N.B.: l’imposizione delle mani è una metodologia rituale religiosa e spirituale, pertanto non va intesa come sostituta di diagnosi o terapie mediche!
Come spiegato nell'articolo "Cono di potere ripetendo i nomi degli Dei e il nome come mantra per la ricerca di visioni" (sì, dovrei fare dei titoli un po’ più corti!), è possibile impiegare la ripetizione incessante del nome della propria Divinità Patrono per creare un cono di potere. Questo cono di potere per essere effettivo, però, soprattutto in un lavoro di guarigione, deve essere spinto non solo dall'atto della ripetizione, ma anche dall'"ardere di passione", dal pathos emotivo, dal sentimento, mentre si recita il nome. In questo caso, il sentimento più appropriato è l'amore o l'affetto, visto che si parla di curare gli altri e quindi far loro e voler loro del bene.
Inoltre è opportuno che la ripetizione vada in crescendo da più lenta a più forte e più forte ancora perché si accumuli l’energia di guarigione che verrà indirizzata alla persona.
La procedura è la seguente:
Si accumula energia mediante la ripetizione sentita in crescendo dell’intento di guarigione (ad esempio: “[Nome della Divinità] ti prego guarisci [nome e cognome della persona]”), quindi, quando non ce la si fa proprio più a ripetere, si impongono le mani “a coppa” sulla persona per direzionare l’energia accumulata, ripetendo un’ultima volta con più forza possibile, con maggiore sentimento e con più enfasi l’intento.
Si può anche ripetere inizialmente il nome o una breve invocazione alla Divinità Patrono e poi recitare l’intento di guarigione al momento di rilasciare l’energia imponendo le mani.
Per rafforzare il cono di potere si possono usare, oltre alla ripetizione del nome:
- grounding;
- l’accensione di una candela blu o di un colore corrispondente alla guarigione con incisi il nome e il cognome della persona da guarire e la parola “sano” (questa candela può essere accesa, oltre che nel momento dell’operazione, anche ogni giorno alla stessa ora per sette giorni di seguito, fino all’ultimo giorno in cui andrà fatta consumare completamente);
- l’accensione di un incenso composto da erbe corrispondenti alla guarigione;
- pietre oppure sacchettini con all’interno erbe, olii, sale e minerali corrispondenti allo scopo di guarigione, da far portare alla persona da guarire come amuleti.
Inoltre, è possibile precedere il cono di potere e la
seguente imposizione delle mani da un’offerta alla Divinità Patrono, in modo da
ringraziarla anticipatamente per l’intervento e per chiamarla più efficacemente.
Il meccanismo per cui questa guarigione funziona è quello della canalizzazione: non siete voi a inviare la vostra energia, ma fate da strumento per indirizzare quella della vostra Divinità Patrono.
Anche per questo motivo è essenziale, come per ogni incantesimo e rituale, prima di eseguirlo, chiedere mediante divinazione alla Divinità se ci aiuterà nel rito. Senza il suo aiuto non potremo canalizzare nulla e dunque non saremo d’aiuto, per questo tale richiesta è così indispensabile.
Il meccanismo per cui questa guarigione funziona è quello della canalizzazione: non siete voi a inviare la vostra energia, ma fate da strumento per indirizzare quella della vostra Divinità Patrono.
Anche per questo motivo è essenziale, come per ogni incantesimo e rituale, prima di eseguirlo, chiedere mediante divinazione alla Divinità se ci aiuterà nel rito. Senza il suo aiuto non potremo canalizzare nulla e dunque non saremo d’aiuto, per questo tale richiesta è così indispensabile.
Dopo l’operazione è opportuno scaricare a terra l’energia
rimanente, scuotere fortemente le mani, purificarsi con acqua e sale e/o
incenso e poi mangiare qualcosa per riacquistare le forze (dato che si tratta
di una tecnica molto impegnativa).
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