da tutta una strada in cui ogni singolo step era un modo per sentire maggiormente gli Dei.
Non si trattava di un'attività fatta in un momento X, era ciò che facevo durante ogni singolo istante in cui dovevo uscire fuori casa, era uno stile di vita. Era un modo di vedere il mondo, era una continua invocazione, una continua devozione.
Non era ritualizzata, perchè all'epoca non facevo offerte, facevo offerte durante i pleniluni e durante i sabba, ma non facevo offerte settimanalmente, era diverso. Però questo atteggiamento, questa continua preghiera, questo continuo vedere la bellezza attorno a me, questo continuo vedere il Divino attorno a me, mi ha portato a punti di armonia mai visti prima.
In un periodo successivo ho provato tutte le tecniche possibili per tornare a quello stato, tranne la stessa che avevo usato qualche anno prima, ho iniziato a fare esercizi sul momento presente, ricordo di sè, lavoro sulle emozioni negative, ho provato a fare qualunque cosa. Ma quello che dovevo fare era rifare la stessa identica cosa che avevo fatto qualche tempo prima!

Ovviamente non più riferendomi al Dio e alla Dea, ma comunque quella tecnica. Devo tornare a quello stesso stadio di prima.
Ma ormai i tempi sono passati, ed è difficile tornare a quello stadio.
Adesso paradossalmente ho una ritualità che mi permette di sentire meglio gli Dei durante i rituali, ma non ho più lo stesso modo di fare di prima fuori dall'ambito rituale.
Adesso passo per strada e gli alberi non li "saluto", passo per un bosco e non percepisco più come prima, non è più la stessa cosa. E il fatto bello è che adesso ho cercato di leggere nuovi libri wiccan per rientrare in quella forma mentis, ma non sono più uguali.
Paradossalmente, anche se quelli che avevano tradotto all'inizio non erano i classici libri con cui normalmente uno dovrebbe iniziare, erano stati tradotti i libri che secondo me erano i migliori, perchè erano libri che comunque passavano direttamente dal cuore.
Tra questi, i due che maggiormente ho sentito erano "Vivere Wicca" di Laura Rangoni e soprattutto "L'Arte della Magia" di Phyllis Curott. Questi due più di ogni altra cosa. Spiegavano come vivere, come vedere il Divino attorno a te, come vedere la Natura come qualcosa di Sacro, come vivere la Natura attorno a te, come rientrare in quella devozione continua.

Per un certo periodo, poi, ho visto addirittura la Wicca come qualcosa che aveva sovrapposto le pratiche moderne a quelle antiche, poi cercando ho visto che oltre all'unguento, le streghe del passato usavano tantissime tecniche uguali a quelle che abbiamo adesso, tecniche di trance, tecniche magiche, ecc. Così come anche moltissime civiltà antiche usavano operazioni che - tolte le esatte parole - nel procedimento erano uguali a quelle che abbiamo ancora oggi, gli antichi popoli mesopotamici usavano la magia dei nodi, le bambole di cera, ecc. E noi usiamo questi metodi ancora adesso, nel XXI secolo.
Molte pratiche orientali sono commistioni di sigilli, mantra e mudra (movimenti delle mani). Anche se l'esatto tipo di sigilli, l'esatto mantra, ecc. sono culturalmente differenti, i procedimenti di creazione di sigilli, di ideazione di mantra e di gesti manuali rituali (es. i vari bandi), ecc. sono sostanzialmente stati inglobati nella pratica wiccan.
Quindi la Wicca da "ok, carina però chissà com'era diversa la magia e il contatto con gli Spiriti nell'antichità" adesso non è più "carente" di qualcosa, ha solo aggiunte moderne, ma non la vedo più come mancante. Questo mi spinge ancora di più ad acquistare libri wiccan senza farmi più le remore del passato. Ecco perchè, perchè le idee sono idee indipendentemente se formulate in ambito wiccan/tradizionalista/ecc., e libri wiccan favolosi sono libri favolosi anche per me, che non sono wiccan.
E questo libro, L'Arte della Magia, lasciatemelo dire, è il più favoloso libro wiccan mai scritto nella storia umana.

mercoledì 20 luglio 2016

Il mio "rituale base"

Attenti ad essere rispettosi nel relazionarvi agli Spiriti e durante le offerte, altrimenti rischiate di finire come i genitori di Chihiro ;)
 
Chiunque conosca la Wicca, sa che esiste un "rituale base", che è composto da: purificazione, apertura del cerchio, chiamata dei quattro guardiani, invocazione del Dio e della Dea o Drawing Down, Grande Rito, Libagione/Banchetto, ringraziare gli Dei, ringraziare e congedare i guardiani, disfare il cerchio.
Io invece uso un approccio diverso, uso l'offerta.
Mi inchino davanti a un'effige della mia Divinità Patrono (o a volte, in assenza di essa, a una candela che La rappresenta e che accendo all'inizio del rituale), quindi faccio un'offerta (che può essere una mistura di erbe o di incensi o un incenso a stick da bruciare; dei fiori; un banchetto di cibo e bevande da consumare interamente o in parte e poi disperdere in Natura; a volte dell'acqua o del tè; dei ceri oltre alla candela rappresentativa; frutta di cui offro l'aspetto sottile e che mangio come aspetto materiale dopo il rituale).
Dopo l'offerta recito inni del passato o poesie di mia composizione, prego, ringrazio, esalto la Divinità con vari complimenti e appellativi, e talvolta faccio richieste.
Ho intenzione in futuro di invocare il potere degli Dei in un bicchiere d'acqua o di liquido da bere o con cui spruzzarmi, che mi possa aiutare a "sentire" sempre più la presenza degli Dei, penso sarebbe davvero una tecnica utilissima, che ho preso dal libro di Phyllis Curott di cui parlerò più avanti.

A volte cerco di mettermi in contatto mediante la ripetizione del nome (di cui ho già parlato nel post "Cono di potere ripetendo i nomi degli Dei e il nome come mantra per la ricerca di visioni", e che se ripetuta moltissimo penso che possa portare anche a una "quasi-possessione rituale", non dico a una possessione vera e propria ma magari a una ispirazione sì) o lo scrying interno (di cui ho parlato in "Visualizzazione o Visioni?"), ma più spesso uso i tarocchi, la ouija con il pendolo o il pendolo da solo, impiegandoli come strumenti per ricevere messaggi dagli Dei o dagli Spiriti.
Anche se per comodità uso più spesso i tarocchi da soli, ho notato che se nello smezzare i tarocchi dopo averli mischiati faccio dei mazzettini di carte, il pendolo è utile per capire quale mazzettino prendere. Ovviamente chiedo alla Divinità di guidare il pendolo e la mia mano durante la scelta.
Credo che la divinazione sia l'altra faccia dell'offerta: l'offerta da sola è il parlare, la divinazione è l'ascoltare, e insieme fanno il dialogo tra noi e le Divinità.

Di solito in determinate circostanze, cioè in alcune date importanti dell'anno, oltre al rituale con rappresentazione della Deità (o accesa della candela che la rappresenta) + offerta semplice (che quasi sempre è incenso), ci aggiungo una seconda offerta, di solito di cibo, e oltre ai semplici inni canto o suono un'harmonica o metto una musica di sottofondo e danzo in onore alla Divinità.

Sebbene di solito mi rapporti con le Divinità, facendo offerte su basi regolari una volta a settimana, può capitare che faccia offerte anche ad altri Spiriti. Di solito sono:
- Spiriti di morti, in determinate occasioni come il Giorno dei Morti, in cui offro un cero, dell'incenso e a volte dei fiori o dei fiori finti.
- Spirito della casa, con ceri e incenso. L'ho fatto solo quando mio padre ha cambiato casa, ma nulla in realtà mi vieterebbe di farlo anche in modo continuativo.
- Spiriti di luoghi naturali. In questo caso evito tutto tranne cose biodegradabili, quindi cibi (di solito biscotti che frantumo in modo che gli uccelli possano prenderli, ma penso che andrebbero bene anche frutta secca se in gran quantità o frutta) e bevande (mai bevande gassate zuccherate tipo coca cola & co.! Ma latte di soia, succhi di frutta, vino, tè, ecc.). I fiori mi sembrano fuori luogo, è come togliere a un luogo che ce li aveva per darli già morti ad un altro luogo.
- Animale o spirito guida, però penso che sia meglio contattarlo direttamente mediante scrying interno, senza passare per forza dal rituale. Se non si può magari è meglio il rito che niente, usando lo stesso tipo di offerte che si danno di solito agli Dei.

Non credo nel "chiama mille Dei diversi". Sono solito chiamare sempre gli stessi Dei, nelle mie offerte. Ha più senso, si crea un legame, e anzi mi dà fastidio che la gente pensi che "gli Dei si usano". Che?! Cosa?!? "Usare"? Ma che sono gli Dei, dei cani? Gli Dei sono esseri più in alto di noi, non il contrario. Non penso dovremmo scordarcelo mai. Semmai siamo noi i loro cani, non viceversa.

Credo che i rituali servano in primis per metterci in comunicazione con gli Dei, e dopo, in caso, per chiedere qualcosa. Il mio modo di ritualizzare infatti non è molto "magico", è molto più "spiritico".
C'è gente che ha paura di avere a che fare con gli Spiriti, però non si fa problemi a chiamarli nei rituali per ottenere qualcosa, ma mai un rito per mettersi in contatto! Per carità!
A me fa ridere tutto ciò.
Certo, se chiedi "il primo spirito che passa mi dia un segno" è un altro conto, ma davvero, l'essere umano fa offerte agli Dei da quando è nato, fa divinazioni con gli Spiriti da quando è nato, e ancora non si è spalancata la terra a inghiottire chi lo faceva. Molti usavano sistemi divinatori simili come funzionamento alla ouija, non tutti facevano il cerchio, eppure sono ancora vivi. Casualità? O forse magari è solo minor paranoia? :D
Poi se uno sente di farlo lo faccia, io non lo faccio perchè il tempo che preparo il cerchio, chiamo i guardiani, ecc. ho già occupato mezz'ora e questo mi fa dedicare meno tempo e meno attenzione agli Spiriti con cui mi voglio mettere in contatto, in questo caso gli Dei.

Penso che arrivi un momento in cui dici "io non ho bisogno di chiedere ogni volta qualcosa agli Spiriti per ottenere qualcosa di buono nella mia vita" e in cui pensi "io voglio avere a che fare con gli Spiriti per scoprire il loro mondo, non per farli intervenire nel mio". Ecco, questo è il motivo per cui pratico, e la mia pratica di base è:
- Questo "rituale base" e le sue varianti/aggiunte/modifiche/ecc.
- Lo scrying interno di cui ho parlato in "Visualizzazione o Visioni?", che a volte affianco con l'ascolto di suoni di tamburi preregistrati per facilitare le visioni. Normalmente prima di iniziare lo scrying chiedo allo Spirito di mostrarsi a me, o recito il suo nome (o il suo ruolo - e per ruolo intendo ad es. "spirito della casaaaa" o "spirito di questo luogoo", ecc.) inspirando ed espirando durante la meditazione di scrying o ancora ripetendolo come un mantra anche qui durante la sessione.
- Il contatto con la Natura, e quindi anche vari tipi di meditazione di cui parlerò più in là (come quella sulla bellezza, grounding e centering, unnaming, di sensibilità dei vari sensi ovvero tatto, udito, vista e olfatto, ecc.)
- A volte il lavoro con i sogni/in astrale - se gli Dei vogliono (perchè no, non è facile)
- A volte chiedendo dei segni e interpretandoli (alcuni sono gli omen, cioè mi concentro su ciò che dicono i passanti e lo collego con la mia domanda; altri sono segnali della Natura che ancora sto cercando di capire come funzionino, ma alcuni penso di averli identificati)
- A volte esercizi di allenamento dell'intuizione, come cercare di capire il colore o il seme di alcune carte senza girarle, o cercare di capire chi chiama quando squilla il telefono, ecc.
Poi io come al solito metto ogni possibile cosa in una lista, ma non ha senso, perchè il mio percorso è in continua evoluzione, quindi farei finta di non averla messa 'sta lista, anche perchè voglio essere aperto all'esperienza e non rinchiudermi in una "lista di rituali autorizzati :D ".
Più che altro, se non facevo una minima spiegazione, non si capiva in che modo parlassi di contatto con gli Spiriti.

martedì 19 luglio 2016

Cono di potere ripetendo i nomi degli Dei e il nome come mantra per la ricerca di visioni

Mi sono accorto che è molto, molto potente questa tecnica: il salmodiare, quasi fossero mantra, i nomi degli Dei durante i rituali o durante lo scrying interno (di cui ho parlato nel post "Visualizzazione o Visioni?"). E' possibile farlo in due modi principali:

1) Per ricevere maggiori segni o maggiori sensazioni dagli Spiriti o dagli Dei, quindi per agevolare le loro manifestazioni.

In questo caso il nome della Divinità o dello Spirito va recitato sempre più veloce e soprattutto con sempre maggiore enfasi, con sempre maggiore trasporto, con sempre maggiore emozione, pathos, ecc.
Questo agevola la manifestazione fisica della Divinità nel fumo dell'incenso, negli scoppiettii del fuoco, nella fiamma della candela, ecc., così come anche le sensazioni corporee che ti fanno dire "sì, lo/a sento" "sì, la Dea X/il Dio Y è qui".
E' un richiamo e un vero e proprio cono di potere. Semplicemente si ripete il nome al posto di danzare, ma resta un cono di potere, attuabile anche da solitari che non hanno la possibilità di danzare con altre persone.
Oltre ai nomi degli Dei possono essere ripetute poesie, inni, filastrocche, intenti, incantesimi, ecc., basta farlo con il giusto pathos crescente.

2) Per aiutare l'apparire delle visioni.

In questo caso la recita del nome della Divinità va fatta salmodiando, cantandolo, non troppo forte ma armoniosamente, anche se con fare sostenuto. E' simile alla ripetizione dei mantra che fanno i buddhisti e gli induisti.
A volte viene sostituita dall'inspirare e/o espirare pensando il nome della Divinità, ma la ripetizione vocale secondo me è più utile perchè automaticamente altera il respiro e ti fa andare in una sorta di autoipnosi dove da una parte la persona resta concentrata sul momento presente e dall'altra viene spinta in un rilassamento sempre più profondo grazie alla continua ripetizione del nome.

Rituale condiviso

Ho ritualizzato assieme a una mia amica per la Luna Piena, mi sento così bene, così gioioso, così sereno dentro di me che non so esprimerlo a parole, e quindi non lo farò, citerò le parole di altri, di un video musicale: 

"Svegliandomi vedo che tutto va bene
la prima volta nella mia vita e adesso è tutto così bello
rallento, mi guardo attorno e sono così meravigliato
penso alle piccole cose che rendono grande la vita
non cambierei niente, e questa è la migliore sensazione
questa innocenza è brillante, spero che durerà
questo momento è perfetto, spero che non andrà via.


E' uno stato di beatitudine tale che pensi di star sognando
è la felicità dentro quella che stai sentendo
è così bello che ti fa venir voglia di piangere

è uno stato di beatitudine tale che pensi di star sognando
è la felicità dentro quella che stai sentendo
è così bello che ti fa venir voglia di piangere 

è così bello che ti fa venir voglia di piangere"

venerdì 15 luglio 2016

Visualizzazione o Visioni?


Magari è un problema solo mio, eh, ma non riesco a farmi piacere le visualizzazioni.
E' un fatto che mi sono reso conto essere vero da sempre.
Facevo tutti questi esercizi di pathworking o visualizzazione guidata che dir si voglia, e mi immaginavo di scendere in grotte, vedere X o Y Divinità, parlare con loro (rigorosamente parole già preimpostate) e andarmene. Questi esercizi li facevo, li ho fatti.
Però mi sono sentito abbastanza ingenuo nel credere che la mia immagine mentale della Divinità X o Y fosse effettivamente la Divinità X o Y. Se c'è già tutto un copione scritto, in base a cosa dovrebbe essere diverso da una pura e semplice fantasia immaginaria? E' davvero questo il contatto con gli Dei e con gli Spiriti?

Un altro tipo di visualizzazione guidata è quella che si ferma a metà. Nel senso che tu fai una buona parte del percorso immaginando volontariamente le cose, e poi lasci che arrivino immagini spontanee a fare il resto.
Ecco, ho avuto delle brutte esperienze con questo tipo di esercizio.
Torniamo indietro di 11 anni. 11 anni fa, da bambinetto che si approcciava per la prima volta all'esoterismo, lessi su una rivista (mi pare si chiamasse "Magia" o cose del genere, riproponeva praticamente la Wicca senza l'aspetto religioso ed era indirizzata esplicitamente agli adolescenti) che il lavoro con le pietre includeva, dopo la purificazione, la visualizzazione guidata dell'entrare nella pietra, incontrarvi lo Spirito guardiano, parlarci e tornare indietro.
In buona parte il disastro avvenne perchè ero teso, all'epoca infatti credevo che più mi sforzassi più le immagini sarebbero diventate nitide (invece è esattamente il contrario, motivo per cui molti sostituiscono, nel parlato, "visualizzare" con "immaginare" perchè giocano proprio sulla familiarità con il concetto di immaginazione, che rende meno faticoso, più spontaneo e accessibile a tutti il lavoro di visualizzazione senza smanie di ottenere tutti tutti tutti i dettagli delle immagini mentali, lavoro impossibile e inutile), quindi ci misi tantissima volontà, e questo mi creò ansia.
Ma la cosa peggiore, secondo me, è che nella visualizzazione emerse il mio subconscio, quindi tutte le mie paure (e all'epoca studiavo dalle suore). Per questo motivo ciò che vidi, una volta che la visualizzazione si fermò a metà, fu:
1) un nanetto (che doveva rappresentare lo Spirito della pietra);
2) il vuoto, il nero. Ecco, probabilmente la peggior falla della visualizzazione guidata che si ferma a metà è che poi non prosegue, rischi che partendo da un'immaginazione fluida a una in cui ti fermi, ti arrivi solo il nero;
3) il subconscio.
Quest'ultimo si manifestò come una modificazione dell'immagine del nanetto (che avrebbe dovuto rappresentare lo Spirito del cristallo) che divenne, modellandosi sulle mie paure da bambino che studiava in una scuola cristiana, un diavolone spaventoso.
All'epoca avevo 11 anni, quindi mi prese un colpo, non riuscivo più a visualizzare bene di uscire, quindi ce la feci ma mi venne il panico.
Cercai di buttare via la pietra, poi ci ripensai, la lavai e la purificai, e la tenni lì dove ancora oggi sta.

Questo che vuol dire? Che non bisogna visualizzare con ansia e/o mentre si sta tesi?
Sicuramente, ma più di ogni altra cosa, che la visualizzazione ti mette in contatto con il tuo subconscio e non tanto con realtà altre. Non ti mette in contatto con Entità Spirituali, perchè è un'immaginazione, è un sogno ad occhi aperti.
I sogni ad occhi aperti ci riferiscono la realtà o un'illusione?
Un'illusione.
Allora cosa ci aiuta a distinguere la visione vera dall'immaginazione?

Per dirlo, devo parlare di un ambito completamente diverso dalla visualizzazione guidata, che è invece lo scrying.
Io per scrying non intendo solo fissare uno specchio, un cristallo o una bacinella d'acqua, perchè lo scrying è anche fare la stessa cosa avendo come "schermo d'acqua" il nero dietro le palpebre.
A differenza dello scrying esterno, questo scrying interno non affatica gli occhi, ma non è neanche come la visualizzazione guidata, perchè non immagini nulla, fissi lo sguardo nel vuoto dietro gli occhi e attendi, concentrato sul presente.

In parte è simile alla vipassana buddhista, perchè è concentrazione sul momento presente, ti concentri sul respiro (ovvero sul senso del tatto che ha il naso e/o la bocca quando percepisce l'arrivo e l'uscita del respiro) o sul vuoto dietro le palpebre (ovvero sul senso della vista), o comunque su altri sensi legati al momento presente.
In questo modo diventi "vuoto". Arrivano immagini, arrivano pensieri, arrivano pensieri immaginifici, che uno potrà scambiare per visioni, ma non saranno visioni.
Proprio in questo modo ci si rende conto che la visualizzazione è ben poco utile, perchè la maggioranza dei pensieri che emergeranno sembreranno proprio simili a quelli delle visualizzazioni guidate, ovvero immagini mentali che si susseguono in un flusso simile a quello di un cortometraggio.
In questo caso le si scaccia semplicemente riconcentrandosi sulla sensazione che abbiamo scelto del momento presente (quindi visione o tatto del naso), oppure se anche così quei pensieri rimangono, si resta concentrati sulla sensazione del respiro o sul nero e li si ignora.
L'importante è comunque non farsi "prendere" dai pensieri, non identificarsi con quei pensieri, con quei film mentali.
Non si dovranno avere aspettative di vedere questa o quell'altra cosa mentre si è concentrati sul presente, perchè altrimenti si rischia di attirare solo altre immagini illusorie.
Dopo un po', a seconda di cosa avremo comunicato di voler cercare quando abbiamo iniziato la nostra sessione di scrying interno (sia chiaro, si esprime l'intento poco prima di iniziare ma poi non lo si bada più e ci si concentra sul nero o sul tatto del respiro), ci arriveranno delle visioni diverse.
Saranno visioni più nitide, sembreranno con colori più accesi rispetto alle altre, saranno improvvise, spesso saranno accompagnate anche da quell'emozione che si attiva in caso di intuizione improvvisa: la sorpresa.

Quelle secondo me sono davvero vere visioni dell'Altro Mondo.
Mentre i pensieri intrusivi saranno del subconscio, questi altri saranno quasi sicuramente un messaggio dall'Altra Parte della Soglia.
Ecco perchè io preferisco lo scrying, ecco perchè non amo la visualizzazione guidata, perchè rischia di confondere subconscio e messaggi degli Spiriti.

NB: Per carità, se uno ha trovato il giusto modo per distinguere le visioni dalle illusioni nell'ambito della visualizzazione guidata, buon per lui/lei. Io parlo della mia esperienza personale, e non è detto che funzioniamo tutti nella stessa maniera.
Non voglio dire che non funzioni per tutti (molto semplicemente non sto nel vostro corpo per saperlo :D), dico solo che non funziona per me e probabilmente per molti altri che funzionano come me.

giovedì 14 luglio 2016

L'illusione degli accordi sociali e la Vera Realtà della Natura


Brexit. Come può reagire un pagano europeo a Brexit? Male, molto male.
Premetto che il tema non sarà su Brexit, è solo un preambolo.
Tornando a noi, perchè ho reagito male? Perchè sono da sempre legato alla cultura anglosassone, amo le loro leggende, amo la loro stregoneria, e diciamolo, in fondo il paganesimo moderno è nato lì.
Se non ci fosse stata la Gran Bretagna, non avrei avuto modo di approcciarmi al paganesimo. Anche se il mio pantheon non è assolutamente celtico o sassone, non avrei probabilmente avuto alcun pantheon se non ci fosse stato Gerald Gardner, cittadino britannico.
Ma perchè questa tristezza, quasi come se un parente ti disconoscesse? Perchè avevo confuso i nomi degli Stati con i nomi dei Territori che millantano di rappresentare.
E' avvertibile nell'aria in questi giorni: c'è gente che dice che la Gran Bretagna non è più in EUROPA. Non nell'UNIONE Europea, ma proprio in Europa.
Non si parla dello Stato Britannico, ma della "Gran Bretagna". Alcuni umoristi hanno giocato su questo doppio senso, e hanno fatto delle vignette che mostravano come il territorio della Gran Bretagna (e dell'Irlanda del Nord, unita politicamente ma non geograficamente con la GB) si staccasse fisicamente da dove è sempre stato e andasse alla deriva:




Questo è un esempio lampante di come gli accordi sociali abbiano soppiantato le realtà effettive.
Abbiamo confuso la Gran Bretagna con lo Stato della Gran Bretagna, abbiamo confuso l'Europa con l'Unione Politica dell'Europa.
Cos'è, dunque, uno Stato? E' sostanzialmente un accordo sociale.
Un accordo sociale è quando più persone si mettono insieme e decidono che determinate cose hanno determinati significati.
Più o meno come una recita. Sai che le cose non sono così, è un gioco simbolico, ma tutti fingono di non saperlo.
Questa illusione, poco alla volta, intacca la nostra vita, e iniziamo a parlare di Paesi come sinonimo di Stati. Iniziamo a confondere il nostro gioco simbolico con la Realtà.
La Vera Realtà, mi dispiace ma non è lo Stato, non è ciò che state leggendo, non è il computer, il governo, ecc. La Vera Realtà è ciò che è oltre gli accordi sociali, oltre queste illusioni.
La Natura è, in sintesi, la Vera Realtà.
E' la Natura che esiste davvero, è lei che è l'unica realtà effettiva, perchè ricordo che basterebbero pochi anni e tutto il nostro bellissimo progresso, tutti i nostri staterelli e confini verrebbero sommersi da piante e la Terra tornerebbe a essere quello che è sempre stata, ovvero Wilderness.
Ragioniamo da illusi, come se non fossimo delle scimmie evolute, ragioniamo come se avessimo DAVVERO la Terra. Come se lo Stato possedesse DAVVERO la Terra. Abbiamo perso di vista il fatto che sia un accordo sociale, un gioco, e ci ritroviamo immersi nella stessa illusione che abbiamo creato. E' come se credessi davvero che il territorio che segna un cane gli appartenga e magari mi preoccupassi di dovergli pagare il dazio o di chiedergli il permesso per passare dove lui ha fatto pipì.

Lo dico chiaramente: la Nazione non esiste. La Nazione è, in sintesi: prendi una Terra che NESSUNO ti ha dato e la gestisci fingendo di esserne il padrone.
La Terra non è "nostra", siamo noi della Terra, siamo animali della Terra.
Gli Stati sono accordi sociali, non sono realtà effettive. La terra vera, il terriccio, quello è una realtà effettiva, e non vi sono segnati sopra i nomi di chi ci può abitare, di chi l'ha "comprata", di chi è autorizzato a "gestirla". Se ci illudiamo di averla, diventiamo simili ai i cani che si illudono di avere il territorio che marcano.

Ragioniamo come se fosse vero ciò che ci circonda, come se non bastasse qualche disastro naturale e puff!, tutto questo verissimo Stato sparirebbe.
E' vero, il territorio del cane non ha leggi, non ha costituzioni, non ha polizia, governo, e così via.
Eppure allo stesso modo un bambino ha soldatini giocattolo che rappresentano la polizia, pupazzetti che simbolicamente governano, magari ha anche un'area dove pensa di essere lui il padrone.
Eppure noi, nella realtà, gli possiamo vendere casa quando ci pare.
Ecco, questo è il paragone perfetto con la Natura. Lei ci lascia illuderci come bimbi di essere i padroni di casa, quando non lo è.
Quando il nostro accordo sociale è carta straccia: una serie di altre specie cagano tranquillamente sui nostri confini fittizi. Specialmente specie volatini, loro cagano letteralmente sui confini.

Con questo non sto dicendo "no, non prendete i farmaci, viva il morso di serpente che è naturale". L'illusione è ok, ma fintanto che ci ricordiamo quale sia la Realtà e quale l'accordo sociale.
L'accordo sociale, l'illusione, va benissimo. Ma non mi si dica che sono "fissato" con la Natura, che sono alienato dal mondo reale. E' piuttosto la gente a non comprendere che il mondo reale non è dove stanno vivendo, ma qualche centimetro sotto al cemento che ci ha spalmato sopra.
Quello stesso Mondo Reale potrebbe riemergere quando vuole, e lo vediamo dalle piante che spuntano dai marciapiedi, dagli antichi castelli ricoperti di rampicanti.

Poi per carità, non voglio neanche passare all'opposto vedendo la Natura come qualcosa di insensibile, crudele, ecc. La Natura ha un suo equilibrio, è strutturata per un Bene. Certo, il Bene dell'ecosistema, quindi un bene che magari include anche il morso di serpente, e non è detto che il Bene dell'ecosistema coincida con il bene dell'uomo. Noi come specie faremmo meglio ad approcciarci a quella parte di Bene che coincide con il nostro bene. Tra le tre opzioni:
a) approcciarci al Bene che coincide con il nostro bene

b) approcciarci al Bene che coincide con il nostro male
c) approcciarci al nostro bene che non coincide con il Bene della Natura,
la a) è quella migliore, ed è anche ciò che io sto cercando di fare.

Ma la Natura, sia la parte di Bene che coincide con il nostro bene che quella parte di Bene che coincide con il nostro male, è comunque inevitabile.
E' l'unica cosa che esiste, possiamo svegliarci e capirlo da subito e cercare di approcciare la parte della Natura che coincide con il nostro bene, oppure far finta che non sia così e quando i licheni avranno ricoperto l'ultimo palazzo del nostro amatissimo Stato, subiremo questa situazione in maniera più disperata: la nostra realtà illusoria sarà distrutta irrimediabilmente, e la Vera Realtà riemergerà.
La scelta è nostra. Solo e unicamente nostra.

mercoledì 13 luglio 2016

Resoconto di un'esperienza meravigliosa


Oggi, mentre stavo sfogliando un libro alla libreria (per l'esattezza "Iperione" di Holderlin), ho letto. Ho letto parole bellissime, parole che riassumono quanto la Natura sia la cosa più... non ho neanche gli aggettivi adatti per descrivere quanto estasiante sia.
Cito alcuni passaggi del libro per far capire di che parlo:

"Ma tu splendi ancora, sole del cielo! tu verdeggi ancora, o sacra terra! ancora si volvono, crosciando, al mare i fiumi, ed alberi ombrosi bisbiglian nel meriggio. Il canto voluttuoso della primavera culla e assopisce i miei pensieri mortali. La pienezza del mondo vibrante di vita nutre e sazia di ebbrezza il mio misero essere.
O natura felice! io non so che sia di me, quando sollevo lo sguardo innanzi alla tua bellezza, ma tutta la gioia del cielo è nelle lagrime ch’io verso innanzi a te, come l’amante dinanzi all’amata.
Tutto il mio essere tace e si tende, quando il soave alito dell’aura scherza col mio petto.
Sperduto nell’immenso azzurro, io volgo spesso lo sguardo nell’alto etere, e giù nel mare sacro, e sento come se uno spirito affine mi tendesse le braccia, come se il dolore della solitudine mi si sciogliesse nella vita degli dei.
Essere uno col tutto, questa è la vita degli dei, è il cielo dell’uomo!
Essere uno con tutto ciò che vive, tornare, in un beato divino oblio di sé, nel tutto della natura, questo è il vertice dei pensieri e delle gioie, questa è la sacra vetta del monte, la sede dell’eterna quiete, ove il meriggio perde la sua afa e il tuono la sua voce, e il mare infuriato assomiglia all’ondeggiare d’un campo di spighe."



Spronato da parole che riflettono su carta ciò che sento nel mio cuore, controllo l'ora, vedo che ho ancora tempo, e decido di andare in un parco, un parco meraviglioso, stupendo...
Arrivo, finalmente arrivo e sento, sento attorno a me quegli odori, quei profumi anzi, che mi coinvolgono, che sanno di muschio, che mi ricordano le parole del Fauno del Labirinto del Fauno: "Ho molti nomi. Nomi antichi che solo il vento e gli alberi possono pronunciare. Sono le montagne, la foresta e la terra."Quei nomi non umani che erano quegli odori, oh quei profumi ineffabili, amabili, pervadevano tutto ciò che mi costituiva, mi ributtavano nell'antico tempo delle memorie, dei ricordi...
E che dire dei paesaggi fatati che vedevo, del rosso e giallo delle foglie che venivano riflesse dal Sole? Che dire? Era come vagare in una fiaba. Una fiaba dei fratelli Grimm, e forse ancora così il paragone non esprime del tutto il sublime che imprimeva nell'animo quella vista.
Vidi le paperelle, le anatre e i cigni che mi guardavano con quella dolcezza splendida, assieme ai corvi, i gabbiani e i piccioni (sì, hanno un romanticismo anche loro ;)). Le tartarughe emergevano dall'acqua, si vedevano sul ciglio del lago ed erano decine e decine. Tantissime.
Ad un tratto, un gabbiano fa un verso e tutte le papere, tutti gli uccelli, iniziano a volare al centro del lago. E' stato davvero improvviso e non ho ancora capito il perchè.
Una tartaruga poi andò fuori dall'acqua e passeggiò per un po' sulla terra ferma per poi tornare a tutta birra - prendendo la velocità per evitare di precipitare male - in acqua. Era enorme, bellissima, e davvero davvero dolce.
Passai per gli alberi, e vidi una enorme Farnia, era antica, potente, chissà da quanti anni stava lì, chissà quante cose avrà visto, quante persone sono passate vicino a lei per generazioni, quante conoscenza il suo Spirito racchiude.
Oltre ad essa, ammirai una coppia di farfalle che si innalzavano volando assieme, a spirale. C'erano dei pappagallini verdi che cantavano e volavano, un clap clap di sottofondo delle persone che correvano, e io che ammiravo tutto quello.
Notai anche una discesa, tra le fronde degli alberi, verso un sentiero un po' adombrato... non so cosa ci sia, mi attrae, ma non ho avuto modo di visitarlo oggi.
Ho ringraziato gli Spiriti del parco, e ho chiesto loro di poter raccontare le qualità di questo splendido luogo naturale. Ho ricevuto come risposta un vento calmo e sereno ondeggiare assieme ad alcune foglie verso destra. Ho immaginato che fosse un sì, ed eccomi qui a raccontarvi ciò che ho vissuto.

Adesso, riflettendoci, mi torna alla memoria tutto questo. Tutt'attorno a me questa meraviglia. Tutto attorno a me, la manifestazione degli Spiriti di quello splendido magnifico luogo. Tutto attorno a me, manifestazione degli Dei.
Parafrasando Holderlin, non è forse questo il cielo, per l'uomo?

Perchè questo blog

 
Questo blog nasce da una necessità, la necessità di aprirsi, la necessità di dire la mia rispetto alle cose che mi accadono e che riguardano spesso una cosa che non ho modo di raccontare molto in giro: il mio rapporto con l'Altro Mondo, con il Mondo degli Spiriti.
E' qualcosa di molto personale, e per questo ho scelto di non dire altro che le esperienze, senza rivelare il mio nome. Allo stesso modo, anche a coloro con cui mi confiderò svelando di essere io l'autore del blog, chiedo di mantenere il segreto.
Voglio che questo sia il mio rifugio personale, il mio diario dove rivelare ciò che penso realmente, che magari non concorderà con le esperienze di molti altri, ma va comunque bene così.
Non voglio infatti dire che la mia visione sia meglio di quelle degli altri, voglio solo dire che è la mia, che è la migliore per me, per la mia esperienza che sicuramente non coinciderà con quella di tutti, e che ho il diritto ad averla e ad esprimerla.
Tornando al fulcro del discorso, ovvero il sito, esso sarà improntato sul contatto con gli Spiriti, con gli Dei (difatti sono politeista) ma capiterà spesso che racconti le mie esperienze personali che  magari esulano dal discorso.
Voglio infatti che sia un posto mio, dove scrivere ciò che sento, le mie riflessioni sul mondo, e tutto il resto che mi balza in mente che sento di voler mettere sul blog.
Detto ciò, visto che il titolo del sito è esplicativo della dimensione spirituale, voglio dire che spesso mi sono definito in un modo specifico, ho adottato una corrente specifica, ma poi vedevo che era come un abito troppo stretto, magari non concordavo con tutto, e per un po' quest'abito l'ho tenuto anche se si strappava ora di qua ora di là. Adesso non voglio più definirmi, neanche "pagano" o "neopagano". Voglio solo dire la mia esperienza, vivere la mia spiritualità senza dover fare discussioni sulle correnti. L'unica corrente che seguo è quella degli Spiriti.

P.S.: il titolo del blog è liberamente ispirato a "Spirited Away", il film di Hayao Miyazaki uscito in italia con il nome de "La Città Incantata". Per questo metterò spesso immagini tratte dal film o da altri capolavori della cultura giapponese, perchè forse quest'ultima è l'unica a dare ancora oggi un assaggio di cosa voglia dire il contatto con la Natura e con il mondo spirituale. Questo non significa che io sia shintoista o che veneri i Kami giapponesi ma mi ricordano lo stato d'animo necessario per approcciarsi al mondo degli Spiriti: quello di armonia con la Natura, di stupore verso la bellezza e verso un mistero più grande di noi.