(Disegno di Andy Kehoe)
Non è il classico libro wiccan che fa: "apri il cerchio, chiama i guardiani, così si fa il Sabbat, così si fa l'Esbat, ciao ciao". Questo libro invece ti aiuta a connetterti con la Natura. Anche a livello di invocazioni, infatti, ne parla molto con un approccio devozionale.
Lei stessa, in un certo punto del testo, afferma che quando ha iniziato il cammino non è partita pensando che la magia esistesse: per lei non esisteva, e difatti pone ancora oggi il Sacro - non la magia meccanicistica - alla base di tutto il suo lavoro.
Per questo vedo molta assonanza con ciò che è la mia esperienza, con l'aspetto devozionale che caratterizza il mio percorso.
E' un libro che ti dà idee, ti dà idee su come sentire gli Spiriti e gli Dei.
Mi sono reso conto, infatti, che durante le offerte spesso i rituali - i precedenti e quello che si sta compiendo - possono sembrare troppo simili tra loro e magari dopo un po' vedo che gli stessi aggettivi, gli stessi complimenti, gli stessi epiteti risuonano di nuovo, si ripetono più o meno sempre uguali, e a quel punto non so come rendere il rito un rituale in cui senti di più la presenza degli Spiriti e degli Dei, in cui la senti come le prime volte. In questo senso il libro ti aiuta molto, ti dà molte idee su come rafforzare il contatto e su come percepirlo maggiormente.
In qualche modo penso che ti dia anche alcuni strumenti per "sentire". Questo proprio perchè la maggioranza dei rituali che lei fa sono cose del tipo "prepara tutto e poi fai questo per sentire maggiormente questo aspetto della Divinità e fai quest'altro per sentire quest'altro aspetto della Divinità".
Ora lei è wiccan, crede nelle sue Divinità, un Dio e una Dea, io no. Eppure il principio è lo stesso.
Se il principio è lo stesso lo posso applicare anche a me, lo posso applicare anche alla mia pratica pur non essendo una pratica wiccan.
Inoltre il suo atteggiamento, il suo modo di fare, mi colpisce davvero tanto.
Mi ha fatto rendere conto che nel tempo è cambiata proprio la mia concezione di Divinità, è cambiato il modo in cui vedo tutto: sono passato dall' "oh santo cielo basta con questa roba fluffy bunny" alla pignoleria nel seguire col paraocchi la mia tradizione e non vedere alcuna novità, alcuna modernità, alcuna cosa non attenente alla corrente che seguivo come qualcosa di buono anche se mi sarebbe risultata utile; ad infine, la fase in cui mi sono detto: "adesso torniamo a leggere la roba che leggevo in passato e vediamo che è cambiato nel mio modo di fare, nel mio modo di vedere il mondo e nel mio rapporto con gli Dei e gli Spiriti".
Eppure ho notato che le cose che prima mi sembravano profonde, che mi colpivano nei libri che leggevo in passato, non le trovo più nei nuovi libri.
I libri che sono usciti recentemente su Wicca e Stregoneria sono diversi da quelli che lessi anni fa, ai miei inizi: hanno tradotto altri libri dall'inglese ma non hanno lo stesso pathos, sono un "così si fa il cerchio, così si chiamano i guardiani, così si invoca, così si fa X e così si fa Y, ciao ciao".
Varianti di questo schema sono libri storici che, sinceramente, diventano dopo un po' puro nozionismo, o infine i vari tipi di stregoneria non-wiccan ma identica alla Wicca, che non solo non ti parla del sentire Spiriti e Dei nella Natura, ma sembra una copia dei nuovi brutti libri wiccan con in più un'enfasi a tratti ridicola in cui sembrano voler far sentire "il lato oscuro della stregoneria" (buuuuuh, che paura -.-'').
I libri di una volta (e L'Arte della Magia è un libro di una volta) mi hanno aiutato a costruire quella forma mentis che in parte ho perso e che voglio riacquisire. Io una volta ero affascinato dal mondo che mi circondava, è questo che ho perso: mi sono reso conto che mentre prima mi mancava l'aspetto pratico, l'aspetto ritualistico (perchè avendo sviluppato il mio percorso all'inizio in un ambiente molto wiccan-centrico ritualizzavo in maniera devozionale solo nei Sabbat e negli Esbat), passando poi ad altri percorsi in cui il cardine del cammino era l'offerta, la devozione, adesso mi sono perso invece l'aspetto che c'era alla base, l'aspetto d'amore verso la Natura vista come Sacra, principalmente perchè poi ho affiancato questa nuova pratica con una lettura di libri diversi, sulle credenze dei popoli antichi, sulle loro tradizioni, su tutto il resto, sulla pratica magica "meccanicistica" (come la chiama la Curott), sui libri di storia e quindi sono passato dal "leggiamo questi libri che mi spiegano come sentire maggiormente gli Dei, come sentire maggiormente la Natura" al "leggiamo questi libri che mi spiegano questo procedimento, questo procedimento, quest'altro procedimento, questo passaggio che mi dice che c'era quel culto di Y nella città di X, e così via". Sono passato, nella lettura, da un approccio sostanziale (in cui il libro era mano d'aiuto per il contatto con gli Spiriti e per armonizzarsi con la Natura) a uno da "letterato" (in cui il libro fornisce nozioni che mai applicherò in futuro).
Poi è cambiato anche il concetto di Divinità: ad esempio, la mia concezione di Divinità prevede che gli Dei siano tutt'uno con tutto ciò che ci circonda, tutt'uno con il mondo, onnipresenti che magari sì, sono maggiormente concentrati in determinati simboli, in determinate energie, in determinate forze, però sono comunque non limitati ad essi, e quindi in parte si intersecano con tutto ciò che ci circonda, permeano tutto ciò che ci circonda. Nonostante questo, però, dato che non è più il "Dio" "Dea" ma "Divinità specifica associata da tutto il mondo all'elemento X", io per quanto possa capire che c'è una maggiore rappresentatività in quell'elemento per quella Divinità che però è onnipresente, universale, ecc., non riesco comunque molto spesso a sentirla ovunque.
Quando dici "il Dio e la Dea", come fanno i wiccan, pensi "ah vabbè sono in tutto ciò che ci circonda", quando dici "Divinità X, Divinità Y", se ad esempio c'è il vento e magari percepisco una presenza rappresentata dallo scuotere delle foglie al susseguirsi di una folata, mentre prima ringraziavo "il Dio", adesso faccio fatica a ringraziare una Divinità che è legata a un altro elemento, anche se so che quella Divinità essendo onnipresente è anche nel vento, e anche se so che quell'elemento è solo ciò che la rappresenta meglio di tutto, ma non è SOLO in quell'elemento, perchè è OVUNQUE.
Per un certo periodo proprio per questo, proprio per evitare di non riuscire a sentirli più in ciò che mi circonda, sono passato al ringraziare una Divinità legata al mare quando c'era il mare, una Divinità legata a quest'altro quando c'era quest'altro, eppure, questo atteggiamento mi sono reso conto che è controproducente, perchè ad esempio io con Poseidone non ho alcun legame, e quindi restava la domanda: "chi ringrazio? Come faccio a sentire le Divinità che venero attorno a me, nella Natura? E' una forzatura? O no? Faccio bene, faccio male? Se è una forzatura, non sarebbe meglio ringraziare gli Spiriti del luogo?".
Io, proprio perchè è cambiata la concezione della Divinità, in qualche modo proprio perchè non essendo più vista come qualcosa di immanente in tutto indifferentemente, allora è come se avessi cercato, nel rapportarmi con la Natura, di trovare per ogni singolo aspetto che percepivo un'Entità diversa, e questo mi ha portato a fare anche molti errori.
Quindi mi sono reso conto che non era giusto approcciarmi a tutti gli Dei che potevo, dovevo invece riuscire a sentire anche le Divinità con cui attualmente ho un legame nello stesso modo in cui sentivo il Dio e la Dea del mio periodo wiccan, in quello che mi circonda, e riuscire di nuovo a ottenere quello stesso tipo di esperienza che provavo in passato.
Quando avevo 14 anni, infatti, nel mio periodo wiccan, la mia esperienza era quella di vedere gli Dei tutto attorno a me: io mi giravo, vedevo degli alberelli, nei quadratini di terra che sono presenti sui marciapiedi, e ne accarezzavo le foglie. Era come se fosse una sorta di "scalinata" perchè ogni alberello che passavo ero sempre più felice, era come se fosse ogni volta un'invocazione, era come se fosse ogni volta un "grazie", un "vi sento qua", e a poco a poco mi riempivo di gioia: quando tornavo a casa ero felicissimo, perchè alla fine ero passato da tutta una strada in cui ogni singolo step era un modo per sentire maggiormente gli Dei.
Non si trattava di un'attività fatta in un momento X, era ciò che facevo durante ogni singolo istante in cui dovevo uscire fuori casa, era uno stile di vita. Era un modo di vedere il mondo, era una continua invocazione, una continua devozione.
Non era ritualizzata, perchè all'epoca non facevo offerte, facevo offerte durante i pleniluni e durante i sabba, ma non facevo offerte settimanalmente, era diverso. Però questo atteggiamento, questa continua preghiera, questo continuo vedere la bellezza attorno a me, questo continuo vedere il Divino attorno a me, mi ha portato a punti di armonia mai visti prima.
In un periodo successivo ho provato tutte le tecniche possibili per tornare a quello stato, tranne la stessa che avevo usato qualche anno prima, ho iniziato a fare esercizi sul momento presente, ricordo di sè, lavoro sulle emozioni negative, ho provato a fare qualunque cosa. Ma quello che dovevo fare era rifare la stessa identica cosa che avevo fatto qualche tempo prima!
Ovviamente non più riferendomi al Dio e alla Dea, ma comunque quella tecnica. Devo tornare a quello stesso stadio di prima.
Ma ormai i tempi sono passati, ed è difficile tornare a quello stadio.
Adesso paradossalmente ho una ritualità che mi permette di sentire meglio gli Dei durante i rituali, ma non ho più lo stesso modo di fare di prima fuori dall'ambito rituale.
Adesso passo per strada e gli alberi non li "saluto", passo per un bosco e non percepisco più come prima, non è più la stessa cosa. E il fatto bello è che adesso ho cercato di leggere nuovi libri wiccan per rientrare in quella forma mentis, ma non sono più uguali.
Paradossalmente, anche se quelli che avevano tradotto all'inizio non erano i classici libri con cui normalmente uno dovrebbe iniziare, erano stati tradotti i libri che secondo me erano i migliori, perchè erano libri che comunque passavano direttamente dal cuore.
Tra questi, i due che maggiormente ho sentito erano "Vivere Wicca" di Laura Rangoni e soprattutto "L'Arte della Magia" di Phyllis Curott. Questi due più di ogni altra cosa. Spiegavano come vivere, come vedere il Divino attorno a te, come vedere la Natura come qualcosa di Sacro, come vivere la Natura attorno a te, come rientrare in quella devozione continua.
Per un certo periodo, poi, ho visto addirittura la Wicca come qualcosa che aveva sovrapposto le pratiche moderne a quelle antiche, poi cercando ho visto che oltre all'unguento, le streghe del passato usavano tantissime tecniche uguali a quelle che abbiamo adesso, tecniche di trance, tecniche magiche, ecc. Così come anche moltissime civiltà antiche usavano operazioni che - tolte le esatte parole - nel procedimento erano uguali a quelle che abbiamo ancora oggi, gli antichi popoli mesopotamici usavano la magia dei nodi, le bambole di cera, ecc. E noi usiamo questi metodi ancora adesso, nel XXI secolo.
Molte pratiche orientali sono commistioni di sigilli, mantra e mudra (movimenti delle mani). Anche se l'esatto tipo di sigilli, l'esatto mantra, ecc. sono culturalmente differenti, i procedimenti di creazione di sigilli, di ideazione di mantra e di gesti manuali rituali (es. i vari bandi), ecc. sono sostanzialmente stati inglobati nella pratica wiccan.
Quindi la Wicca da "ok, carina però chissà com'era diversa la magia e il contatto con gli Spiriti nell'antichità" adesso non è più "carente" di qualcosa, ha solo aggiunte moderne, ma non la vedo più come mancante. Questo mi spinge ancora di più ad acquistare libri wiccan senza farmi più le remore del passato. Ecco perchè, perchè le idee sono idee indipendentemente se formulate in ambito wiccan/tradizionalista/ecc., e libri wiccan favolosi sono libri favolosi anche per me, che non sono wiccan.
E questo libro, L'Arte della Magia, lasciatemelo dire, è il più favoloso libro wiccan mai scritto nella storia umana.
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